Dopo l'appello dei Senatori a vita di qualche giorno fa, oggi tocca ai sindaci, che cercano di attirare l'attenzione sulla legge sul testamento biologico, ferma al Senato da quasi sei mesi e sepolta sotto tremila emendamenti. La legge sul fine vita credo sia una delle poche che segna il discrimine tra un paese minimamente civile e uno incivile. Il fine vita è normato e regolato in tutti i paesi d'Europa, perché è riconosciuto come minimo sindacale di civiltà lasciare a ciascuna persona piena libertà di fare ciò che ritiene più opportuno della sua vita e della sua morte. Noi, invece, le leggi di civiltà le rimandiamo come al solito alle calende greche. Basta guardare lo Ius soli, oppure la legge sulle unioni civili, promulgata in forma annacquata l'anno scorso dopo 25 anni di discussioni parlamentari. Non siamo un paese dove i diritti hanno casa. Non lo siamo mai stato.
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