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domenica 8 aprile 2012

Riflessioni (semi)serie sulla Pasqua

Oggi è Pasqua. Secondo la tradizione (mitologia?) cristiana, in questo giorno Cristo risorge dopo essere stato ucciso, venerdì scorso. Quindi, per i cristiani, oggi è la giornata "clou", diciamo così. La giornata delle giornate. Se infatti Cristo non fosse risorto, sarebbe stato inutile il suo sacrificio attraverso cui passa anche la nostra salvezza. Questo, grosso modo, è il significato della Pasqua per chi è credente.

Chi non crede, ad esempio lo scrivente, e analizza tutta la questione in maniera meno emotiva e più razionale, non può però non farsi qualche domanda, invece di accettare acriticamente come giusto e bello tutto ciò che ci dicono essere giusto e bello. Una, ad esempio, potrebbe essere questa: ma se Dio voleva "salvare" il genere umano, c'era bisogno di mettere insieme tutta questa sceneggiata? Insomma, c'era bisogno che (a) mandasse il figlio sulla Terra; (b) lo facesse andare in giro in lungo e in largo per le terre del medioriente a predicare alcune cose giuste e parecchie assurdità; (c) lo facesse uccidere sulla croce come un cane; (d) lo facesse poi risorgere per poter poi dire: "visto? se fate i bravi anche voi risorgerete"?
Insomma, se questo famoso Dio che - racconta la chiesa - ci vuole così bene avesse voluto salvarci (da cosa, poi, non è ben chiaro), avrebbe potuto fare un paio di cose molto più semplici e meno arzigogolate: eliminare il male, farci tutti bravi, buoni e fedeli così da avere il paradiso garantito. Lo so, conosco già la risposta: Dio ci lascia liberi di scegliere.

Questa cosa della libera scelta, o libero arbitrio, come si suol dire, io l'ho sempre considerata un comodo alibi su cui la chiesa si è sempre appoggiata, e con la quale ha da sempre potuto giustificare le molteplici "falle" presenti nel famoso progetto salvifico. Insomma, se Dio ci voleva tutto 'sto popo' di bene da mandarci addirittura il figliolo, perché rischiare che qualcuno (cioè la stragrande maggioranza del popolo umano) restasse con le pive nel sacco grazie al famoso libero arbitrio? Io al suo posto avrei fatto una cosa con più garanzie di successo, non trovate?

Altra questione. Questa sembrerà un pelino più banale, ma forse non lo è: e quelli che sono venuti prima? Se stiamo a quello che ci raccontano le sacre scritture, il famoso tipo di Nazareth sarebbe nato e vissuto grosso modo 2000 anni fa, quindi la famosa buona novella l'hanno potuta conoscere solamente quelli che sono venuti dopo di lui. Siccome non mi risulta che il messaggio salvifico di Cristo abbia valenza retroattiva, cosa ne è di tutti i miliardi di individui che sono vissuti prima? Loro, poverini, non potevano sapere che dopo di essi sarebbe arrivato un tipo che avrebbe spiegato come comportarsi e cosa fare per avere diritto alla vita eterna, e quindi giocoforza non hanno potuto mettere in atto gli insegnamenti. Probabilmente questi avranno diritto a una specie di "sanatoria", per usare un termine molto in voga oggi, ma la cosa rimane comunque dubbia, anche perché non mi pare che Ratzinger e soci abbiano mai detto niente al riguardo. Certo che se questa immensa massa di appartenenti al genere umano non si è potuta salvare per la sola colpa di essere vissuta prima dell'arrivo del predicatore, beh, direi che il famoso Dio, con figlio al seguito, ha toppato alla grande.

Ma forse siamo noi che ci facciamo troppe domande.

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