2 agosto. In Italia questa data ha ormai assunto un significato peculiare, tutto suo: il legame con la strage alla stazione di Bologna del 1980. Cioe', si nomina il 2 agosto e questa tragedia e' la prima cosa che salta in mente. E' una sorta di riflesso condizionato. Parlo ovviamente per chi ha la mia eta' o piu'. Nel 1980 avevo 10 anni e di tutto quel casino ricordo solo le incessanti dirette che seguivano i miei dalla tv. Forse intuivo che doveva essere successo qualcosa di grave, ma tra l'intuizione e la consapevolezza passa di mezzo l'Oceano Pacifico, specialmente a quell'eta'.
1980-2014. Da quel giorno, ogni anno si commemora e si ricorda quella strage, cosi' come in altre date si commemorano piazza Fontana, Italicus, Ustica e altre. Il copione e' sempre quello: corteo, discorsi, politici che si beccano uova, solito insulso pistolotto di Napolitano, retorica a gogo e poco altro. Puntuale torna la polemica su quanto di segreto debba essere ancora desecretato, sui veri mandanti, su chi o cosa ci sia dietro e blablabla. Le ricorrenze diventano cosi' rito piu' o meno stanco e piu' o meno stantio; in fondo abbiamo bisogno anche di ritualita', no?
E allora celebriamo e ricordiamo, consolandoci col fatto che, almeno di questi fatti, Salvini non potra' incolpare gli immigrati.
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