"I risultati delle inchieste che da vent'anni si svolgono a Palermo e Caltanissetta finora hanno dato assai magri risultati, tranne quello - a Caltanissetta - d'aver fatto condannare a 17 anni di reclusione un mafioso accusato dell'omicidio di Borsellino, poi rivelatosi innocente dopo aver scontato 8 anni di carcere duro".
Con un editoriale solo, si potrebbe anche pensare a una svista. Con due, è più difficile. Il primo risale a qualche tempo fa, quando esplose il caso delle intercettazioni Napolitano-Mancino nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa stato-mafia portata avanti, nonostante tutto, dalla procura di Palermo.
Il secondo, sempre che nel frattempo non ce ne siano stati altri - non seguo assiduamente Scalfari - risale a domenica scorsa. Titolo: "Perché attaccano il Capo dello Stato". Insomma, due editoriali mi pare facciano più di un indizio, e a questo punto la linea di Scalfari è abbastanza chiara: finché le intercettazioni mettono in piazza le beghe politico/sessuali del tipo delle cene eleganti, tutto bene; se vanno attorno a faccende che coinvolgono il Colle, diventano il male.
Per carità, Scalfari è libero di tenere la linea che crede, ci mancherebbe, ma non sarebbe male se fosse sempre la stessa in ogni circostanza.
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