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martedì 17 marzo 2009

Internet, 20 anni di vita e non è servita all'umanità

Venti anni. Non sembra che sia già passato tutto questo tempo da quel 13 marzo dell'89 - se per nascita di internet prendiamo per buona questa data - in cui Tim Berners-Lee (foto), ingegnere inglese di belle speranze, presentò ai suoi superiori del Cern il documento (Information Management: A Proposal) contenente le basi del World Wide Web.

Ma perché non è servita all'umanità? In realtà non sono parole mie (all'umanità non so, ma a me la rete è servita sicuramente) ma di Davide Rossi, quello che alcuni maliziosi considerano come l'estensore, o quanto meno l'ispiratore, del disegno di legge dell'on. Gabriella Carlucci.

Non penso valga la pena soffermarsi più di tanto sulle affermazioni fatte dal presidente di Univideo, le quali, pur ovviamente provocatorie, la dicono lunga sul tipo di approccio che può avere nei confronti della rete chi lavora al servizio delle major del'intrattenimento e del cinema. Certo, internet non è servita a risolvere il problema della fame nel mondo è un'affermazione che seppur provocatoria si commenta da sè, e alla quale, se proprio uno ha tempo da perdere, si potrebbe replicare - come ha scritto giustamente Luca - dicendo che neppure i dvd e i cinema hanno risolto il problema, se è per questo.

Comunque a me, personalmente, internet come dicevo è servita e serve tuttora tantissimo. E non solo perché ci passo sopra la quasi totalità del tempo libero, ma perché la considero, oltre che un'ottima fonte di svago, anche un'ottima barriera, una difesa dalle balle che circolano. E Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di sapere le cose come sono realmente. In un sistema dell'informazione in cui le tre maggiori reti televisive private sono proprietà del capo del governo, quelle pubbliche sono più o meno direttamente controllate dai partiti (vedi lottizzazioni varie) e i giornali sono per la maggior parte finanziati dallo stato, che si fa?

Si va in rete. Che probabilmente è l'ultimo posto in cui ancora non esiste filtro preventivo e non c'è quindi alcun modo di nascondere le suddette balle che spesso ci raccontano. D'altra parte quattro disegni di legge solo nell'ultimo periodo per tentare di "regolamentarla" e cause varie nei confronti ad esempio di YouTube, una delle quali tra l'altro intentata proprio dall'azienda televisiva del capo del governo, mi pare che lascino spazio a ben pochi dubbi.

Vent'anni di internet, comunque, alla fine, non hanno cambiato il mondo e probabilmente non lo cambieranno neppure nei prossimi venti. Ma forse un pochino più liberi, di sapere le cose come stanno e di dire la nostra, siamo diventati.

2 commenti:

  1. Sono d'accordo. Internet è una miniera d'informazioni. Essendo poi lo specchio della realtà, è ovvio che contenga di tutto: cose ottime, cose buone, cose mediocri e spazzatura. Non potrebbe essere diversamente.
    Ma se non ci fosse, staremmo peggio: meno informazioni, meno libertà.

    Internet offre poi tantissime possibilità di svago, e, visto lo straziante livello della televisione, non è un particolare trascurabile. Chiunque abbia una passione può condividerla con altri, mettendo a disposizione anche i prodotti della propria creatività. Non sono forse belli tanti video presenti su youtube e fatti dalle cosiddette "persone normali"? Non è bello poter magari vedere pezzi di film o di opere dimenticate, che non compaiono in tv e che certi utenti mettono a disposizione di tutti? Non è bello vedere che si fanno queste cose gratuitamente, cioè che si dà la possibilità di condividerle anche ad altri e senza pretendere denaro in cambio?

    Questi sono solo pochissimi esempi, ma danno l'idea delle notevoli possibilità offerte dal web. Alla faccia di chi descrive internet solo come un mondo di perversi, o di gente strana e solitaria (sigh!), o di persone esibizioniste e frustrate.
    Come nella vita reale, anche sul web esiste il "male"; ma certamente non in misura maggiore di quello che incontriamo ogni giorno. Anzi, qui possiamo scegliere liberamente con chi interagire e che cosa fare, mentre nella vita "reale" le circostanze ci costringono anche a frequentare chi non vorremmo o a sopportare cose che non ci piacciono.

    Mi scuso per il papiro. :P
    Saluti e buona serata.

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  2. Completamente d'accordo.

    Per il "papiro" non ti preoccupare, sono sopravvissuto tranquillamente al Signore degli Anelli di Tolkien.

    :-)

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