Nei giorni successivi al sisma, il numero di abruzzesi sfollati è stato stimato in oltre 60.000 unità. Le soluzioni adottate per trovare una sistemazione a tutti sono state diverse: oltre 30.000 si sono auto-organizzati per conto proprio, oltre 12.000 hanno usufruito del progetto C.A.S.E. (le famose new town), 2.300 sono stati sistemati nei M.A.P. (moduli abitativi provvisori) e altri ancora, circa 6.000, sono stati ospitati negli alberghi lungo la costa abruzzese (fonte).
Il problema venuto alla luce in questi giorni - veramente è da un po' che se ne parla, ma la cosa è sempre rimasta sottotraccia - riguarda proprio questi ultimi. Pare infatti che i fondi che lo stato prima e la regione poi dovevano elargire agli albergatori siano terminati, anzi in alcuni casi non siano proprio arrivati, e molti albergatori si starebbero apprestando a mandare via gli sfollati rimasti, circa 4.000, per far posto ai villeggianti - la stagione estiva è ormai nel suo pieno - e cercare così di recuperare un po' di soldi.
Scriveva ieri il Tg3 sul suo sito:
Solo a Teramo e provincia, le strutture alberghiere che hanno ospitato terremotati sono circa 130. E l’accordo con la Regione prevedeva un acconto per le spese subito e poi saldo entro 60 giorni. In realtà non è avvenuto nulla di simile. Spiega l’albergatore nella sua denuncia che “fino a quando c’è stata la Protezione civile a gestire l’emergenza abbiamo ricevuto pagamenti posticipati, ma con regolarità”. Poi, dal primo gennaio, la palla è passata alla Regione e i pagamenti si sono rarefatti, fino a scomparire del tutto.
Secondo quanto riferisce l'albergatore: “Dalla Regione dobbiamo ancora ricevere 600mila euro solo per l’albergo” spiega. E l'unica soluzione per far fronte ad una crisi che gli ha già fatto accumulare mezzo milione di debiti è cacciare gli sfollati anche perché in Regione “non c’è un referente con cui parlare e da cui avere risposte precise e l’unica cosa che mi hanno detto quando ho telefonato è che l’ente non ha soldi per i rimborsi e che facciamo bene a mandare via gli sfollati”.
Anche il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialiente, ha qualcosa di dire. Scriveva ieri Il Mattino:
"In questo momento ci troviamo con 70 milioni di buco con tutti gli albergatori - prosegue Cialente - gli ultimi acconti sono stati pagati ad agosto, settembre e ottobre, ma sempre dalla Regione, soldi sempre gestiti dal presidente Chiodi. Chiaramente, allora, i soldi arrivavano". E poi cosa è successo? "Dal mese di novembre non è arrivata più una lira. Dopo di che ci sono arrivati 122 milioni di euro, con i quali abbiamo dovuto pagare parecchie cose, e per gli alberghi sono rimasti solo 20mln, per cui gli albergatori avanzano in questo momento 70 milioni".
[...]
"Il problema è che i soldi dell'emergenza non so dove si trovino. Proprio questa mattina parlavo con il ministero e sembra che da qualche parte i soldi ci siano, che sia rimasto qualcosa alla Protezione Civile, ma la Protezione Civile dice di non averli. La situazione è drammatica e nessuno sembra volerlo capire", lamenta ancora il sindaco dell'Aquila. Come se ne esce? "L'unica è che Tremonti accetti di incontrarsi con me e con Chiodi, almeno vorremmo spiegare. Io ormai Tremonti lo chiamo due volte a settimana, ma non ho mai avuto il piacere di poterci parlare. Sembriamo un po' degli appestati, non so, la situazione è tragica".
Lo so, non è mai corretto fare dell'ironia davanti a queste tragedie, ma visto che, come afferma Cialiente, il governo sembra fare orecchie da mercante, forse si potrebbe chiedere al presidente del Consiglio se la sua offerta fatta subito dopo i funerali delle vittime è ancora valida.
ho parlato - o per meglio dire - litigato con un mio amico ieri sera il quale sostiene che a l'aquila i giornali di sinistra (sempre la famosa sinistra!)tra cui il Corriere della Sera (!!!) hanno mostrato 2 o 3 palazzi rotti a l'aquila per attaccare il governo e negare che abbia iniziato la ricostruzione, quando in realtà la situazione è ormai avviata alla normalità e la gente ha le nuove case in cui vive tranquillamente.
RispondiEliminaVolevo far notare a questo mio "amico" (ormai ex) che una città non è composta solo di case (ma poi quali casi e quante??)ma anche di un'economia, di commercio, di lavoro, di svago tutte cose che a l'aquila non esistono più. non c'è più un settore industriale, commerciale, non c'è un centro storico agibile e ci sono migliaia di persone che si trovano, come hai giustamente scritto, in alberghi sparsi per il litorale abbruzzese.
Di fronte a questa evidenza è da caproni voler intestardirsi a dire che tutto è normale. e poi di quale ricostruzione va cianciando!
e non è la prima persona che arriva a dire queste cose. Dove vivo io è dato per assodato che il corriere della sera sia un giornale di sinistra, qualcuno arriva a definire tale persino Libero!
io potrei pensare ad un troll se simili idiozie venissero scritte in rete, ma in questo caso queste idiozie vengono dette nei bar, in qualche luogo di ritrovo, o da qualche amico che ogni tanto, per masochismo, decido di frequentare.
E' inquietante che questa idea impregna l'aria e che tante persone (quelle che non leggono un cavolo ma si vedono tg5 o qualche altro tg simile) si bevono con la cannuccia tutte le cavolate che ci propinano.
l'aquila è stata ricostruita! a manifestare a Roma erano anarcoinsurrezionalisti e facinorosi! va tutto bene, l'economia è in crescita e bla bla bla..
intanto proprio ieri su un blog ho letto che ci sono 8 milioni di poveri in più in Italia e circa 100.000 disoccupati al sud!
non è un po' in contrasto con l'economia in crescità??
Il discorso Abruzzo è piuttosto complesso. Io non sono tra quelli che pensano che il governo non abbia fatto niente o che abbia fatto poco e male. Cerco di essere obiettivo, e, come ho scritto in altri post su questo tema, penso che il governo abbia fatto quello che era nelle sue possibilità.
RispondiEliminaPoi ci sono alcuni aspetti che fanno discutere. Aspetti che riguardano la gestione piuttosto "autoritaria" della protezione civile, la questione della scadenza della moratoria sulle imposte, e, in ultimo, la storia degli sfollati ospitati negli alberghi che stanno per essere buttati fuori perché il governo o la regione (vallo a sapere) non hanno i fondi necessari.
Insomma, alcune cose sono state indubbiamente fatte; altre, ad esempio la famosa ricostruzione, mi risulta che non siano ancora cominciate. Ripeto, nessuno vuole criticare a priori l'operato del governo. Ma da qui ad arrivare al famoso "miracolo" descritto da Berlusconi e soci ce ne passa.