Ricordate quando il governo aveva in mente di ridimensionare fortemente le intercettazioni telefoniche? (non ha abbandonato il progetto, non preoccupatevi). Per giustificare il provvedimento, gli house organ di casa, insieme a tiggì compiacenti, hanno iniziato una campagna (dis)informativa senza precedenti per raccontarci che sono pericolose perché violano la privacy degli italiani, perché sono costosissime e altre sciocchezze del genere - ne ho parlato a lungo in queste pagine e non sto a tornarci sopra -.
Poi, sempre tramite le trombette di governo, è stata messa nel mirino la magistratura, quella che da quando Berlusconi è sceso in politica (dice lui) lo tartassa in tutti i modi. E quindi è cominciato il martellamento sulla necessità improcrastinabile di separare le carriere e le funzioni tra magistratura inquirente e giudicante, il martellamento sui giudici fannulloni, ecc... (ovviamente sono tutte balle, come potete vedere scorrendo i link nella colonna qui a fianco).
Adesso c'è il problema dei pentiti, venuto improvvisamente alla ribalta da quando sono state riaperte le indagini sui collegamenti tra mafia e stato in riferimento alle stragi dei primi anni '90. Stamattina, come sapete, c'è a Torino la deposizione del cosiddetto killer di Brancaccio nell'ambito del processo a Dell'Utri. Parlerà quello Spatuzza che da molti giorni ormai è l'incubo del cavaliere, molto più dei processi Mills e Mediaset. Potevano i trombettieri di corte restarsene buoni? Ma neanche per sogno. Ecco quindi che già da un po' i vari ministri ad personam hanno cominciato ad infestare giornali e tv con l'unico scopo di delegittimare le parole dei pentiti e l'attendibilità degli stessi.
La ciliegina sulla torta di questa ondata di delegittimazione l'ha messa Libero ieri mattina, spiegando in un mirabile articolo quanto costano i pentiti allo stato.
L'articolo è una piccola perla che varrebbe la pena conservare a futura memoria. Si mette infatti l'accento sul fatto che i pentiti coi loro programmi di protezione costano allo stato - pensate - "circa 65 milioni e mezzo ogni dodici mesi". 65 milioni all'anno su un totale delle spese per la giustizia che si aggira sui 7 miliardi annui (dati 2007). Uno sproposito, come si capisce bene. Ovviamente non si dice quanto lo stato ha incamerato grazie alla collaborazione dei pentiti e ai beni confiscati alla mafia grazie alle rivelazioni di questi ultimi. Non si dice l'importanza che hanno avuto i pentiti, da Buscetta in poi ma anche prima, nell'infliggere i più grandi colpi alla mafia da parte dello stato. No, adesso la parola d'ordine è delegittimare e screditare. Lo impone la situazione.
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