Sostiene Pereira è un libro di quelli che si iniziano la mattina e si finiscono la sera, prima di andare a dormire. Un po' perché sono poco più di 200 pagine, un po' perché ci si affeziona a tal punto alla storia e al protagonista che si ha costantemente il bisogno di sapere cosa combina il corpulento dottor Pereira e i vari personaggi che compaiono nel libro. Credo possa essere definito un romanzo di liberazione, e questa liberazione è prima di tutto di quel Pereira, responsabile della pagina culturale di un piccolo settimanale di Lisbona, dalle sue paure: quella del futuro, quella del suo direttore, che gli impone di non pubblicare traduzioni di scrittori francesi, ché al regime salazariano portoghese non piacciono, e quella della censura a cui devono sottostare i suoi pezzi prima di vedere la luce.
La sua liberazione definitiva e piena si compirà quando, tramite uno stratagemma, il dottor Pereira riuscirà a bypassare le maglie della censura e a raccontare, pubblicandolo, il fedele resoconto dell'omicidio di un suo carissimo amico e collaboratore, perpetrato dalla polizia politica del regime fascista di Salazar.
È un libro di liberazione, di ribellione, raccontato con la prosa inimitabile, a tratti tra il visionario e il fiabesco, di Antonio Tabucchi.
Sono contento di aver colmato questa lacuna.
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Ecco un grande classico che manca anche a me.
RispondiEliminaSai quanti ne mancano a me? Non credo che riuscirò a leggerli tutti, almeno in questa vita :-)
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