Ogni volta che un figlio compie gli anni, in genere qualche pensiero viene sempre. Che poi, pensandoci, i pensieri sono quasi sempre quelli: come passa in fretta il tempo, sembrava un fagottino appena ieri, loro crescono e noi invecchiamo e cose di questo genere. Però, 18 anni... certo, se si guarda la cosa dal punto di vista del freddo e asettico sommarsi dei numeri, è solo l'anno che segue il 17 e precede il 19. Se invece la si guarda da un'angolazione meno cinica e più umana, è quasi sbalorditivo che praticamente senza che tu te ne sia accorto ti ritrovi con una maggiorenne in casa. Insomma, quel tocco di ragazza che impiega ore a truccarsi e a scegliere cosa mettere prima di uscire, è sempre quella che l'altro giorno ti svegliava di notte strillando dalla fame, e ti costringeva a cercare una farmacia notturna in cui prendere il Nidina. E allora è qui che capisci che 18 anni non sono né molti né pochi, ma relativi alla angolazione da cui li guardi.
Diciotto anni sono un lasso di tempo sufficiente anche per gettare uno sguardo all'indietro, fare qualche bilancio. Ma è un esercizio che, niente niente che posso, cerco di evitare, anche perché non ne esco bene. Insomma, il premio padre dell'anno, se ci fosse, in questi 18 anni l'avrei vinto ben poche volte. La parte del leone nel tirar su le nostre figlie l'ha infatti sempre fatta Chiara. Certo, non è che io non ci sia stato, ma sostanzialmente ho sempre avuto un sacco di cazzi per la testa (il lavoro, la musica, i libri, i computer, ecc.) che non mi hanno consentito di essere un padre come dio comanda. E adesso che a 44 anni mi ritrovo con una figlia maggiorenne e un'altra che lo sarà tra un anno, mi rendo conto di aver perso parecchio del periodo più bello della vita, quello in cui i figli crescono. Di questo mi rammarico, ma d'altra parte la perfezione non è di questo mondo, come si dice, e forse la categoria dei padri imperfetti non è così esigua - mmh... starò mica cercando di autoassolvermi, per caso?
Vabbe', sono le 22.39, chiudo e vado a dormire, ché domattina mi suona presto.
Chiara, Michi e Fra: vi voglio bene.
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Amico mio, come la metti in negativo.
RispondiEliminaIo, invece, la vedo in un altro modo. Il tempo c'è stato ed è stato vissuto. Il problema è che se ne vorrebbe sempre di più.
Sì, anche questa è un'angolazione da cui vedere il tutto :)
RispondiEliminavabbè dai, non mi sembra che tu ti possa lamentare più di tanto
RispondiEliminaBeh, non è tanto una lamentela, la mia, quanto semmai un po' di rammarico per il maggior tempo dedicato a cose che credevo prioritarie e che invece non lo erano. Tutto qua.
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