Ogni volta, e accade sempre più spesso, che vengono richiesti sacrifici alle italiche genti, torna la solita polemica su quelli che invece dai suddetti sacrifici non vengono neppure sfiorati. E il pensiero va inevitabilmente alla chiesa cattolica. La manovra di Monti prevede il ritorno della famosa ICI (ha cambiato nome ma è sempre quella, anzi questa è peggio).
La domanda, semplice, che si pone chiunque sia proprietario di un immobile è: perché io la devo pagare e gli immobili ecclesiastici no? Non è una questione di poco conto, se ci pensate bene, dal momento che in questi giorni uno dei termini più in voga è "equità". Comunque sia, pare che questa volta la suddetta polemica si sia spinta un po' troppo in là, tanto che stamattina quelli Avvenire hanno deliziato i lettori con un editoriale leggermente infuocato.
Peccato che i dati e le cifre raccontino una realtà un tantino diversa da quello che ci racconta il quotidiano della CEI, ma tant'è. Ognuno ha la possibilità di verificare da sé come stanno le cose. Come piccola nota a margine, vorrei dire che dal mio punto di vista la distinzione tra edifici adibiti a scopi religiosi (esentati dall'ICI) e commerciali (non esentati solo in teoria) è totalmente infondata, in quanto ogni religione dovrebbe per serietà e correttezza riuscire a sostenersi con il solo contributo dei fedeli.
Ovviamente sto ragionando per assurdo.
ci sono religioni che si auto-sostentano ma in genere sono quelle minori quelle grosse grasse e ricche di fedeli e di soldi invece vogliono essere mantenute
RispondiEliminacome dire too big to fail e quindi devono essere salvate dai contribuenti :-)