Quelli di Panorama ne sono convinti: "...da qui a poco ci sarà un terremoto giudiziario destinato a minare nelle fondamenta il castello costruito intorno alle presunte rivelazioni di D’Addario e del suo mentore, l’imprenditore Gianpaolo Tarantini". Ora, intendiamoci, nessuno esclude a priori che tutta la vicenda di cui è stato al centro il presidente del Consiglio sia frutto di un (finora poco credibile) complotto - la procura di Bari continua a smentire che si stia indagando in tal senso.
Quello che invece mi sento di escludere è l'opportunità da parte degli house organ di rimettere in pista questa storia, specie alla vigilia di quella che si annuncia essere una delle campagne elettorali più delicate degli ultimi anni. Molte regioni sono infatti in potenziale bilico e non in tutte le cose vanno come Berlusconi vorrebbe. Certo, alla Mondadori avranno fatto i loro conti, ma io al loro posto avrei aspettato magari il dopo-elezioni per ritirare fuori questa storia. Se poi si considera che giusto questa mattina, in visita a Gerusalemme (a Gerusalemme?), ha ritirato fuori il vecchio pistolotto trito e ritrito della campagna di stampa ai suoi danni più aggressiva della storia...
Insomma, il rischio è quello che alcuni milioni di italiani, che magari avevano chiuso da tempo questa storia nel cassetto (o che magari non ne hanno mai saputo niente del tutto), ritornino indietro con la memoria, scoprendo magari che il nostro se ne andava allegramente a zoccole mentre il resto della nazione era alle prese con la più grave crisi economica degli ultimi decenni. Non mi pare una gran pubblicità.
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