Pagine

martedì 20 luglio 2010

Le intercettazioni e le lacrime di coccodrillo

Non so se sia a causa dei fischi e delle proteste dei tifosi del Milan al coro di "Zero acquisti, zero abbonamenti". Fatto sta che a Berlusconi l'ultimo emendamento presentato dal governo, che secondo molti ammorbidirebbe la questione della pubblicabilità degli atti giudiziari, proprio non va giù.

In pratica, secondo questa modifica, figlia probabilmente della componente finiana del governo, quella più ostile a tutto il progetto di legge, salterebbe il divieto di pubblicazione degli atti giudiziari prima dell'udienza preliminare, previa una decisione collegiale tra il gip e le parti. Voi sapete che uno dei punti più controversi, quello che è stato soprannominato appunto "bavaglio" e che ha portato a clamorose proteste da parte di giornalisti e società civile, era appunto il divieto in prima stesura di pubblicare notizie rilevanti e di interesse pubblico prima dell'udienza preliminare di un processo, cioè anche due o tre anni dopo il verificarsi dei fatti. Ecco, il nuovo emendamento, di cui tutti parlano in queste ore, dovrebbe bypassare tutto questo e consentire comunque la pubblicazione di atti "rilevanti". Il tutto, comunque, è ancora piuttosto fumoso e incerto.

Il problema è che non vedo il motivo per cui tutti festeggino. Riferendosi sempre al famoso esempio della montagna di letame e del cucchiaino, infatti, questa modifica dai contorni non ancora ben definiti, qualora venisse approvata non sarebbe altro che un ulteriore cucchiaino levato dal mucchio. Quello che molti dimenticano, infatti, o fanno finta di dimenticare, è che tutto l'impianto di legge si regge su due punti fondamentali: bavaglio alla stampa e grosse limitazione alla possibilità di intercettare. Non è che ammorbidendo uno dei due il tutto migliori. L'unica soluzione, come molti hanno già auspicato, sarebbe prendere il testo come sta e buttarlo una buona volta nel cesso.

Scusate, che senso ha consentire una più ampia possibilità di pubblicare eventuali atti o intercettazioni quando, a monte, rimane invariata la parte di legge che ne limita fortemente l'utilizzo? Se non si può più intercettare cosa si pubblica poi? (i gravi indizi di reato, le 78 ore di proroga e l'obbligo che ogni rinnovo del decreto di intercettazione sia validato da tre giudici in composizione collegiale invece che uno sono ancora in vigore).

Insomma, i giornali comincino a fasteggiare quando avranno la notizia che il governo ha rinunciato completamente a questa porcata, non ogni volta che tolgono un po' di letame dal mucchio come fumo negli occhi.

Nessun commento:

Posta un commento