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venerdì 30 maggio 2008

Chiude Radio Rock Fm, non porta soldi

La notizia della chiusura di una radio privata in fondo potrebbe anche non apparire interessante, specie se si tratta di una piccola emittente che copre solo alcune zone del nord e centro Italia. Ma è quello che c'è dietro che la dice lunga su parecchie cose.

L'emittente in questione è questa, e domani, 31 maggio, sarà l'ultimo giorno di programmazione. Poi il silenzio. Radio Rock Fm è un'emittente radiofonica che, come dice chiaramente anche il nome, trasmette esclusivamente musica rock, in tutte le sue sfaccettature: hard rock, rock'n'roll, indie rock, punk, progressive e compagnia bella. E' nata 18 anni fa a Milano e ha sempre trasmesso a un folto gruppo di appassionati questo genere di musica. Improvvisamente la chiusura, decisa dai vertici (la società che la gestisce è a maggioranza del gruppo Mondadori) e giustificata con gli alti costi di banda e frequenza per poter continuare a trasmettere.

La peculiarità di questa emittente, oltre al fatto di trasmettere rock 24 ore su 24, è sempre stata quella di non essere allineata al trend imperante nel campo della programmazione musicale radiofonica: non seguiva cioè le mode e non era asservita in nessun modo alle major discografiche. Trasmetteva musica semplicemente per il piacere (condiviso giornalmente da circa 170.000 appassionati) di trasmettere liberamente, semplicemente seguendo il gusto del momento di chi si alternava alla consolle. Una delle pochissime radio - forse l'unica - dalla quale era ancora possibile ascoltare i Led Zeppelin, i Deep Purple, i Pink Floyd.

Una radio, però, con un terribile difetto: non generava introiti. Imperdonabile per un'emittente radiofonica che non vuole abbassarsi a essere un supermarket. Perché le radio, oggi, sono semplicemente questo: dei supermarket musicali in cui dettano legge le case discografiche, che dicono quali pezzi devono essere passati, per quante volte e per quanto tempo. Esattamente come la pubblicità dei pannolini o dei detersivi in tv. La musica ridotta a marketing. Provate ad ascoltare un'emittente musicale per un certo numero di ore: vi accorgerete che certi pezzi (spesso vomitevoli) vengono programmati con una certa frequenza più di altri. E' la pubblicità, sotto forma di major musicali che appunto decidono a tavolino quale pezzo deve essere trasmesso o quale deve diventare il tormentone della prossima estate, con conseguente asfissiante martellamento e in barba a qualsiasi approccio meritocratico. Radio Rock Fm era esattamente l'opposto di tutto ciò.

Alcune parole di Edo Rossi, deejay di punta dell'emittente (fonte):
La situazione di Rock FM è complessa e rasenta il paradosso: vagando qui e là nel web, vengo a sapere che appartiene ad una società greca, partecipata in maniera considerevole dalla Mondadori. Il colosso editoriale italiano è proprietario della società Monradio: fatti un po’ di conti e con un occhio all’esiguo territorio coperto, i capoccia devono essersi resi conto che Rock FM, pur essendo una realtà mediatica consolidata da quasi vent’anni, non soddisfa specifici parametri di produttività. Detto fatto, la radio verrà smantellata, a prescindere dal seguito consistente di ascoltatori e dall’interesse che la sua presenza nel panorama radiofonico italiano suscita in molti artisti, anche stranieri.
Questi i fatti. La considerazione principale e più triste che mi viene in mente è che oggi comanda il denaro: qualsiasi cosa non contempli un adeguato ritorno economico non vale niente. Le cose fatte per passione sono morte, non hanno più ragione di esistere. Tutto è fatto in ragione di una contropartita economica. Diversamente non si viene compresi. Bill Gates non concepisce i programmatori open source perché sostiene che senza un adeguato ritorno economico non è possibile scrivere software di buon livello (infatti si è visto) e una radio viene chiusa perché non soddisfa certi parametri di produttività: tutto coincide e rientra nella logica oggi imperante.

Logica che non è appannaggio di chissà chi, ma che è entrata prepotentemente anche nel quotidiano. Volete sapere quale è la prima cosa che mi viene chiesta quando dico a qualcuno che gestisco un blog? Se si guadagna! Non rientra tra le possibilità contemplate dal mio interlocutore il fatto che io perda tempo dietro a un blog senza averne un ritorno economico.

Diciotto anni di passione e musica non si cancellano in un batter d'occhio. Ecco il motivo per cui gli ascoltatori più fedeli e appassionati hanno creato a proprie spese un sito internet per continuare a tenersi in contatto. Con la sicurezza che questo, anche se non produce "reddito", non verrà chiuso da nessuno.

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