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lunedì 8 febbraio 2010

Le balle della domenica

Ieri era domenica, giorno dedicato solitamente allo svago, e non so quindi quanti abbiano seguito la trasmissione della Annunziata con ospite il ministro Angelino Alfano. Fatto sta, comunque, che alla trasmissione lui c'è andato e ha risposto, pare, alle domande della giornalista. Alcune cose che ha detto meritano di essere riportate e ovviamente commentate.

"Berlusconi non si sottrarrà alla giustizia" né "sottrarrà tempo al governo", ha detto Alfano. Noi non sappiamo se sottrarrà tempo al governo; quello che sappiamo sicuramente è che finora se l'ha sottratto non l'ha fatto certo a causa dei suoi impegni in tribunale, visto che non si è presentato a un'udienza che sia una. "Berlusconi vorrebbe andare in tribunale sempre - dice il Guardasigilli - ma il tribunale è un luogo dove si studiano i processi e dove ci si difende dalle accuse studiando le carte. Lui avrebbe studiato i faldoni e sottratto tempo al governo". Beh, si dà il caso che gli avvocati siano stati inventati proprio per questo, e Berlusconi non mi sembra esattamente il tipo che non se ne può permettere quanti ne vuole. Potrebbe benissimo far studiare i famosi faldoni dai suoi avvocati e partecipare comunque alle udienze. Mi pare di aver letto che i giudici che seguono i suoi processi sarebbero addirittura disposti a fare le udienze al sabato o anche alla domenica, all'occorrenza, sempre ovviamente che il nostro non abbia anche in quei giorni qualche cavalcavia da inaugurare.

D'altra parte, se non ricordo male, fu proprio il premier, all'indomani della bocciatura del lodo Alfano, a dichiarare che "i processi che mi scaglieranno sono delle farse, andrò là [in tribunale, ndr] e li sbugiarderò tutti". Poi lo sappiamo com'è andata a finire, ma mica è colpa nostra se lui dice una cosa e poi ne fa un'altra. Giova ricordare, a tal proposito, che pure Andreotti all'epoca in cui era presidente del Consiglio ha avuto parecchio da fare coi tribunali (rapporti con la mafia, omicidio Pecorelli, ecc...). A differenza di Berlusconi, però, si è sempre presentato a tutte le udienze, addirittura arrivando prima del dibattimento e uscendo per ultimo dopo aver salutato il pm e il presidente, raccontava Scalfari su Repubblica qualche tempo fa. E non si ricorda che lo stesso Andreotti si sia mai lanciato nella demonizzazione della magistratura, lamentando complotti ai suoi danni o apostrofando i giudici che lo stavano giudicando come comunisti o sovversivi. La statura politica tra uomini dello stato si misura insomma anche dal rispetto per le istituzioni, e qui Berlusconi ne esce proprio male. E dire, oltretutto, che Andreotti non mi è mai stato simpatico.

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