Ho appena terminato di leggere questo libro (Mondadori, € 18,50), scritto da Corrado Augias e Remo Cacitti. Corrado Augias, probabilmente molti di voi lo conosceranno già, è un giornalista di Repubblica, mentre Remo Cacitti è un docente universitario di storia del Cristianesimo.
Il libro racconta l'evoluzione e soprattutto la trasformazione del Cristianesimo dalle origini fino ad arrivare a oggi. La struttura narrativa è piuttosto avvincente perché è basata sul metodo domanda-risposta. In pratica Augias si immedesima nei panni del lettore e pone le domande allo storico.
Questo libro, come spiega l'autore nell'introduzione, non ha niente a che vedere con la questione "fede", anzi ne prescinde completamente. Lo scopo è quello di cercare di capire l'evoluzione di quella che è attualmente una delle religioni più diffuse sul pianeta esclusivamente da un punto di vista storico, analizzando documenti e inserendo tale evoluzione via via nel proprio contesto temporale.
Si scopre così, ad esempio, che Gesù (prendendo per buono il fatto che sia veramente esistito) non ha mai detto di voler fondare una religione o una Chiesa, così come non ha mai detto di voler istituire nessuna gerarchia ecclesiastica, e soprattutto non si è mai sognato di confondere la spiritualità con l'esercizio del potere temporale o politico. Come si arriva, dunque, e come avviene la trasformazione di quella che agli inizi non era nient'altro che una piccola corrente del giudaismo nella più grande e seguita religione del mondo, ancora perfettamente in salute dopo più di 20 secoli?
Beh, com'era facilmente prevedibile ci hanno messo lo zampino gli uomini. Tanti. Ma forse quello che più di ogni altro ha lasciato la sua idelebile impronta nella svolta da religione spirituale a religione civile è Costantino. Dopo di lui, il suddetto "zampino" degli uomini ha operato nel corso dei secoli una serie di traformazioni, adattamenti e rimaneggiamenti che hanno consentito a questa religione di adattarsi alle varie epoche storiche e di sopravvivere fino a oggi.
Uno degli aspetti - tra i tanti - sicuramente più interessanti, riguarda la presunta ispirazione divina alla base dei testi (Bibbia) che sono giunti fino a noi. Non so se a qualcuno di voi è mai capitato (a me parecchie volte): quando si discute con qualche fervente credente e gli si chiede ragione di questa sua fede, quasi sempre ci si imbatte nell'argomentazione che la Bibbia è stata scritta per ispirazione divina e quindi non si può non dargli credito.
Peccato che questa presunta attendibilità storica, dovuta appunto alla componente divina, sia smentita dai fatti e dagli storici stessi. Cacitti lo dice chiaramente in una delle risposte che dà ad Augias. Fatto 100 l'insieme dei testi e degli scritti che sono giunti fino a noi, soltanto una piccola percentuale di questi è stata selezionata e ritenuto attendibile (e soprattutto utile) per rappresentare il messaggio divino della salvezza, il resto è stato accantonato. E la famosa ispirazione divina, altro non è che il consensus ecclesiae, cioè quello che la Chiesa (quindi gli uomini) riteneva fosse di tale ispirazione.
Se a questo si aggiunge che la Chiesa cattolica ha ufficializzato il "canone" in maniera definitiva solo nel XVI secolo, e cioè ben 14 secoli dopo i fatti, si capisce bene come la storia dell'ispirazione divina stia in piedi come un tavolo con due gambe.
Chi vuole sfogliare online l'introduzione può farlo qui.
Domanda:
RispondiEliminaCome fai ad avere la certezza che Corrado Augias e Remo Cacciti non si siano inventati tutto?
Mi sembra che sei un po' troppo veloce a fidarti di queste due persone...
Beh, anche tu mi sembri un po' troppo veloce a non fidarti.
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