Con andamento ciclico ritorna fuori la storia dell'appartamento di Bertone, una storia che, diciamo la verità, ha abbondantemente frantumato le appendici pendule maschili. In tutto questo bailamme di attacchi, invettive e sfottò indirizzati al cardinale, pochi mi sembrano abbiano capito che il problema non è lui ma qualcos'altro, lui semmai è il dito che tutti guardano mentre il problema è la Luna a cui pochissimi prestano attenzione. E la Luna, cioè il problema vero, è l'immenso patrimonio immobiliare, in Italia (più di un quarto di quello di Roma appartiene al Vaticano) e nel mondo, che è riconducibile alla Chiesa Cattolica, e la cui stima precisa crea difficoltà pure a quest'ultima. Bertone e gli altri trenta cardinali - dice lui - che stanno in appartamenti pure più grandi del suo, come se questa fosse una giustificazione, sono la parte più trascurabile del problema, sono dettagli, è come se si discutesse se togliere una badilata di sterco da un mucchio alto come il monte Carpegna faccia qualche differenza.
Certo, è normale che la gente s'incazzi di fronte a queste cose. La stragrande maggioranza delle persone, per riuscire a impossessarsi di un appartamento o una casa dieci volte più piccoli di quello di Bertone e soci, spesso deve lavorare una vita, e imbarcarsi in mutui da portare sul groppone per svariati decenni, quindi è logico che queste storie quando vengono alla luce rimangano indigeste. D'altra parte, come potrebbe essere diversamente? Ma questa, ripeto, è solo una parte del problema.
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