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venerdì 22 maggio 2009

In Svizzera il testamento biologico è legge (senza gli isterismi della Chiesa)

Certe notizie andrebbero messe in home page a caratteri cubitali, e non relegate in qualche piccolo trafiletto interno. Ma si sa come vanno queste cose: il Vaticano sta sempre sul chi va là ed è meglio evitare altri polveroni, ne abbiamo già a sufficienza.

Tutto questo per segnalare che in Svizzera è stata approvata la legge sul testamento biologico. Là non si chiama così, l'hanno battezzata "direttive anticipate", ma non fa differenza, il succo è quello. Succo che si ritrova in due semplici, chiare e illuminanti righe contenute all'interno dell'articolo 370.

«Chi è capace di discernimento, può designare i provvedimenti medici ai quali accetta o rifiuta di essere sottoposto nel caso in cui divenga incapace di discernimento».

Ecco qua: quello che da noi ha provocato estenuanti battaglie, polemiche, scontri tra cattolici e laici e politici di tutte le risme, là è stato approvato velocemente e senza colpo ferire. Legge che riconosce e sancisce in maniera inequivocabile il sacrosanto diritto all'autodeterminazione, un diritto che qua da noi è ostaggio di mille controversie e distinguo, pricipalmente di natura religiosa ed etica.

Una legge, scrive La Stampa, che obbliga il medico a rispettare senza se e senza ma le direttive impartite dalla persona. Ve l'immaginate da noi? Sarebbe una rivoluzione paragonabile a quella copernicana, specialmente se si pensa che là il referendum abrogativo indetto per abrogare tale legge, nei tre mesi di tempo previsti per legge non ha neppure raggiunto il quorum necessario di 50.000 firme.

Ma la cosa che, specialmente dalla nostra prospettiva, stupisce di più, è la sostanziale accondiscendenza delle componenti religiose della società elvetica, magnificamente racchiuse nelle parole del teologo protestante Frank Mathwig («Le norme morali non possono essere estranee alle situazioni concrete. Si tratta di tollerare le situazioni estreme») e dai giuristi della Commissione Bioetica Svizzera, secondo i quali "casi come quelli di Eluana Englaro, Piergiorgio Welby e Terri Schiavo non sarebbero stati nemmeno casi."

Una cosa impensabile in un paese come il nostro, dove la Chiesa esercita in maniera bellicosa e arrogante il suo potere, specialmente sui temi etici, negando di fatto quella libertà dell'individuo che nei paesi meno retrogradi è tale a tutti gli effetti.

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