Ci sono matrimoni che funzionano e altri che non funzionano. Quello che si è celebrato tra Forza Italia e Allenza Nazionale, unione che ha dato vita al Popolo della libertà, non funziona. Certo, entrambi i coniugi cercano di nascondere il più possibile questa cosa, magari con dichiarazioni fintamente entusiaste che cercano di minimizzare le incomprensioni, ma, da che mondo è mondo, in ogni matrimonio le magagne si possono tenere nascoste fino a un certo punto.
La litigiosità e le incomprensioni tra i due principali responsabili di questo matrimonio, Berlusconi e Fini, non sono certo gossip, così come non è gossip la lettera aperta che una cinquantina di parlamentari ex-AN ha poco tempo fa inviato ai vertici del partito, in pratica una sorta di ultimatum: o si cambia indirizzo, oppure tanti saluti. Altro inciampo di non poco conto sono gli ormai noti punti di vista di Fini sulla linea politica generale del partito, su molti di questi, immigrazione su tutti, completamente divergenti per non dire antitetici rispetto alla linea Berlusconi-Lega. Finora, però, le incomprensioni si sono limitate a esternazioni verbali, dichiarazioni, magari una lettera, non si è ancora giunti alle mani. Alle mani? Beh, stando a quanto racconta il Corriere parrebbe proprio di sì.
Da giovedì scorso a domenica si è tenuto a Milano la festa del Pdl, una quattro giorni non stop di dibattiti, consuntivi, verifiche, con l'intento di vedere un po' come vanno le cose, una specie di manifestazione-bilancio insomma. E, se dopo l'incontro chiarificatore di qualche giorno fa tra i due sposi, le cose parevano (parevano) più o meno essere tornate a posto, alla base evidentemente qualcosa ancora non va, e può scapparci la rissa. Il motivo, futile, pare essere stato la presenza di alcuni banchetti di gadget e materiale politico alla suddetta manifestazione, alcuni gestiti da ex aennini e altri da ex di Forza Italia. Presenze evidentemente non gradite le une alle altre. Poi si sa come vanno queste cose, dalle frasi poco carine alle mani il passo è breve. Se poi interviene pure La Russa, il ministro della difesa che corre in difesa dei banchetti di AN scalciando quelli avversari, si capisce bene come questo matrimonio continui a essere tutt'altro che tranquillo.
Prendo spunto da una nota di qualche tempo fa pubblicata dall’On. Mantini (Udc) che portava questo titolo : “La terza via tra buonismo e cattivismo”. Io sono d’accordo con lui, bisogna prendere la terza via, sia il buonismo della sinistra radicale, sia il cattivismo della lega non fanno bene al paese. Il presidente Casini ha sempre giustamente posto l’accento sulla necessità di applicare delle regole giuste e di accogliere tutti nella legalità e secondo le possibilità che ci sono. Ogni immigrato deve avere la propria oppurtunità in Italia, ma deve essere chiaro che non arriva nella terra di nessuno ma in una nazione che ha delle regole e che vanno rispettate. Un’altra cosa molto importante è la difesa dei principi cristiani dell’Italia. La nostra cultura la salvaguardata e rispettata. La società multietnica è una realtà e come ogni cosa va gestita con raziocinio, non cadiamo nell’errore capitale e imperdonabile di pensare che l’Italia sia degli italiani e di nessun altro perchè se anni fa (nemmeno troppi) Americani, Tedeschi, Francesi ecc ecc l’avessero pensata così non saremmo dove siamo.
RispondiEliminahttp://lucianomarino.myblog.it/archive/2009/07/05/se-questa-e-sicurezza.html
Le posizioni di Mantini mi sembrano logiche e condivisibili. Ma anche le più difficili da mettere in pratica. L'unica cosa su cui ho un po' da ridire è la famosa "difesa dei principi cristiani dell’Italia".
RispondiEliminaGli immigrati hanno doveri e diritti, come ricorda il presidente Casini. Le regole vanno rispettate per loro come per tutti, quindi non "porte aperte" come qualcuno ha sentenziato ma giusto rispetto per chi lavora e dà un contributo al nostro Paese...perchè non dimentichiamoci che queste persone svolgono lavori in Italia tra i più indispensabili. Il governo dovrebbe affrontare perciò questo problema in modo serio ed equilibrato, senza farsi abbindolare dalle pretese eccessive e propagandistichge della Lega.
