Il tipo delle cene eleganti manda a riposo Longo e Ghedini e chiama l'avvocato Franco Coppi, "temuto e riverito negli ambienti giudiziari per l’autorevolezza specie sulle materie che, guarda caso, più da vicino interessano il Cavaliere (all’università di Roma fanno testo due suoi libri dedicati ai reati sessuali e a quelli contro la Pubblica amministrazione)", scrive il buon Ugo Magri su La Stampa.
E poi aggiunge il classico errore in cui cadono tutti, scrivendo: "Per dirne una [riferendosi alle condizioni poste da Coppi per assistere B., ndr], Berlusconi dovrà comportarsi proprio come un altro celebre assistito di Coppi, Giulio Andreotti. Che per tutta la durata del processo a Palermo si dimostrò imputato modello. Mai un tentativo di buttarla in politica, zero esternazioni. Una condotta che gli valse alla fine l’assoluzione."
Giova ricordare che Andreotti, nel 1999, fu effettivamente assolto in primo grado dall'accusa di associazione a delinquere, ma la successiva sentenza d'appello dimostrò, si legge su Wikipedia, che "aveva 'commesso' il 'reato di partecipazione all'associazione per delinquere' (Cosa Nostra), 'concretamente ravvisabile fino alla primavera 1980'."
Ecco, se qualcuno volesse mettere Ugo Magri al corrente... (e magari anche Berlusconi).
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