C'è qualche parroco tra i miei lettori? No, perché ho bisogno di capire questa cosa. Come forse ricorderete, al presidente Berlusconi è stato somministrato il sacramento della comunione durante la messa per i funerali di Vianello. Berlusconi è ufficialmente divorziato dalla prima moglie e in procinto di separarsi dalla seconda. Per la chiesa, quindi, a meno che non sia cambiato qualcosa in questi giorni, il presidente del consiglio non ne avrebbe avuto diritto.
La cosa ha fatto comprensibilmente un po' di rumore, tanto che un avvocato ha pure scritto al papa per chiedere spiegazioni, probabilmente anche in seguito ai tentennamenti del povero don Walter, che interpellato in merito ha dichiarato: "Io me lo sono trovato davanti, nella fila di chi era in attesa della comunione. E cosa potevo fare, negargliela? Non è certo durante una cerimonia che si può porre una questione simile. E poi, il prete che celebra la messa mica può essere a conoscenza dello stato civile di chi viene all’altare per prendere l’eucarestia!".
Naturalmente la Chiesa ha sempre una spiegazione a tutto. Ecco infatti fare capolino mons. Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita e cappellano di Montecitorio. L'alto prelato ha dichiarato: "Dopo la separazione dalla seconda moglie Veronica Lario, Silvio Berlusconi non vive piu' nel peccato e quindi puo' fare la comunione senza problemi". E ancora: "La Chiesa non ha mai cambiato idea: i divorziati che si sono risposati una seconda volta civilmente non possono accostarsi alla comunione. Con la separazione dalla seconda moglie, Berlusconi e' quindi tornato ad una situazione, diciamo così, ex ante".
Allora, aiutatemi un po' voi. Se non ho interpretato male le parole di Fisichella, se uno divorzia e si risposa civilmente non è in grazia di Dio; se divorzia o si separa per la seconda volta, ecco che torna in grazia di Dio in quanto la situazione in cui torna è quella "ex ante", cioè quella in cui si trovava prima del primo matrimonio. Quindi, riprendendo un po' il pensiero di metilparaben, se uno sfascia una sola famiglia non può fare la comunione; se ne sfascia due sì.
C'è il prete?
Ciao Andrea, leggo con interesse il tuo blog. Mi dispiace per i vari troll e ti capisco, ho dovuto moderare i post anche io nel mio tempo fa.
RispondiEliminaHo deciso di scriverti questa volta perchè dopo questo tuo post ero rimasto anch'io col dubbio e, nell'attesa di un prete sono andato a controllare il diritto canonico...
Sembra che Fisichella stavolta abbia ragione...
Lo posterò anche negli altri blog che hanno ripreso il tuo scritto, ma la comunione è proibita solo ai divorziati conviventi, e questo ha anche un motivo ben chiaro e preciso: per il credente, l'unico matrimonio valido è quello del SACRAMENTO del primo matrimonio Cristiano, mentre i successivi 'matrimoni civili' o convinvenze, sono un peccato in quanto contrastano la sacramentalità del matrimonio di fronte a Cristo. Se questo peccato cessa, cessa anche la proibizione.
Non che mi piaccia, come cosa, anzi, mi lascia perplesso, ma ecco il link alla pagina del diritto canonico.
Peraltro la Comunione l'hanno inventata loro e spetta a loro decidere come distribuirla...
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_14091994_rec-holy-comm-by-divorced_it.html
Ho controllato il diritto canonico, sembra che Fisichella stavolta abbia ragione...
RispondiEliminaLa comunione è proibita solo ai divorziati conviventi, e questo ha anche un motivo ben chiaro e preciso: per il credente, l'unico matrimonio valido è quello del SACRAMENTO del primo matrimonio Cristiano, mentre i successivi 'matrimoni civili' o convinvenze, sono un peccato in quanto contrastano la sacramentalità del matrimonio di fronte a Cristo. Se questo peccato cessa, cessa anche la proibizione.
Non che mi piaccia, come cosa, anzi, mi lascia perplesso, ma ecco il link alla pagina del diritto canonico.
Peraltro la Comunione l'hanno inventata loro e spetta a loro decidere come distribuirla...
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_14091994_rec-holy-comm-by-divorced_it.html
Quindi nel mio post ho scritto correttamente: "se uno divorzia e si risposa civilmente non è in grazia di Dio; se divorzia o si separa per la seconda volta, ecco che torna in grazia di Dio".
RispondiEliminaIo non ho mai messo in dubbio, formalmente, le precisazioni di Fisichella. Quello che mi permetto di mettere in evidenza è l'illogicità di tutto ciò. Illogicità tipo - alla luce di tutto questo ragionamento - trovarsi in grazia di Dio dopo anche 10 divorzi purché non sposati (liberi, quindi) nel momento in cui si fa la comunione.
Ma non c'è da stupirsi: se il critianesimo fosse una cosa logica non sarebbe una religione.