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lunedì 17 maggio 2010

Una sfilza di no


Non so quale "no", della lunga sfilza che è arrivata a Berlusconi, gli faccia più male. Così, a naso, conoscendo la sua nota ammirazione per l'universo femminile, di cui peraltro si è già circondato anche al governo, direi quello della Marcegaglia, come metteva in evidenza anche il Giornale, ieri.

Eh sì, perche la signora, già presidente di Confindustria, ringrazia e declina gentilmente l'invito ("Non esiste"): lei si trova bene dov'è. E' lo stesso rifiuto già espresso da Montezemolo qualche giorno fa. E così quella che Berlusconi, il giorno stesso delle dimissioni di Scajola, aveva definito una faccenda che si risolve al massimo in un paio di giorni - l'aveva detto anche a Napolitano - pare andare piuttosto per le lunghe.

Il motivo in realtà è molto semplice: la poltrona di ministro delle attività produttive è piuttosto delicata (c'è in ballo ad esempio il nucleare), e sono molteplici, quindi, gli interessati. Si era parlato di Paolo Romani, attuale sottosegretario alle comunicazioni, poi tale Guido Possa, "un amico di vecchia data del premier" (amico? E la meritocrazia?). Ma Berlusconi deve fare i conti anche con la Lega, che già all'indomani delle dimissioni di Scajola aveva messo gli occhi su quella poltrona. Insomma, come al solito la poltrona è una e i pretendenti sono molti. Per adesso, quindi, tutto langue.

Per Berlusconi, comunque, è un momentaccio. Oltre al no della Marcegaglia, infatti, ci sono altri dinieghi in arrivo che lo preoccupano. C'è ad esempio quello di Casini. Il premier, come scriveva ieri Repubblica, è in questo momento all'"angolo": da una parte ci sono i recalcitranti finiani coi loro "no" su tutto; da un'altra c'è l'incombente manovrina da 25 miliardi che a breve costerà sudore e sangue agli italiani; da un'altra ancora ci sono le inchieste giudiziarie che stanno "facendo fuori", uno dopo l'altro, tutti gli uomini più vicini al cavaliere (Bertolaso, Verdini, Scajola, Cappellacci, ecc...). Come si fa a combinare qualcosa in queste condizioni? Come si fa a fare qualcuna delle famose riforme che promettono ormai da due anni e che molti pidiellini cominciano ormai a rinfacciare? Non si può.

Ecco perché il no di Casini pesa ("Mi spiace per Silvio, ma non sono interessato a fare da stampella"). Perché Berlusconi pensava a un eventuale accordo con l'UDC in chiave di sostituzione dei finiani, ormai relegati al ruolo di oppositori. Il problema vero, però, è che oltre al no di Casini c'è (quasi sicuramente) quello di Bossi, il quale considera l'ex leader democristiano un "infido nemico" della Lega. Alleanze con lui, quindi, almeno per il momento, neanche a parlarne. Ecco quindi che il cerchio si chiude. Berlusconi - situazione probabilmente inedita per lui - si trova a fronteggiare una serie di no come non si era mai vista, e a cui non è quindi abituato. E' rimasta la magistratura: chiederà aiuto anche lì?

2 commenti:

  1. NON CENTRA NULLA

    Conoscendoti (per via blog .. s'intende)... Non puoi essere insensibile alla notizia della morte di R.J. DIO. Ti volevo solo proporre di citarlo sul tuo blog.... La sua musica e quella edei suoi gruppi ha lasciato il segno nella nostra generazione.......

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