In vista delle imminenti elezioni non potevano mancare i quiz elettorali. Openpolis, come due anni fa, ripropone aggiornato quello di allora. Si tratta di una cosa molto semplice: 25 domande, ciascuna con 6 risposte possibili. Ecco il mio risultato:
Come ho già scritto in altri post, la differenza tra il non andare a votare e l'andare e annullare la scheda la faranno nel mio caso le condizioni del tempo, ma non ho nessuna difficoltà ad ammettere che se decidessi di votare il mio voto lo darei all'Italia dei Valori, e quindi tutto sommato mi pare che nel test i conti tornino.
Se volete provare anche voi potete partire da qui.
Andrea, non ho nessuna intenzione di provare a convincerti a votare, né tantomeno vorrei che questo commento iniziasse una discussione in proposito. Penso che il voto sia libero in tutte le sue forme e ognuno abbia il sacrosanto diritto, se vuole, di mantenerlo segreto.
RispondiEliminaTi dico solo la mia.
Penso che rinunciare al voto sia un gran bel peccato. Spesso sono tentato anch'io, ma non ti nascondo che non mi sentirei tranquillo... soprattutto se l'Italia andasse poi in mano al "più peggio".
Io la vedo molto similmente a Marco Travaglio, così come ha scritto in una lettera indirizzata a Di Pietro.
http://www.antoniodipietro.com/2008/03/dichiarazioni_di_voto_marco_tr.html
Cito qui le sue parole:
"penso che l’astensione – da cui sono stato a lungo tentato – finisca col fare il gioco della casta, anzi della cosca. Il non voto, anche se massiccio, non viene tenuto in minimo conto dalla partitocrazia: anche se gli elettori fossero tre in tutto, i partiti se li spartirebbero in percentuale per stabilire vincitori e vinti. E infischiandosene degli assenti, che alla fine hanno sempre torto. Dunque penso che si debba essere realisti, votando non il «meno peggio», ma ciò che si sente meno lontano dai propri desideri."
Piccola premessa. Io e il mio amico maury abbiamo avuto una piacevole conversazione via messenger in cui abbiamo parlato, tra le altre cose, anche di questo argomento.
RispondiEliminaRiporto quindi qui sotto, per rispondere al commento, alcuni miei pensieri che prendono spunto proprio dalla nostra piacevole chiacchierata.
Andrea, non ho nessuna intenzione di provare a convincerti a votare
Fai bene, tanto non ci riusciresti... (scherzo, ovviamente ^_^)
né tantomeno vorrei che questo commento iniziasse una discussione in proposito.
A me, invece, tutto sommato non dispiacerebbe.
Penso che il voto sia libero in tutte le sue forme e ognuno abbia il sacrosanto diritto, se vuole, di mantenerlo segreto.
Pienamente d'accordo.
Penso che rinunciare al voto sia un gran bel peccato. Spesso sono tentato anch'io, ma non ti nascondo che non mi sentirei tranquillo... soprattutto se l'Italia andasse poi in mano al "più peggio".
Sostanzialmente lo penso anch'io, tuttavia mi sento di fare alcuni distinguo.
Non riesco a distinguere il "meno peggio" perché ciò presuppone che ci sia uno un tantino migliore, cosa che non mi sento di affermare. Ti faccio un piccolo esempio, banale ma penso abbastanza significativo.
Se io vado in una concessionaria di automobili per acquistare una macchina nuova, prima di concludere prendo certi accordi col venditore: prezzo, modalità di pagamento, colore, caratteristiche tecniche, optional, ecc...
Se per caso mi accorgo che al momento della consegna la macchina non corrisponde a quanto concordato su niente, per prima cosa chiedo se mi prendono in giro e poi pretendo che me ne sia data un'altra come l'ho chiesta in origine. Inutile aggiungere che, una volta che tutto si è risolto, quel venditore e quella concessionaria non mi vedranno più.
In politica, pur con le dovute e ovvie differenze, il concetto è simile: in campagna elettorale si prendono accordi con gli elettori che vengono puntualmente disattesi. Ti faccio solo paio di esempi, giusto per restare nell'ambito delle ultime due legislature.
Nel 2001 il cavaliere aveva promesso, tra le tante mirabolanti cose, un milione di posti di lavoro e riduzione della tassazione irpef a due sole aliquote (mi pare 23 e 33%). Non sto qui a fare una discussione tecnica sui contenuti delle proposte, mi limito solo a dire che le due citate, assieme a molte altre, non sono state mantenute, e molti l'avevano votato per questo (specialmente - penso - qualche disoccupato).
Sono state tirate in ballo dall'entourage del cavaliere, e da lui stesso, parecchie scuse a giustificazione di ciò (attentati del 2001, conseguente crisi economica, ecc...). Nel frattempo però il tempo per licenziare obbrobri come la legge Gasparri o la depenalizzazione del falso in bilancio l'ha trovato.
2006: cade il berlusca ed entra in scena Prodi. Stesso copione: in campagna elettorale strombazzamento di abbassamento di tasse, promessa di risolvere il celeberrimo conflitto di interessi, promessa di mettere mano alle varie leggi ad personam partorite da quello prima, ecc...
Com'era facilmente prevedibile, non solo non è stato fatto niente di niente (tutto è rimasto com'era prima), ma è stato trovato il tempo di fare l'indulto, di mandare le truppe in Libano, di concedere agli americani il permesso di allargare la base di Vicenza. C'era traccia di tutto ciò nel programma dell'ulivo? No (basta andarselo a rileggere). Scusa, ma se nel caso della concessionaria mi sono sentito preso in giro, qui è uguale.
Cioè noi abbiamo la certezza più assoluta, comprovata dall'esperienza, che chi va al governo regolarmente non realizza quanto promesso (anzi, in genere fa l'esatto contrario). Siccome di farmi prendere in giro comincio ad averne le scatole piene, ecco il motivo per cui non andrò a votare, o se andrò annullerò la scheda.
Mi rendo conto che è difficile imbastire una discussione di questo tipo in un blog, perché per sua (immonda) natura la politica si presta a una miriade di sfaccettature e distinguo, ma il concetto di fondo per me resta quello.
Chi vuole aggiungere qualcosa per continuare la discussione lo può fare qui sotto oppure nei commenti a questo post del mio amico maury, che approfitto per salutare. ;-)