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venerdì 8 maggio 2009

Ddl sicurezza, tornano veramente le leggi razziali?

Il primo a chiederselo è stato, giusto ieri, Dario Franceschini, commentando alcuni degli emendamenti in materia di lotta all'immigrazione clandestina contenuti all'interno del ddl sicurezza attualmente in discussione in Parlamento. Ddl che tra l'altro ha messo in luce, come accaduto più volte in passato (vedi ronde, medici-spia, ecc...) le distanze e le divergenze, presenti all'interno della stessa maggioranza, tra la Lega e le varie anime del Pdl.

Ma quanto affermato da Franceschini corrisponde a verità? E' vero insomma che tali norme possono essere definite razziste? Il discorso, come capite, è piuttosto delicato, perché tocca un tema, quello appunto del razzismo, sempre piuttosto scomodo e al quale molti, anche sul versante dell'opposizione, si richiamano a volte in maniera strumentale. L'unico modo per capirci qualcosa è quello di vedere cosa prevedono esattamente queste norme e provare a ragionarci su, cercando di prescindere da qualunque analisi politica; cosa, mi rendo conto, tutt'altro che facile.

Essendo impossibile, per evidenti limiti di spazio e di tempo, analizzare gli emendamenti presentati dalla Lega nella loro interezza, mi limito a quello che ha sollevato tutto il can can di questi giorni e che ha fatto fare a Franceschini le sue affermazioni, e cioè la costituzione del reato di immigrazione clandestina.

Questa norma, come spiega bene Francesco Grignetti su La Stampa, significa, in maniera molto semplice, che qualunque immigrato irregolare che mette piede nel nostro paese diventa automaticamente un criminale. Magari detta così può sembrare un po' brutale, ma il succo è questo, ci si può girare attorno quanto si vuole. Un criminale che in virtù di questo suo status deve essere punito, alla pari di qualunque altro criminale. La pena prevista è la detenzione, commutabile in sanzione amministrativa, o l'immediata espulsione. Sarebbe a questo punto interessante sapere come intende l'amministrazione pubblica far pagare una sanzione pecuniaria a un disgraziato, di cui non si sa neppure l'identità e che nel 99% dei casi non parla neppure l'italiano, che arriva sulle nostre coste dopo una traversata su un barcone. Ma questo il ddl non lo spiega.

Quello che fa specie, però, sono le conseguenze che subisce l'immigrato clandestino da questo suo status di criminale. Scrive a tal proposito La Stampa:

Quali le ricadute pratiche?
Pressoché infinite. Impossibile ottenere dal Comune una licenza di venditore ambulante, un’occupazione di suolo pubblico, un’iscrizione all’anagrafe, la residenza, un permesso di costruire e così via. Chiarito che i medici non dovranno più denunciare un paziente clandestino, e che tale esenzione si estende anche ai presidi a salvaguardia dei diritti all’istruzione dei bambini, resta il fatto che nell’ordinamento s’introduce il principio che diventa indispensabile il permesso di soggiorno per avere rapporti con la pubblica amministrazione.

In pratica, visto che il clandestino è diventato a tutti gli effetti un criminale, non può ovviamente ottenere il permesso di soggiorno. E qui arriva la prima contraddizione dell'impianto legislativo, visto che la legge prevede espressamente la necessità di essere in possesso di tale documento per fare qualsiasi cosa.

Dice infatti la legge: «Salvo eccezioni, il permesso di soggiorno deve essere esibito agli uffici della pubblica amministrazione ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di interesse dello straniero». Vi ricadono gli atti di stato civile o relativi all'accesso a pubblici servizi.

In sostanza, se non ho capito male, è un po' come se si volesse fare terra bruciata attorno al clandestino che arriva.

In pratica, il governo, sempre se non ho capito male, intende utilizzare queste misure a mo' di deterrente, contando sul fatto che l'immigrato clandestino che vuole entrare illegalmente nel nostro paese ci pensa due volte sapendo che ora, rispetto a prima, commette un reato. Ma sarà veramente così? Non si sa, e non lo sapremo finché non vedremo i risultati concreti (tenete presente che il ddl non è ancora legge). Certo, può essere benissimo, ma può essere altrettanto plausibile che non lo sia. Secondo voi, un poveraccio che ha attraversato il deserto, ha accettato il rischio di una traversata su un barcone dalla quale non sa se ne uscirà vivo, avrà veramente paura di farsi eventualmente due o tre mesi di galera? Mah... Senza contare il fatto, poi, che è probabilissimo che molti non lo vengano neppure a sapere che commettono un reato a sbarcare in Italia. A meno che non glielo dicano gli scafisti (ipotesi alquanto improbabile).

Maroni, naturalmente, non ha preso bene l'uscita di Franceschini, e la cosa è comprensibile visto che a nessuno, penso, piace essere additato come razzista, e ha bollato le frasi del leader del Pd un'idiozia.

«Io - aggiunge Maroni - dovrei indignarmi di questa cosa, ma ci sorrido solo perché capisco due cose. Primo che Franceschini non ha minimamente letto il nostro provvedimento, secondo che quello che dice Franceschini è la conferma che sul tema dell'immigrazione noi combattiamo l'immigrazione clandestina e facciamo ogni sforzo per integrare quelli che vengono onestamente a lavorare, Franceschini e il Partito democratico - aggiunge - sono invece a favore dell'immigrazione clandestina, non c'è altra ragione per dire le stupidaggini che Franceschini ha detto».

Prendiamo atto, naturalmente, anche se sarebbe interessante sapere se tra gli sforzi fatti dalla Lega per integrare quelli che vengono onestamente a lavorare, è compreso anche il recente divieto - voluto sempre dalla Lega - di mangiare un gelato all'aperto in Lombardia, il tutto per infastidire i venditori di kebab. Non si sa.

Torniamo quindi alla domanda principale: si tratta di provvedimenti razzisti? La domanda è un po' una domanda-trabocchetto, nel senso che la risposta è sì se per provvedimento razzista si intende riferito alla mera etnia, è (probabilmente) no se si riferisce al senso ideologico del termine. Insomma, tanto per intenderci, se si fa una legge per contrastare l'immigrazione clandestina è logico che gli effetti li subiranno gli stranieri: non mi risulta che ci siano clandestini italiani. Quello che semmai va evidenziato, e che mi pare finora non l'abbia fatto nessuno, è che in campagna elettorale la lotta all'immigrazione clandestina non è stata concepita con l'utilizzo di leggi restrittive, e in parte discutibili, come è questa, ma esclusivamente avvalendosi della collaborazione degli stati interessati attraverso accordi e trattati bilaterali. In pratica, gli intenti (lodevoli sotto questo punto di vista) originali erano quelli di tentare di arrestare il fenomeno alla radice, e non intervenire in maniera repressiva successivamente. Poi, vabbè, sappiamo come è andata a finire.

L'ultima cosa da segnalare è che questo provvedimento, come è ormai lunga prassi del governo, e non solo di questo per la verità, è stato "blindato" tramite l'apposizione della fiducia, che dovrebbe scongiurare sorprese dell'ultima ora da parte di parlamentari della stessa maggioranza. Cosa che ultimamente è accaduta con una certa frequenza, specialmente quando si è trattato di legiferare su materie "sensibili". Segno che la maggioranza non è poi così coesa e compatta come certi giornali-zerbino vogliono far credere.

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