Ricordate il volantino demenzial/elettorale del Pdl che mi sono trovato qualche giorno fa nella cassetta della posta?
Bene, per par condicio segnalo che oggi è arrivato anche quello del Pd:
Ovviamente valgono le stesse identiche considerazioni già espresse in precedenza nell'altro post.
Pagine
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lunedì 31 marzo 2008
Io sono qui (per adesso)
In vista delle imminenti elezioni non potevano mancare i quiz elettorali. Openpolis, come due anni fa, ripropone aggiornato quello di allora. Si tratta di una cosa molto semplice: 25 domande, ciascuna con 6 risposte possibili. Ecco il mio risultato:
Come ho già scritto in altri post, la differenza tra il non andare a votare e l'andare e annullare la scheda la faranno nel mio caso le condizioni del tempo, ma non ho nessuna difficoltà ad ammettere che se decidessi di votare il mio voto lo darei all'Italia dei Valori, e quindi tutto sommato mi pare che nel test i conti tornino.
Se volete provare anche voi potete partire da qui.
Come ho già scritto in altri post, la differenza tra il non andare a votare e l'andare e annullare la scheda la faranno nel mio caso le condizioni del tempo, ma non ho nessuna difficoltà ad ammettere che se decidessi di votare il mio voto lo darei all'Italia dei Valori, e quindi tutto sommato mi pare che nel test i conti tornino.
Se volete provare anche voi potete partire da qui.
domenica 30 marzo 2008
Per alice.it sono uno spammer
Ci ho messo un po', ma finalmente ho capito perché tutte le e-mail che spedisco a persone con un account di posta elettronica di alice non vengono ricevute (come effettivamente alcuni amici mi hanno segnalato per telefono o via messenger). E questo nonostante il server smtp di libero mi confermi la spedizione con successo del messaggio.
Ecco la spiegazione:
Ed ecco dove viene inserito automaticamente il messaggio di prova che mi sono autoinviato al mio account su alice:
Adesso è tutto chiaro: per alice sono uno spammer.
Ecco la spiegazione:
Ed ecco dove viene inserito automaticamente il messaggio di prova che mi sono autoinviato al mio account su alice:
Adesso è tutto chiaro: per alice sono uno spammer.
A muso duro
Il 7 ottobre del 2002 moriva Pierangelo Bertoli (foto). Probabilmente, a molti di quelli che leggono, questo nome dirà poco o niente; beh, se può interessare c'è una bella paginetta sulla Wikipedia.
Bertoli è stato un poeta/cantautore emiliano. E' vissuto sempre un po' nell'ombra, senza eccessivo clamore e lontano anni luce da tutto quello è la musica intesa come starsystem, tv, ribalta, ecc...
Ha sempre fatto le sue cose nella tranquillità e nel silenzio: uno dei pochi che ancora considerava il suo mestiere... un mestiere appunto, fatto con passione e professionalità.
Canzoni ne ha scritte tante, e anche nel suo caso è difficile sceglierne una. Comunque, a mio avviso, una delle più belle e più note è sicuramente "A muso duro", in cui racconta il suo difficile rapporto con la discografia ufficiale e in cui rivendica il suo diritto di scrivere canzoni che seguano esclusivamente il suo stile ("...adesso dovrei fare le canzoni con i dosaggi esatti degli esperti..."), senza dover sottostare alla logica del mercato e/o dell'immagine.
E adesso che farò, non so che dire
e ho freddo come quando stavo solo
ho sempre scritto i versi con la penna
non ordini precisi di lavoro.
Ho sempre odiato i porci ed i ruffiani
e quelli che rubavano un salario
i falsi che si fanno una carriera
con certe prestazioni fuori orario
Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.
Ho speso quattro secoli di vita
e ho fatto mille viaggi nei deserti
perché volevo dire ciò che penso
volevo andare avanti ad occhi aperti
adesso dovrei fare le canzoni
con i dosaggi esatti degli esperti
magari poi vestirmi come un fesso
per fare il deficiente nei concerti.
Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.
Non so se sono stato mai poeta
e non mi importa niente di saperlo
riempirò i bicchieri del mio vino
non so com'è però vi invito a berlo
e le masturbazioni cerebrali
le lascio a chi è maturo al punto giusto
le mie canzoni voglio raccontarle
a chi sa masturbarsi per il gusto.
Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.
E non so se avrò gli amici a farmi il coro
o se avrò soltanto volti sconosciuti
canterò le mie canzoni a tutti loro
e alla fine della strada
potrò dire che i miei giorni li ho vissuti.
Ed ecco il video con musica e qualche immagine. Buona domenica.
