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domenica 27 dicembre 2009

Allarmi terrorismo posticci

Per questa volta è andata bene: la prontezza di spirito dell'equipaggio e di alcuni passeggeri (e soprattutto la cilecca dell'esplosivo) ha evitato che a quest'ora si stesse qui a piangere chissà quanti morti. Mi riferisco al fallito attentato terroristico ad opera di Umar Faruk Abdulmutallab, 23 anni, nigeriano, rimasto ustionato nel tentativo di innescare l'esplosivo sull'aereo, che aveva intenzione di far esplodere il volo Amsterdam-Detroit poco prima dell'atterraggio.

A mio avviso sono almeno due gli elementi curiosi in tutta la vicenda. Il primo è che l'attentatore, per sua ammissione affiliato ad AlQaeda, è riuscito a passare i controlli aureoportuali all'imbarco nascondendo l'esplosivo nelle mutande. Scrive l'Ansa:

Il giovane incriminato aveva confessato agli inquirenti di avere trascorso un mese in un campo di addestramento di Al Qaida nello Yemen dove ha ricevuto dalla organizzazione terrorista un paio di mutande con due tasche segrete.

Nella prima era stato nascosto un pacchetto di plastica contenente circa 80 grammi di PETN (una sostanza simile alla nitroglicerina) e nell'altra una siringa con una sostanza chimica da usare come detonatore del potente esplosivo. Le due tasche erano state cucite nell'area dei testicoli per rendere improbabile una perquisizione manuale in tale aerea. Ma qualcosa non ha funzionato. Quando il nigeriano a bordo del volo diretto da Amsterdam a Detroit ha tentato di far esplodere l'ordigno, si sono sprigionate solo fiamme e fumo. L'attentatore è stato immediatamente bloccato da alcuni passeggeri e da alcuni membri dell'equipaggio che hanno anche rapidamente soffocato le fiamme usando coperte ed estintori.

Il secondo elemento è che, già nelle ore successive al fallito attentato, sono state attivate tutte una serie di restrizioni verso i voli per gli USA insieme ad un'intensificazione dei controlli in tutti gli aereoporti collegati. Misure importanti, certo, ma evidentemente tardive. In questo caso, dicevo, è andata bene, ma se l'attentato fosse andato in porto? Oltretutto, almeno a quanto risulta, il signore in questione non era uno sconosciuto, e nonostante questo non era inserito nella "no-fly list". Scrive il Corriere:

L’attentatore era su un elenco di possibili terroristi, come mai non è stato individuato alla partenza? Gli americani hanno sostenuto che non c’erano sufficienti informazioni per inserirlo nella “no fly list” che prevede un respingimento al momento del check in. Abdulmutallab era nel database Tide che contiene 500 mila nomi. Di questi meno di 4 mila finiscono nella “no fly list” e 14 mila sono soggetti ad un controllo supplementare obbligatorio al momento dell’imbarco.

Insomma, restrizioni e aumento dei controlli adesso va bene, ma forse, volendo essere un po' pignoli, non si poteva fare qualcosa prima?

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