"Essere condannato per una vacanza tra amici..." Leggere le penose e addolorate dichiarazioni dei sostenitori di Formigoni sui social, dopo la condanna in primo grado a sei anni per corruzione, dà meglio di qualsiasi altro argomento la misura della sciatteria e pochezza intellettuale che prosperano sia nel mondo virtuale che in quello reale. Lui dice che non si può essere condannati per una vacanza, prova a buttarla sul complotto ordito ai suoi danni ("Dopo la sentenza i PM si sono abbracciati") e i suoi seguaci adulanti gli credono, riproducendo come automi incapaci di stabilire una singola sinapsi qualunque scemenza venga data a loro in pasto. E magari senza neppure sapere che si tratta di una sentenza di primo grado che potrebbe venire ribaltata in Appello, e dando più credito a un tweet di 140 caratteri del Celeste piuttosto che alle migliaia di pagine di atti relative a un processo che si trascina da anni.
Viva la sciatteria, la superficialità, l'adulazione acritica del potente di turno, l'incapacità di analisi, l'anestesia dei cervelli e della capacità di elaborare una seppure embrionale forma di pensiero critico, i migliori viatici per continuare in maniera perfettamente indolore a essere presi per il culo da questa gente.
Viva l'Italia che non capisce niente.
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