Bertoli è stato un poeta/cantautore emiliano. E' vissuto sempre un po' nell'ombra, senza eccessivo clamore e lontano anni luce da tutto quello è la musica intesa come starsystem, tv, ribalta, ecc...
Ha sempre fatto le sue cose nella tranquillità e nel silenzio: uno dei pochi che ancora considerava il suo mestiere... un mestiere appunto, fatto con passione e professionalità.
Canzoni ne ha scritte tante, e anche nel suo caso è difficile sceglierne una. Comunque, a mio avviso, una delle più belle e più note è sicuramente "A muso duro", in cui racconta il suo difficile rapporto con la discografia ufficiale e in cui rivendica il suo diritto di scrivere canzoni che seguano esclusivamente il suo stile ("...adesso dovrei fare le canzoni con i dosaggi esatti degli esperti..."), senza dover sottostare alla logica del mercato e/o dell'immagine.
E adesso che farò, non so che dire
e ho freddo come quando stavo solo
ho sempre scritto i versi con la penna
non ordini precisi di lavoro.
Ho sempre odiato i porci ed i ruffiani
e quelli che rubavano un salario
i falsi che si fanno una carriera
con certe prestazioni fuori orario
Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.
Ho speso quattro secoli di vita
e ho fatto mille viaggi nei deserti
perché volevo dire ciò che penso
volevo andare avanti ad occhi aperti
adesso dovrei fare le canzoni
con i dosaggi esatti degli esperti
magari poi vestirmi come un fesso
per fare il deficiente nei concerti.
Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.
Non so se sono stato mai poeta
e non mi importa niente di saperlo
riempirò i bicchieri del mio vino
non so com'è però vi invito a berlo
e le masturbazioni cerebrali
le lascio a chi è maturo al punto giusto
le mie canzoni voglio raccontarle
a chi sa masturbarsi per il gusto.
Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.
E non so se avrò gli amici a farmi il coro
o se avrò soltanto volti sconosciuti
canterò le mie canzoni a tutti loro
e alla fine della strada
potrò dire che i miei giorni li ho vissuti.
Ed ecco il video con musica e qualche immagine. Buona domenica.
sabato 29 marzo 2008
Sono ripetitivo (ma non me ne frega niente)
Ogni anno in questo periodo ricomincia, ineluttabile, il massacro, e da tre anni a questa parte lo segnalo scrivendo due righe sul mio sito o qui, nel mio blog. Sono ripetitivo? E' lo stesso, fa niente, correrò il rischio.
Se per caso qualcuno non sapesse bene ancora di cosa sto parlando, segnalo questo breve video (attenzione: è molto crudo) pubblicato dal Corriere.
Considerazioni in proposito non ne faccio, perché quello che dovevo dire l'ho già detto negli articoli precedenti, e perché fatti come questi in fondo non ne meritano. E' sufficiente l'indignazione.
venerdì 28 marzo 2008
Attenzione all'e-mail con mittente Carlo Montorsini: è un virus
Sta da qualche ora circolando con una certa insistenza una nuova e-mail truffaldina. Ecco il testo:
Gentile Cliente, stiamo eseguendo i dovuti accertamenti sul suo sistema informatico, il suo indirizzo email ci è stato segnalato da terzi come fruitore di materiale P2P scaricato illegalmente dalla rete. La sua posta elettronica è sotto controllo già da 10gg, la preghiamo pertanto di voler seguire il seguente link www.i-verify***** dove troverà il modulo per dichiarare la sua estraneità alla detenzione di materiale indebitaménte contraffatto.
Certi di una sua volontaria collaborazione porgiamo Distinti Saluti Carlo Montorsini - Assessments Director Internet VerifyCenter s.p.a 2002-2008
In altre varianti dello stesso messaggio non è presente il link che conduce al fantomatico sito, ma è necessario aprire un apparentemente innocuo allegato con estensione fittizia .zip., all'interno del quale ci sarebbe la fantomatica lista degli indagati per condivisione tramite p2p di materiale protetto da copyright.
Comunque sia, in entrambi i casi si tratta dell'ennesimo tentativo di infezione che fa leva sul timore generato dal fatto di essere stati scoperti a commettere qualcosa di illecito.
Inutile dire che, come tutte le altre volte, l'email non va aperta ma cestinata all'istante.
Gentile Cliente, stiamo eseguendo i dovuti accertamenti sul suo sistema informatico, il suo indirizzo email ci è stato segnalato da terzi come fruitore di materiale P2P scaricato illegalmente dalla rete. La sua posta elettronica è sotto controllo già da 10gg, la preghiamo pertanto di voler seguire il seguente link www.i-verify***** dove troverà il modulo per dichiarare la sua estraneità alla detenzione di materiale indebitaménte contraffatto.
