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venerdì 6 novembre 2009

I soldi ci sono per tutto (tranne che per la rete)

Il Giornale di famiglia ci informa questa mattina che il governo ha stanziato 8,8 miliardi di euro per le grandi opere. Alcune di queste sono: la Pedemontana lombarda, il ponte sullo Stretto di Messina (e ti pareva...), l'alta velocità sulla tratta Milano-Genova. Tra le opere già approvate, inoltre, ci sarebbero l’asse stradale Pedemontana lombarda, le metropolitane M4 e M5 di Milano, il primo lotto della ferrovia ad alta velocità Genova-Milano Terzo valico dei Giovi.

Il ministro Scajola ha dichiarato che "si tratta di un’altra tappa fondamentale dell’azione del governo tesa a far ripartire l’infrastrutturazione del Paese e per colmare il grave ritardo accumulato negli anni". Tutto bello, ovviamente, in Italia si sa come siamo messi a infrastrutture; peccato che questa delibera del Cipe arrivi pochi giorni dopo la decisione sempre del governo di congelare gli 800 milioni di euro destinati in pompa magna, appena un mesetto e mezzo fa, a colmare il cosiddetto digital divide - Brunetta aveva strombazzato 2 Mbps per tutti entro il 2010.

La situazione italiana per quanto riguarda i collegamenti veloci lo sappiamo tutti qual è, non serve insistere più di tanto. Così come è superfluo ricordare che la Finlandia ha recentemente deliberato che l'accesso a internet è un diritto sancito dalla legge e garantito a tutti i cittadini, o che la Francia ha appena presentato un progetto da 10 miliardi di euro (sì, avete letto bene) per consentire a ogni cittadino, entro il 2012, di connettersi a internet tramite fibra ottica a meno di 35 euro al mese.

Da noi si continua a cianciare a vanvera di improbabili ponti sullo stretto e non si riesce (o non si vuole?) a trovare il modo di utilizzare 800 miserabili milioni di euro per la banda larga. Laddove, ogni anno, però, troviamo il modo di regalarne 4 miliardi e mezzo al Vaticano.

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