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giovedì 13 novembre 2008

Rimborsi elettorali doppi: l'Italia dei Valori davanti a un muro

Tra le pieghe dell'informazione trova posto (anzi non lo trova, ve lo segnalo io) la notizia che è stato respinto l'emendamento col quale l'IDV intendeva porre fine una volta per tutte allo scandalo della doppia assegnazione dei rimborsi elettorali ai partiti. Due righe veloci di spiegazione.

Come forse molti di voi sanno già, grazie a un codicillo approvato con un consenso bipartisan mai visto - nel febbraio 2006 dal morente governo Berlusconi -, ai partiti vengono garantiti i rimborsi elettorali anche se vengono sciolte le camere e il governo cade prima della naturale scadenza della legislatura. Logica vorrebbe che una volta che un governo se ne va a casi i rimborsi gli spettino finché è in carica, ma quando si parla di soldi e politica secondo voi può valere qualsiasi forma di logica? E infatti il codicillo di cui parlavo prima è venuto proprio a dimostrare (anzi, a confermare) questa illogicità.

In pratica, quindi, i rimborsi elettorali vengono garantiti come se l'esecutivo precedente fosse ancora in carica e ci restasse fino al 2011. E non si tratta di bruscolini:

Per le forze politiche la fine anticipata della legislatura si trasformerebbe [si è trasformato, l'articolo è precedente alle elezioni, ndr] in un business finanziario, per lo Stato in un aggravio di costi pari a circa 300 milioni di euro. E a poco vale a questo punto il taglio del 10% al fondo annuale per i rimborsi scattato con la Finanziaria: l'aggravio per lo Stato sarà di 270 milioni anziché di 300.
I fondi elettorali di Camera e Senato ammontano infatti a circa 50 milioni di euro ciascuno e sono costituiti calcolando la cifra di 1 euro per ogni avente diritto al voto. Per le elezioni di aprile 2006 gli aventi diritto al voto erano precisamente 50.098.305 (47.258.305 gli aventi diritto al voto in Italia e 2.840.000 quelli all'estero). Da questo fondo ad ogni partito è attribuita una quota sulla base delle percentuali di voto ottenute. Una leggina ad hoc approvata con voto bipartisan a inizio 2006, poco prima di andare a votare, sancì il diritto dei partiti a continuare a incassare i rimborsi anche in caso di voto anticipato. Da qui l'affare: se la legislatura si esaurisce prima della sua naturale scadenza lo Stato deve comunque pagare le somme già maturate per tutti e cinque gli anni. Proprio in base a questa leggina Forza Italia ha potuto cartolarizzare i contributi che deve ancora riscuotere. (fonte)

E proprio grazie a questa "leggina", quindi, i partiti passeranno all'incasso dei doppi contributi: quelli della precedente legislatura (300 milioni di €, l'equivalente del prestito ponte concesso dallo stato ad Alitalia) sommati a quelli dell'attuale. Un'infamia doppia se si considera che molti partiti sono sempre gli stessi in entrambe le legislature. Altra cosa che spesso molti dimenticano, è che questi soldi sono pubblici, cioè miei e vostri che in questo momento state leggendo queste righe. E non conta niente neppure rifiutarsi (come ho fatto io) di andare a votare, perché questi soldi ci vengono presi - volenti o nolenti - dalle tasse che paghiamo.

Tornando alla notizia iniziale (inspiegabilmente passata sotto il naso dell'informazione), l'emendamento proposto dall'Italia dei Valori (che, per la cronaca, è stato presentato per la terza volta consecutiva, una ad ogni finanziaria) si è trovato davanti un muro. Granitico. Come tutte le volte precedenti. Destra e sinistra, sempre così brave a litigare su tutto, chissà come mai trovano sempre un punto comune su questi argomenti.

5 commenti:

  1. non c'è mai fine allo scempio...

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  2. Non solo non c'è, ma non si vede neppure in lontananza.

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  3. LA SINISTRA MANGIA SE STESSA.

    VENDOLA ATTACCA SANTORO E TRAVAGLIO.

    LA CONFUSIONE A SINISTRA, E' TOTALE.

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  4. però gli sprechi dell'università vanno fermati a colpi di tagli...

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  5. > LA CONFUSIONE A SINISTRA, E' TOTALE

    Eh, caro Angelo, la confusione a sinistra è totale, è vero, ma non da adesso e non perché Vendola attacca santoro e Travaglio.

    E' una cosa che risale al bienno 2006-2008 (o forse anche prima); due anni in cui, in sostanza, a parte litigare hanno fatto ben poco.

    > però gli sprechi dell'università vanno fermati a colpi di tagli...

    Che ci siano università sprecone è fuori di dubbio, ma confronto a quello che sono riusciti a combinare nell'ultimo trentennio i signori della politica sono bazzecole.

    p.s.
    sto leggendo questo

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