Certi di una sua volontaria collaborazione porgiamo Distinti Saluti Carlo Montorsini - Assessments Director Internet VerifyCenter s.p.a 2002-2008
In altre varianti dello stesso messaggio non è presente il link che conduce al fantomatico sito, ma è necessario aprire un apparentemente innocuo allegato con estensione fittizia .zip., all'interno del quale ci sarebbe la fantomatica lista degli indagati per condivisione tramite p2p di materiale protetto da copyright.
Comunque sia, in entrambi i casi si tratta dell'ennesimo tentativo di infezione che fa leva sul timore generato dal fatto di essere stati scoperti a commettere qualcosa di illecito.
Inutile dire che, come tutte le altre volte, l'email non va aperta ma cestinata all'istante.
Montare casi che non esistono
E' la specialità degli organi di informazione italiani: montare casi che non esistono, imbastire gigantesche polemiche che si fondano sul nulla. Tipo quella di queste ore costruita su quello che l'ex uomo dei miracoli avrebbe (o non avrebbe) detto circa la fantomatica cordata di imprenditori che dovrebbe salvare la nostra compagnia di bandiera dalle grinfie di AirFrance. Quei cattivoni francesi.
Non so chi di voi se ne sia accorto, ma la colpa di tutto il polverone non è del povero cavaliere (che come al solito è stato frainteso), ma dei giornali che continuano a dare credito a quello che dice. E poi, scusate, è colpa sua se viene continuamente frainteso? Eccheccavolo! E poi le sue non erano solo supposizioni? E allora? Perché tutto questo polverone?
Si può costruire un caso su un fraintendimento? Quando c'è di mezzo lui sì, e vi spiego subito perché. Aprite Google e digitate berlusconi frainteso:
Ecco qua: berlusconi frainteso restituisce più di 61.000 risultati, segno che ci troviamo di fronte all'uomo probabilmente meno capito d'Italia. Basta infatti scorrere un po' i risultati per vedere che è stato effettivamente frainteso su una miriade dicretinate dichiarazioni, sparate a raffica a destra e a manca sui temi più disparati.
Un uomo, quindi, che per i media è una fonte inesauribile di ispirazione e che va preservato, perché si ha l'assoluta certezza che la prossima volta che aprirà bocca sarà di nuovoper dire una fesseria frainteso e ne nascerà l'ennesimo caso sul quale i giornali, che notoriamente non hanno di meglio da fare, si butteranno a pesce.
Lunga vita all'informazione italiana!
Non so chi di voi se ne sia accorto, ma la colpa di tutto il polverone non è del povero cavaliere (che come al solito è stato frainteso), ma dei giornali che continuano a dare credito a quello che dice. E poi, scusate, è colpa sua se viene continuamente frainteso? Eccheccavolo! E poi le sue non erano solo supposizioni? E allora? Perché tutto questo polverone?
Si può costruire un caso su un fraintendimento? Quando c'è di mezzo lui sì, e vi spiego subito perché. Aprite Google e digitate berlusconi frainteso:
Ecco qua: berlusconi frainteso restituisce più di 61.000 risultati, segno che ci troviamo di fronte all'uomo probabilmente meno capito d'Italia. Basta infatti scorrere un po' i risultati per vedere che è stato effettivamente frainteso su una miriade di
Un uomo, quindi, che per i media è una fonte inesauribile di ispirazione e che va preservato, perché si ha l'assoluta certezza che la prossima volta che aprirà bocca sarà di nuovo
Lunga vita all'informazione italiana!
giovedì 27 marzo 2008
Read it Later, salvare le pagine web per consultarle a modem spento
Tra le infinite estensioni di Firefox (di molte delle quali ho già parlato in vari altri articoli), voglio oggi segnalare Read it Later, un piccolo add-on che consente di salvare le pagine web che interessano per essere poi consultate con calma in modalità offline.
Questo piccolo plugin ricorda molto da vicino, per tipologia di funzionamento, InstantPaper, del quale ho già parlato qui, ma rispetto a questo trovo che sia molto più immediato. A me, ad esempio, risulta molto utile in fase di stesura dei miei articoli, in quanto mi consente di riunire in una sorta di lista di url temporanei più pagine e più siti web senza aprirli tutti in schede, operazione che tende a volte a rallentare il normale funzionamento del browser. Vediamo un po' come funziona.