RispondiEliminaPurtoppo si sta affrontano la questione immigrazione con un taglio becero e razzista, quando è una questione che riguarda esseri umani che si trovano ad affrontare una situazione molto difficile. E' pur vero che in un momento di crisi come questo per molti risulta difficile concepire che bisogna aiutare anche gli altri e non solo gli italiani, ma per fortuna ci sono politici con la testa sulle spalle come Casini, il quale ribadisce che gli immigrati vadano INTEGRATI richiamandoli ai doveri di cittadino ma al tempo stesso bisogna assicurargli i diritti che lo status di cittadino porta con sè. Senza dimenticare quanto molti di questi immigrati, una volta regolarizzati vadano a svolgere tantissime attività che aiutano a far girare l'economia italiana.
RispondiEliminaEvidentemente tutto questo sfugge a qualche politico e sopratutto gli sfugge il fatto che non si sta parlando di sacchi di patate, bensì di esseri umani.
Valentina:
RispondiElimina>Il governo dovrebbe affrontare perciò questo problema in modo serio ed equilibrato, senza farsi abbindolare dalle pretese eccessive e propagandistichge della Lega
Esattamente l'opposto di quello che fatto finora, visto che la linea politica da seguire in pratica è come se la decidesse la Lega.
Alessandro:
>Purtoppo si sta affrontano la questione immigrazione con un taglio becero e razzista
Sì, concordo. La martellante propaganda di governo di questi ultimi mesi, che sostanzialmente ha fatto perno quasi esclusivamente sull'equazione immigrato=criminale, ha generato aberrazioni come il reato di clandestinità, non a caso già portato all'attenzione della Consulta da alcuni procuratori.
A proposito dell'immigrazione...
RispondiEliminaSconfiggere la degenerazione delle idee sulla questione immigrati e sul loro rapporto con gli italiani sembrerebbe ormai difficile. Certo è che prima gli stranieri si mostrano ben disposti a rispettare le regole dello stato ospitante, a mettersi in regola, a cercare un’integrazione senza chiudersi fra loro, prima l’italiano accetta lo straniero… citando Casini, “INTEGRAZIONE e SICUREZZA devono andare di pari passo”, non può infatti esserci una senza l’altra… possiamo dire che la sinistra dia maggiore importanza all’integrazione, la destra (ma soprattutto Lega) alla sicurezza. Bisogna piuttosto dare il giusto peso a entrambe, cercare un equilibrio… parlando più in generale il problema è probabilmente il pregiudizio e il luogo comune. Liberarsene è la cosa più difficile, perché etichettare le persone è spontaneo… ma se si riesce in ciò, ognuno conquista una ricchezza in più. Anche se possiamo non rendercene conto… non mi riferisco necessariamente agli stranieri, ma al prossimo in generale.
Chiara Cudini
Credo che sia facile in un momento di crisi economica come quello che vive il nostro Paese e il resto dell'Europa parlare come la Lega. Non si possono ottenere percentuali di consenso abbastanza alte dicendo che anche in Italia ci sono immigrati che lavorano regolarmente e pagano le tasse e che meritano per questo l'integrazione. E' sicuramente più semplice dire che ci sono altre priorità nel nostro Paese e che queste sono quelle degli italiani e non quelle degli immigrati... Mi chiedo se rientri tra queste priorità anche l'estensione dello scudo fiscale al reato del falso in bilancio. Come ha da sempre sostenuto Casini e l'UDC, è davvero importante integrare quegli immigrati che sono arrivati in Italia alla ricerca di una vita migliore e hanno da subito trovato un lavoro senza prendere la strada più facile della malavita. Affinchè nessuna di queste persone oneste si senta rifiutata da uno Stato al quale pagano regolarmente le tasse e nel quale non commettono reati, rischiando di vivere nell'emarginazione con tutte le conseguenze che ben conosciamo, è fondamentale che a tutti loro venga garantito il diritto all'integrazione. Questo porterà notevoli benefici non solo a loro, ma anche alla stessa Italia.
RispondiEliminaposso capire la "concorrenza" tra le due "correnti" del partito. il problema resta lo stesso fin dalla nascita: il pdl è nato per vincere le elezioni, quindi è un grande cartello elettorale,completamente plasmato su berlusconi. venendo a mancare berlusconi a capo del partito, cosa succederà? inizierano a sorgere le varie correnti, poi i vari movimenti interni. e poi? e poi se la legge elettorale cambierà, si riavranno i soliti partiti di una volta, altrimenti la convivenza è forzata e obbligata. un lega che stravice al nord, la disillusione elettorale al sud, fanno riflettere gli uomini del pdl, che per mera convenienza rimarranno insieme, anche a mala voglia, purchè si vinca e si governi.
RispondiElimina>venendo a mancare berlusconi a capo del partito, cosa succederà?
RispondiEliminaMah, guarda, Berlusconi è il collante che tiene insieme, o almeno cerca di farlo, tutta la baracca. Quando non ci sarà più io penso che si verificherà una sorta di implosione e tutto finirà in nulla.