Mi riferisco ovviamente al presidente Napolitano, il quale, ieri, dopo la lettera inviatagli dai familiari delle vittime della tragedia alla TyussenKrupp, e dopo che la tentata porcata è diventata di dominio pubblico, ha preso pubblicamente posizione invitando il ministro Sacconi a rivedere la modifica dell'ormai famoso 10-bis.
Si tratta, ne avevo già parlato qui, della modifica dell'articolo del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro che di fatto avrebbe fortemente ridimensionato le responsabilità dei manager e dei dirigenti di azienda, spostandole verso i piani bassi delle gerarchie aziendali, in caso di infortuni o incidenti sul lavoro.
«Conosco la questione che ho seguito anche prima. Anche prima c'era la preoccupazione per quella norma e l'avevamo espressa subito. In ogni caso prendo atto che questa mattina il ministro Sacconi si è dichiarato pronto a riscrivere la norma per evitare interpretazioni che non sono state volute e che sarebbero pesanti anche agli effetti del processo Thyssen. Siamo in attesa di vedere questa nuova scrittura della norma» (fonte)
Si prospetta quindi una felice conclusione della vicenda, anche se, come ormai siamo abituati, pare che secondo il ministro siamo noi che ovviamente abbiamo capito male. Scrive infatti il Corriere nel medesimo articolo:
Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, in merito alle polemiche sull'articolo contestato - inizialmente per una mobilitazione di Fiom-Cgil - aveva detto che di fronte a incertezze interpretative «siamo pronti, tranquillamente, a riscrivere quel testo perché ne sia chiara la finalità, rispetto ad interpretazioni capziose e malevoli».
Eccolo lì, come al solito la colpa di tutto è di quei "malevoli" che si sono permessi di vedere nella modifica proposta dal governo un secondo fine che assolutamente non c'era.
Gli avvocati della Fiom-Cgil prendano nota.
Nessun commento:
Posta un commento