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lunedì 1 settembre 2014

“Noi cristiani dobbiamo molto alle Crociate”



Non c'è alcun dubbio che il cristianesimo debba molto alle crociate, come diceva qualche tempo fa mons. Negri, così come non c'è alcun dubbio che debba molto all'inquisizione, a iniziative come l'indice dei libri proibiti e a tutta quella serie di geniali iniziative con le quali la chiesa ha potuto tenere in scacco nel corso dei secoli milioni di persone. Quindi Negri ha perfettamente ragione, almeno dal suo punto di vista.
Poi, certo, sarebbe interessante che l'illustre prelato ci spiegasse come si conciliano le crociate col recente anatema di Bergoglio, secondo il quale "non si uccide in nome di Dio", ma, purtroppo, l'intervista a Negri è precedente all'uscita del papa: magari ce lo spiegherà successivamente. Sono tra l'altro interessanti da notare, nella suddetta intervista, gli arzigogoli letterari e gli artifici retorici e storici (Negri è un grande sofista, gliene va dato atto) con cui cerca di giustificare secoli di massacri perpetrati da quelli che definisce, come se niente fosse, appartenenti a un grande "pellegrinaggio armato". Ma quello che fa più specie in tutto questo, è che Negri non esprime una parola su eventuali, remotissimi dubbi circa la giustezza di questi "pellegrinaggi". Non una sillaba che faccia pensare a una piccola ombra di dubbio. No: le crociate sono state giuste e finita lì, e poco importa che pure Wojtyla abbia riconosciuto quelle atrocità e chiesto scusa.
D'altra parte, pensandoci, la cosa è comprensibile, anche perché abbiamo di fronte non un don Gallo o De Capitani, ma un esponente del più duro e intransigente tradizionalismo cattolico, al confronto del quale pure Bergoglio sembra quel rivoluzionario che in realtà non è.
Un tradizionalista intransigente alla Ratzinger, per intenderci, non a caso menzionato nell'intervista come appiglio a cui aggrapparsi per giustificare le sue tesi. In fondo lo stesso Ratzinger che, in spregio a ogni forma di buon senso e umiltà, nel 2000 dichiarò che la chiesa cattolica è l'unica vera, le altre possono pure andare a quel paese. Alla faccia dell'ecumenismo e di ogni tentativo fatto fino ad allora per allontanare l'idea che cattolicesimo e fondamentalismo non hanno niente a che vedere l'uno con l'altro.

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