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venerdì 3 ottobre 2008

Da Treviso con furore

Leggo sul Corriere di ieri che il vice sindaco di Treviso, Gentilini, è stato messo sotto inchiesta per alcune frasi, riguardanti gli islamici, dette durante un comizio leghista. Gentilini, che già qualche tempo fa era balzato agli onori della cronaca per essersela presa coi cani di razza "straniera" (sì, purtroppo avete capito bene), sarebbe accusato di "istigazione all'odio razziale".

Io, sinceramente, ce l'ho un po' con la lega, non per partito preso o per qualche forma di pregiudizio, ma semplicemente perché a mio avviso spesso e volentieri gioca sull'ignoranza di molti suoi sostenitori. Ignoranza naturalmente non intesa come insulto o dileggio, ma proprio come significato intrinseco del termine, cioè ignorare, non sapere.

Prendete ad esempio l'ormai celeberrimo motto "Roma ladrona": ma tutti quelli che si precipitano festanti, magari vestiti da Obelix, ai raduni della lega lo sanno che i vari Calderoli, Bossi e compagnia cantando nella suddetta Roma ladrona non ci stanno affatto male visto gli stipendi che prendono? Lo sanno che Bossi ha sul groppone una condanna definitiva a 8 mesi di reclusione per violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti? Roma ladrona?

E la questione sicurezza, il cui sbandieramento ha permesso alla lega di ottenere il risultato elettorale che sappiamo? Lo sanno, sempre i festosi militanti, che Calderoli è stato uno dei principali artefici dell'indulto? O si sono già dimenticati? Lo sanno che la lega è alleata alla coalizione che sta per varare - sempre in nome della sicurezza - la famigerata legge sulle intercettazioni, che rappresenterà la definitiva pietra tombale sulla possibilità di perseguire i reati che destano maggiore allarme sociale (elenco qui)?

No, evidentemente non lo sanno. O forse sì. Ma è lo stesso, l'importante è festeggiare e applaudire supinamente e acriticamente a qualsiasi cretinata sparata dal comiziante di turno.



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