Passano gli anni, i lustri, i decenni, i governi, i presidenti del consiglio, i parlamentari, ma alla fine il problema che rimane sul tavolo è sempre quello: le maledette intercettazioni telefoniche. Accidenti a loro e a chi le ha inventate. Le intercettazioni sono il trait d'union che, con qualunque governo, ha sempre messo d'accordo tutti quando si cercava un sistema perché non fossero più motivo di nocumento agli affaracci loro. Oggi siamo ancora lì. Là dove non sono riusciti a creare un briciolo di unità i provvedimenti, le leggi, le riforme, ci sono riuscite loro, le intercettazioni; ed ecco quindi il fronte comune, che va da NCD a Forza Italia, passando per Pd e minoranza dem, a testa bassa al grido di (Alfano) "certi colloqui non vanno pubblicati!", perché la privacy, la riservatezza e blablabla.
D'altra parte capite bene anche voi che il male di oggi è quello: le intercettazioni. Non è tutto il porcame che portano alla luce - scherziamo? - ma il mezzo che consente di farlo emergere. La cosa ovviamente è comprensibile: in un paese marcio fino al midollo è chiaro che le intercettazioni danno fastidio, perché portano alla luce favori, favorini, raccomandazioni, svelano legami tra corrotti e corruttori, tra politici e mignotte, tangentari di professione e fornitori d'appalti, e mica si può andare avanti così, scherziamo?
Ti ricordi quando, alcuni anni fa, politici e servi di regime ci stracciavano le orecchie, nei talk show, parlando del fatto che tutti eravamo continuamente intercettati, a ogni ora del giorno e della notte? Siccome volevano far passare la legge-porcata sulle intercettazioni, cercavano di convincerci che, sì, quando parlavamo - che so - coi nostri parenti, col fidanzato o col vicino di casa, i nostri interessantissimi discorsi erano tutti meticolosamente ascoltati dai magistrati cattivi e spioni. :D
RispondiEliminaCi sarebbe da ridere, se non fosse che una parte dell'opinione pubblica è stata influenzata da simili amenità. Eh, povera Italia!
E chi se lo dimentica? :)
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