Quando capitano questi pomeriggi estivi che iniziano col sole e terminano col classico temporale estivo, e' interessante notare alcune categorie di persone, che io ovviamente osservo dalla mia postazione privilegiata: il portico di casa che da' sulla Santarcangiolese. Immagino che il pensiero di qualcuno sara': ma tu non hai mai un tubo da fare? Beh, essendo oggi domenica, no, non ho niente da fare. E poi ci sono certe domeniche che mi sento talmente svogliato da non avere neppure voglia di aprire un libro. Ma torniamo alle suddette categorie. Provo a passarne in rassegna alcune.
Numericamente piu' rilevante e' sicuramente quella delle "olive ascolane" (cit.). Questa dicitura e' contenuta in un celebre pezzo di Max Gazze' (La favola di Adamo ed Eva) e sta indicare quelle macchine talmente stipate di bagagli e persone da non esserci piu' posto neppure per l'aria. Ecco, quando piove e' tutto un viavai di questa roba qua: gente che probabilmente era al mare e si e' trovata costretta di punto in bianco, dal temporale, a caricare tutto l'armamentario e a togliersi velocemente dalle balle. Siccome e' ancora primo pomeriggio, questi non se la sentono di sprecare il restante, e allora li vedi girovagare un po' cosi': andatura lenta, sguardi un po' tristi se non proprio incavolati, mèta generalmente ignota. La probabile destinazione e' un centro commerciale aperto di domenica, a mio avviso una delle peggiori aberrazioni inventate dall'umanita' dopo le cipolline sott'olio e la messa della domenica.
Un'altra categoria interessante e' quella degli amati/odiati ciclisti. Quando arriva il temporale improvviso, questi si dividono solitamente in due categorie: gli irriducibili e i rassegnati. I primi sono quelli tosti, probabilmente adepti del leggendario celodurismo inventato da Bossi; per intenderci sono quelli che non ci stanno a farsi bagnare da Giove Pluvio, morirebbero piuttosto che subire un simile affronto, e allora li vedi che passano ai 200 all'ora, correndo come forsennati, urlando e incitandosi a vicenda a pedalare piu' forte della pioggia. Ecco, questi qui non so bene se collocarli nel girone dei patetici o dei grotteschi; piu' probabile il primo, comunque. I secondi, invece, sono i rassegnati, quelli che prendono il temporale con filosofia, senza starsela tanto a menare. Ormai sanno di essersi bagnati e... chissenefrega? E quindi li vedi pedalare tranquillamente come se niente fosse, tanto - pensano - arrivati a casa ci asciughiamo. Ecco, questi mi stanno decisamente piu' simpatici, probabilmente perche' nel loro atteggiamento un po' mi riconosco: il giusto mix di "chissenefrega?" e "filosofando pure sui perche'" (cit.).
Rimangono, dopo i ciclisti, i motociclisti. Anche qui, sostanzialmente, le categorie sono due: i rassegnati e quelli che non ci stanno. Per i rassegnati vale sostanzialmente quanto scritto sopra per i ciclisti: ormai sono bagnati: pace e amen. Quelli che non ci stanno, invece, sono coloro che fanno di tutto pur di non bagnarsi, e allora li vedi ad esempio fermarsi a tempo indeterminato sotto il portico della Settimia, qui di fronte a casa mia. Di solito si fermano sempre in due o tre: chiacchiere, sigaretta, lievi accenni di malcelato nervosimo... Se il temporale e' di breve durata, ripartono. Se, viceversa, la faccenda va per le lunghe, questa categoria si suddivide in due ulteriori sottocategorie: quelli che mandano a cagare l'universo mondo e, incazzattissimi, partono anche se ancora diluvia, e quelli che invece rimangono li' anche se va avanti a piovere per un paio di giorni. Ecco, qui faccio fatica a dire in quale delle due sottocategorie riconoscermi, sono sincero.
Vabbe', comunque adesso non piove piu', la disamina delle categorie di viaggiatori che popola la Santarcangiolese e' finita e posso anche tornare in casa.
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