Quindi, c'è questo tormentone che ci sta assillando ormai da parecchi mesi e che le radio si ostinano, con una pervicacia francamente incompresibile e ormai ai limiti dell'irritante, a propinare senza soluzione di continuità. Il pezzo in questione è musicalmente tra il banale e l'insignificante mentre il testo... beh, diciamo che qualsiasi alunno medio delle elementari sarebbe in grado di scrivere dei versi più profondi e intelligenti senza grosse difficoltà.
Una strofa del testo di questo capolavoro, che al confronto De Gregori lèvati che non sei nessuno, recita così:
"Che figata andare al mare quando gli altri lavorano
Che figata fumare in spiaggia con i draghi che volano
Che figata non avere orari né doveri o pensieri
Che figata tornare tardi con nessuno che chiede "dov'eri?"
Ora, voi capite che tra questa roba qui a cose come "Albero bell'albero intorno a te vogliam danzar" o, che ne so?, "Il caffé della Peppina non si beve la mattina" non è che ci passi tutta 'sta differenza, no? Almeno secondo il mio modestissimo e opinabilissimo punto di vista.
Intendiamoci, scemenze di questo genere hanno contraddistinto bene o male ogni epoca. Se prendete il testo di Love me do dei Beatles, giusto per fare il primo esempio che mi viene in mente, a profondità non è che si discosti tanto dal capolavoro di Fabri Fibra. Anche gli anni '80 di quanto ero giovane io hanno partorito una discreta quantità di pezzi di questo infimo livello.
Il problema è che io, come ho scritto più volte su queste pagine, sono musicalmente un vecchio e nostalgico rottame, e non ricordo ai miei tempi un bombardamento simile di insulsaggini; certo, ripeto, c'erano anche quelle, ma erano tutto sommato equilibrate ed equamente controbilanciate dalle poesie in musica di De Gregori, dalle intelligenti provocazioni di Battiato, dai bellissimi richiami letterari di Guccini, dalle godibilissme storie che Ivan Graziani o Vecchioni vestivano di musica, dall'ermetismo dei testi dei Pink Floyd. E le radio mandavano anche queste, anzi soprattutto queste.
Giusto per restare a De Gregori, prendete ad esempio Il signor Hood (lo so, è difficile scegliere un pezzo tra la poderosa mole di suoi capolavori, ma abbiate pazienza). Inizia così:
"Il signor Hood era un galantuomo
Sempre ispirato dal sole
Con due pistole caricate a salve e un canestro di parole."
Ora, è chiaro che è difficile se non impossibile dare un significato a queste frasi, che De Gregori all'epoca utlizzò per descrivere Marco Pannella, ma in esse c'è della poesia, e la poesia per definizione non la puoi spiegare altrimenti diventa qualcos'altro. E volete mettere quanto è bello immaginare nella propria mente chi sia questo fantomatico signor Hood, lavorare di fantasia per capire perché questo tizio fosse sempre ispirato dal sole e perché avesse due pistole caricate a salve e un canestro di parole? I grandi autori di allora invitavano a pensare, a lavorare di fantasia, a porsi domande. Dal "canestro di parole" (pensate a quanto è bello questo abbinamento e a quanti significati si può collegare) siamo arrivati a "che figata andare al mare."
E niente, probabilmente l'involuzione della qualità musicale è andata di pari passo con l'involuzione generale della società. Forse è effettivamente meglio andare tutti al mare, va'.
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