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sabato 31 ottobre 2009

I due "se" (un po' paraculi) di Berlusconi

«Ho ancora fiducia nell'esistenza di magistrati seri che pronunciano sentenze serie, basate sui fatti. Se ci fosse una condanna in processi come questi, saremmo di fronte a un tale sovvertimento della verità che a maggior ragione sentirei il dovere di resistere al mio posto per difendere la democrazia e lo stato di diritto».

Con questa perla, estratta dall'anticipazione del nuovo libro (come chiamarlo?) di Vespa, si chiude il cerchio.

In pratica, almeno io la intendo così, Berlusconi dice: se nei due processi che ho in corso sarò condannato, vuol dire che la verità è andata a farsi benedire e hanno vinto i giudici comunisti. Se alla fine, invece, ci sarà un'assoluzione, vuol dire che esistono ancora dei "magistrati seri che pronunciano sentenze serie, basate sui fatti". In pratica, in un modo o nell'altro, la giustificazione è bella e pronta.

Questa cosa a casa mia si chiama paraculaggine. (veramente ha anche aggiunto che in caso di condanna non si dimetterà, ma questo si sapeva. Dico, non penserete mica che il suo posto sia preso da un presidente del Consiglio senza pendenze giudiziarie in corso?).

1 commento:

  1. ha anche aggiunto che in caso di condanna non si dimetterà

    questo mi pare ovvio, sennò come fa a difendersi?? ;-)

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