Io voglio bene a Sallusti, perché nella sua (finta) ignoranza fa quasi tenerezza. Avete presente le intercettazioni tra il delinquente e Tarantini che i giornali stanno pubblicando questi giorni, no? Ecco, il poveretto a tal proposito scrive sul Giornale: "I due scherzano come avviene tra uomini su belle donne e commentano - il tono ironico è palese - la cena della sera precedente. Detto che si tratta di questioni private, e detto che un primo ministro non poteva essere intercettato, il tutto fa parte della serie: e chi-se-ne-frega."
Sul chi se ne frega potrei anche essere d'accordo, alla fine, ma, come si è ripetuto fino allo sfinimento, non era B. a essere intercettato, ma l'utenza telefonica di Tarantini, il noto gentiluomo procura-femmine del tipo delle cene eleganti, e se tu, in quel momento presidente del consiglio, telefoni a un magnaccia è chiaro che la tua voce finisce intercettata, no?
Povero Sallusti: si sapeva che il servilismo aveva un prezzo da pagare, ma svilirsi fino ad accettare di passare da ignorante...
Bah.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminavoler bene a Sallusti
RispondiEliminami convinco sempre più che mi stai diventando masochista
:-)
Ma no, dài, è un tipo di bene generato dalla compassione, mica dall'affetto :)
RispondiElimina