Cgil e opposizione potrebbero anche aver ragione a strillare sul presunto scippo del tfr da parte del governo di cui si parla tanto in queste ore. Ma occorre precisare alcune cose. In primo luogo il trasferimento di parte di questi fondi dall'Inps, che li gestisce, al Tesoro per coprire parte della finanziaria non è uno "scippo", perché se la vogliamo mettere in questi termini bisognerebbe dire allora che tale scippo c'è già stato nel 2005 con la riforma del tfr, che ha permesso all'Inps di prendersi i soldi dei lavoratori impiegati in aziende con più di 50 dipendenti senza che questi possano fiatare (dov'erano i sindacati allora?).
In secondo luogo, e in base a quel poco che so di economia, penso che i timori esternati da Bonanni ("Deve essere chiaro che i lavoratori non perderanno nulla: l'esecutivo lo dica subito e ufficialmente") siano infondati. Il fatto che il governo pensi di prelevare parte di questi fondi non implica che i lavoratori correranno il rischio di non vederseli riconosciuti alla bisogna, ma implica semmai un probabile futuro aumento della pressione fiscale per coprire questi ammanchi. Insomma, mi sembra che tutto lo strillare di queste ore sia abbastanza fuori luogo.
Poi, certo, se si guarda la questione dal punto di vista della facilità con cui il governo mette le mani sui soldi dei lavoratori senza neanche chiedere il permesso - il che, questo sì, fa abbastanza incazzare perché richiama tanto il famoso "raschiare il fondo del barile" - allora protestiamo pure. Io ci sono.
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