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giovedì 18 agosto 2011

Avvenire replica (male)

Nei giorni scorsi tre giornalisti di tre testate differenti, Gramellini, Facci e Severgnini, avevano fatto notare ai rispettivi lettori che la pesante manovra economica al centro delle cronache di questi giorni, e sicuramente di molti di quelli a venire, non tocca neanche di un centesimo la chiesa cattolica.

Oggi, Avvenire, ha provato a replicare al terzetto con questo articolo a firma Umberto Folena, nel quale sostanzialmente si tenta di smontare il fatto che la chiesa gravi sullo stato italiano per circa 4 miliardi di euro l'anno. Peccato che l'opera di smontaggio sia un tantino fumosa, poco chiara. Scrive Folena:

Quanto ai quattro miliardi, i tre citano una non meglio precisata «stima europea». Un lettore pensa a qualche autorevole organismo di Strasburgo o Bruxelles…

Non so quale sia questo fantomatico organismo, ma so per certo che nel 2007 una approfondita e dettagliata inchiesta fu portata avanti per Repubblica da Curzio Maltese. Un'inchiesta (qui il pdf) non basata su "vaghe stime senza fonte", come scrive Avvenire, ma basata su dati e cifre che non mi risulta nessuno sia stato ancora in grado di confutare.

Quindi, i famosi 4 miliardi di cui hanno parlato i tre giornalisti non sono "lo schizzo cattivo di un laicismo che intende eliminare ogni presenza sociale e pubblica della Chiesa", impresa per altro impossibile, ma sono dati e numeri. Come i numeri dell'8 x 1000, ad esempio, e del suo meccanismo di attribuzione delle scelte inespresse, del quale Folena si guarda bene dal parlare.

1 commento:

  1. sempre mio padre sostiene che i 4 miliardi circa di mantenimento della Chiesa da parte dell'Italia siano uno scandalo ma che non si può fare nulla perché il tutto è regolamentato dai patti lateranensi e dal concordato del 1984 (mi pare). Trattasi - dice - di patti bilaterali che possono essere modificati solo se una delle parti è d'accordo. In pratica sarebbe una sorta di contratto (ho letto una cosa simile pure in un articolo di un ultramegacattolico) che non può essere modificato previo consenso di una delle parti.
    Io la vedrei diversamente. Dovrebbe essere un trattato - per altro contrario ai principi dell'Unione Europea e pure dell'Onu - che può essere annullato o modificato anche da una delle parti, previo consulto con l'altra se sussistono motivi tali da impedire all'Italia di continuare a mantenere lo Stato del vaticano (perché di questo si tratta).
    Chi abbia ragione non lo so ma comincia ad essere scandaloso. Inoltre non ci sono precedenti al mondo.

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