In questi giorni ho finito di leggere un paio di libri: Baudolino, di Umberto Eco, e Italiano, lezioni semiserie, di Beppe Severgnini. Riporto qui di seguito alcune impressioni.
Il libro di Eco (immagine qui a fianco) l'avevo iniziato un bel po' di tempo fa e ho terminato di leggerlo il giorno prima di partire per le vacanze. Non so se esista un tempo "accettabile" per leggere un libro, né so, eventualmente, quale parametro adottare per definire tale termine. Se esiste, io l'ho sicuramente oltrepassato.
E' il primo libro che ho preso in mano di Eco, ed è pure il primo romanzo che ho letto ambientato nel medioevo, e devo dire che la lettura, se si esclude il finale, non è stata in generale molto stimolante, anzi, a tratti si è rivelata pure faticosa. L'ho infatti abbandonato e poi ripreso parecchie volte e tutte le volte mi ripromettevo di abbandonarlo di nuovo per sempre. Non so, sarà stato il miscuglio iniziale di latino, latino volgare mischiato al genovese e ad altri idiomi a farmi questo scherzo. E pensare che in fondo le avventure narrate dal protagonista hanno, a tratti, suscitato anche ilarità, vere e proprie risate: gli aneddoti, le situazioni, i paradossi, tutto ha concorso a rendere il romanzo (in alcune sue parti) anche divertente.
Se si tolgono però queste parti, tutto il resto l'ho trovato abbastanza pesante. Anche perché la molteplicità delle avventure e delle situazioni narrate dal protagonista al suo interlocutore (Niceta), spesso non sono concatenate le une con le altre, non hanno un filo logico, o almeno io non l'ho trovato.
Italiano, lezioni semiserie, invece, l'ho divorato in due giorni. Si tratta di un godibilissimo libro di Beppe Severgnini, scrittore e noto giornalista del Corriere della Sera, che si è divertito a elencare i maggiori "crimini" che abitualmente vengono commessi dai "malavitosi della sintassi" ai danni della lingua italiana: l'errato uso delle declinazioni verbali, i terribili (e temibili) congiuntivi, la prolissità, l'uso irragionevole e inutile degli inglesismi nella lingua italiana. In più, una serie di nozioni sull'uso corretto della punteggiatura, degli articoli, delle parentesi; il tutto trattato con arguzia, sarcasmo e una giusta dose di ironia.
Insomma, un libro adatto a chi ha poca dimestichezza con l'italiano, certamente, ma anche e soprattutto - ahimè, mi ci metto anch'io - a chi ha sempre pensato di scrivere in maniera decente.
Nessun commento:
Posta un commento