Penso tutto il bene possibile di Emma Bonino come candidata Pd per la regione Lazio in vista delle regionali di marzo. Il partito radicale mi ha sempre affascinato, sia per la sostanziale coerenza nelle sue battaglie di questi ultimi 30 anni - contesto solo alcune saltuarie cadute di stile -, sia perché è stato l'unico partito che si è sempre battuto per la laicità dello stato e delle istituzioni senza se e senza ma. Poi, certo, il partito radicale ha anche sfornato gente come Capezzone e Rutelli: pazienza, non tutte le ciambelle riescono col buco. La Bonino, comunque, è a mio parere il classico politico che vorrei addirittura presidente del consiglio: è brava, è coerente, è onesta e, fatto di non poco conto visti i tempi, non ha pendenze giudiziarie di alcun tipo.
Penso che sia una figura che può aiutare parecchio il Pd a risollevarsi un pochino da quella specie di coma profondo in cui giace ormai da anni senza apparenti vie d'uscita. Insomma, una candidatura di prestigio. Una candidatura, però, che non poteva naturalmente suscitare qualche perplessità, specialmente all'interno della corrente più vaticano-integralista del partito di Bersani. La Binetti, ad esempio, ha già dichiarato che l'eventuale appoggio del Pd alla Bonino determinerà automaticamente la sua immediata fuoriuscita (se fossi un elettore del Pd non mi lascerei scappare l'occasione) e l'appoggio alla candidata di centrodestra Polverini. Casini, pochi giorni fa, si è accodato dicendo che tra Polverini e Bonino l'Udc appoggerà la prima. Ieri, poi, è arrivata la presa di posizione ufficiale dell'Avvenire, organo dei vescovi italiani, il quale ha parlato addirittura di "deriva laicista". "Il PD, appoggiando Bonino, rischierebbe di essere risucchiato su posizioni laiciste”, ha sentenziato il noto quotidiano, preoccupato anche per “l’emorragia di esponenti cattolici e moderati” che comporterebbe questa scelta. Bah, ognuno è libero di pensarla come vuole.
Bersani, comunque, superando la leggendaria titubanza su ogni decisione da prendere che lo ha contraddistinto da quando è segretario del Pd, ha alla fine deciso di appoggiare la candidatura, definendo la leader radicale «una fuoriclasse, fuori dagli stereotipi» (mamma mia, che slancio!), nonostante dentro e fuori dal partito siano ancora molte le resistenze. La dimostrazione, comunque, che con la Bonino il Pd è sulla strada giusta arriva dalla parte opposta, dal Pdl. Cicchitto, infatti, vede la sua candidatura come una débâcle per la sinistra. E' appunto la conferma che la strada imboccata è quella buona.
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