"L’assassinio di un nigeriano, scampato assieme alla moglie ai massacri di Boko Haram per poi finire ucciso dalla violenza razzista in Italia, suscita orrore. Questo è accaduto nelle Marche, a Fermo, in una pacifica cittadina di provincia, dove ci si aspetterebbe che il clima di civiltà e tolleranza tradizionali non possano lasciar germinare pulsioni criminali di questo genere."Le ipotesi che frullano in mente dopo aver letto questa scemenza sono due: o l'articolista del Foglio era in preda ai fumi dell'alcol, oppure la suddetta scemenza l'ha scritta pur sapendo che si trattava di una scemenza, quindi in malafede. In entrambi i casi si tratta appunto di una conclamata scemenza. Come infatti hanno rilevato tutti già poche ore dopo il tragico fatto, il substrato sociale in cui è maturata la tragedia era da tempo costituito da malcontento e intolleranza, a più riprese palesatisi attraverso veri e propri atti intimidatori (tipo bombe davanti a chiese e strutture di accoglienza, scritte xenofobe sui muri, manifestazioni ecc.). Una situazione che era quindi già "calda" e che purtroppo ha avuto il tragico epilogo che sappiamo.
Però per Il Foglio era tutto tranquillo, Fermo e paesi limitrofi erano oasi di serenità e di pace, c'era "un clima di civiltà e tolleranza" che manco in paradiso. E quindi come può essere successo un fatto di sangue così grave? Chi mai se l'aspettava?
Quasi quasi mando una mail a Ferrara con richiesta di spiegazioni.
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