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lunedì 5 gennaio 2015

Tra la salva-B. e il cinepanettone

La faccenda della norma salva-Silvio, tra le altre cose offre qua e là spunti di autentica ilarità. Prendete Salvini, ad esempio. Lo so, lo so, voi penserete che io ce l'abbia col segretario della Lega, ma vi sbagliate, è che istintivamente mi sento sempre molto vicino alle persone meno fortunate.
Comunque, lui chiede le dimissioni di Renzi perché l'inciucio per salvare B. è qualcosa di vergognoso. A chi avesse problemi di memoria, giova ricordare che il partito di Salvini, la Lega, è stato per oltre tre lustri alleato del delinquente, e per tutto questo tempo ha sempre appoggiato e avallato ogni legge ad personam che il partito del teleimbonitore ha imbandito in tavola: intercettazioni, proposte di galera per i giornalisti, processo breve, processo lungo, prescrizione breve, prescrizione lunga e via andare. E ha sempre avallato tutto anche quando la base, stanca di ingoiare rospi per salvare le chiappe a B., si ribellava. E sapete qual è l'aspetto comico di tutto? Che il Pd s'incazzava, sbraitava, Repubblica faceva titoloni cubitali ogni volta che fiutava una riga, un comma, una legge che potesse in qualsiasi modo essere di giovamento al tipo delle cene eleganti (cioè circa il 99% di quelle proposte nei tre lustri in questione).
Insomma, Berlusconi si faceva leggi ad personam con l'appoggio della Lega e il Pd le denunciava, adesso in favore di B. le fa il Pd e la Lega s'incazza. E c'è ancora gente che va al cinema a guardare il cinepanettone.

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