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sabato 22 maggio 2010

Per chi li subisce, i reati sono tutti gravi

Dopo i magistrati, gli editori, i giornalisti, gli americani, la società civile, l'ala finiana del Pdl, è arrivata anche la Polizia. "Rimane inaccettabile che il Parlamento, pur nella sua sovranita', riduca a 75 giorni l'ascolto di utenze quando si indaga per reati che per la collettivita' non sono da meno rispetto ai delitti di mafia", ha dichiarato l'Associazione nazionale funzionari di polizia. Il cui segretario, poi, aggiunge: "Per le vittime i reati sono tutti gravi e non esistono delitti ordinari. Basti vedere con quali pene sono punibili i reati considerati ordinari nel ddl intercettazioni".

Perché anche la Polizia esprime i suoi timori? Perché i 75 giorni menzionati dal funzionario corrispondono, secondo la nuova legge, al tempo massimo concesso per poter intercettare. Capite da voi che una norma del genere è fuori da qualsiasi logica. In pratica lo stato si dà un tempo: se si scopre qualcosa bene, altrimenti tanti saluti, si stacca tutto e chi s'è visto s'è visto. Il problema è che i delinquenti non si danno un tempo. E se, mettiamo, il settantacinquesimo giorno uno degli intercettati dice che domani andrà ad uccidere Tizio? Niente da fare, la legge è inflessibile, si chiude tutto e sono cavoli suoi.

Ecco, questa cosa la sta mettendo in campo il governo del fare, della sicurezza dei cittadini prima di tutto, e tante belle chiacchiere. Con questi presupposti, tra l'altro, il prode Alfano ha cercato oggi di rassicurare l'amministrazione USA che, come ricorderete, aveva espresso qualche preoccupazione sull'imminente porcata. E lo ha fatto con una dichiarazione tipo: "Nessun limite per mafia e terrorismo". Allora, se l'italiano non m'inganna - eventualmente correggetemi - questa frase significa che per i reati al di fuori di queste due categorie qualche problema c'è. Giusto? E sono tutti quei reati, come ricordava il funzionario di Polizia qui sopra, che per chi li subisce sono gravi esattamente come se si trattasse di mafia e terrorismo. Se, per fare un esempio, mi uccidono un parente e non ho la più pallida idea di chi sia stato (si indaga contro ignoti, non si può intercettare), non mi frega assolutamente niente del fatto che i reati di mafia o terrorismo siano classificati più gravi. Per me la gravità di ciò che mi è capitato non ha eguali.

Scriveva l'altro ieri Bruno Tinti sul suo blog:

Il divieto di intercettare il telefono della persona offesa in caso di reato commesso da ignoti; a meno che sia la stessa persona offesa a richiederlo. Così tutte le vittime di estorsioni, che abitualmente hanno paura di far intervenire la Giustizia e preferiscono pagare, continueranno a pagare in silenzio. L’ipocrisia di binari preferenziali per i delitti di mafia e terrorismo, per i quali si può intercettare senza limiti di tempo e, in caso di reato commesso da ignoti, senza consenso della persona offesa: vera e propria mistificazione per far credere ai cittadini che, nei casi di maggiore gravità, la “sicurezza” prevarrà sulla “privacy”. Ipocrisia vergognosa, perché nessun delitto ha un’etichetta che dica “mafia”. Un omicidio, un incendio, possono avere mille moventi; solo con le intercettazioni si scoprirà se, a monte, vi era la mafia oppure passione, interesse. Così, per l’incendio del negozio, della macchina, della casa ci sarà sempre bisogno della richiesta della parte offesa per intercettare. E questa sarà sempre meno probabile quanto più gli autori dell’incendio siano mafiosi.

Insomma, alla fine un lato positivo di tutta la questione c'è. Sarà in circolazione un mascalzone in più che la farà franca; però vuoi mettere la tutela della privacy?

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