Il programma può essere scaricato cliccando sul pulsante arancione "Install" nell'home page del sito ideashower.com (qui):
Una volta riavviato il browser comparirà una finestra tipo questa:
Tramite il mouse è sufficiente trascinare le icone "Read Later" e "Reading List" sulla barra di navigazione di Firefox. Terminata l'operazione ecco comparire i relativi pulsanti nella barra di navigazione:
A questo punto, per salvare la pagina web che si sta visualizzando, è sufficiente cliccare sul pulsante di sinistra. Il tramutarsi della freccetta verde in un segno di spunta arancione sarà il segno che la pagina è stata salvata completa di immagini e tutto il resto:
Per andarsela quindi a rileggere con calma, anche in modalità offline, sarà sufficiente cliccare sul triangolino nero a fianco del secondo pulsante (quello evidenziato nell'immagine sotto) e da lì selezionare la pagina salvata in precedenza:
Per eliminare una pagina memorizzata che non serve più, è sufficiente, una volta aperta, cliccare nuovamente su "Save this page for later" (pulsante di sinistra) in modo che venga marcata dal programma come già letta e quindi rimossa dall'elenco.
Questo piccolo plugin ricorda molto da vicino, per tipologia di funzionamento, InstantPaper, del quale ho già parlato qui, ma rispetto a questo trovo che sia molto più immediato. A me, ad esempio, risulta molto utile in fase di stesura dei miei articoli, in quanto mi consente di riunire in una sorta di lista di url temporanei più pagine e più siti web senza aprirli tutti in schede, operazione che tende a volte a rallentare il normale funzionamento del browser. Vediamo un po' come funziona.
Il programma può essere scaricato cliccando sul pulsante arancione "Install" nell'home page del sito ideashower.com (qui):
Una volta riavviato il browser comparirà una finestra tipo questa:
Tramite il mouse è sufficiente trascinare le icone "Read Later" e "Reading List" sulla barra di navigazione di Firefox. Terminata l'operazione ecco comparire i relativi pulsanti nella barra di navigazione:
A questo punto, per salvare la pagina web che si sta visualizzando, è sufficiente cliccare sul pulsante di sinistra. Il tramutarsi della freccetta verde in un segno di spunta arancione sarà il segno che la pagina è stata salvata completa di immagini e tutto il resto:
Per andarsela quindi a rileggere con calma, anche in modalità offline, sarà sufficiente cliccare sul triangolino nero a fianco del secondo pulsante (quello evidenziato nell'immagine sotto) e da lì selezionare la pagina salvata in precedenza:
Per eliminare una pagina memorizzata che non serve più, è sufficiente, una volta aperta, cliccare nuovamente su "Save this page for later" (pulsante di sinistra) in modo che venga marcata dal programma come già letta e quindi rimossa dall'elenco.
Ma hanno realmente qualcosa da dire?
Forse ricordo male, ma mi pare che la campagna elettorale, almeno agli inizi, fosse tutto sommato tranquilla, senza eccessi verbali, scontri e plateali risse. Vabbé, c'erano i vari, ridicoli, comizi antiabortisti di Ferrara che creavano un po' di scompiglio, ma per il resto tutto si svolgeva abbastanza tranquillamente.
Sarà che il tempo stringe, le elezioni si avvicinano, il profluvio di sondaggi più o meno attendibili dilaga, ma ultimamente le cose sono un po' cambiate. C'è più aggressività: in tv, nei talk show (ah, che nostalgia per le vecchie e noiose - ma tranquille - tribune elettorali di una volta), sui giornali. Insomma la tranquillità iniziale pare finita.
E così abbiamo la Santanché che litiga con la Mussolini, il tanto strombazzato faccia a faccia televisivo tra i leader delle due maggiori coalizioni che salta tra le reciproche invettive, Michele Placido (Michele Placido?) e Raffaele Lombardo (candidato Pdl in Sicilia) che si scannano in diretta tv, il cavaliere che dà a Uòlter del "vecchio comunista riciclato", Uòlter che risponde per le rime, i sindacati sul piede di guerra per le recenti dichiarazioni del cavaliere in tema di pensioni e via a seguire.
Di questo clima ne risentono, di riflesso, anche le dichiarazioni sui programmi, contribuendo ad alimentare la triste gara a chi la spara più grossa. Dichiarazioni e diatribe inutili su programmi che sostanzialmente si equivalgono, e che quindi danno il via a reciproche accuse di plagio e presunti scopiazzamenti. Inevitabili, visto che tutti, chi più chi meno, toccano pensioni, ICI, famiglia, precari: insomma, detta così sembra che chiunque vada al governo abbia pronto il miracolo.
In mezzo ci siamo noi, quelli che il 13 aprile dovranno (dovrebbero) andare al seggio con le idee chiare su chi votare, consci invece che le idee chiare è impossibile averle visto che questi fanno a gara a rintuzzarsi le reciproche dichiarazione e a coprirsi a vicenda le voci (e di ridicolo). Come si fa ad avere le idee chiare se uno dice una cosa e un altro un'altra? Prendete il caso Alitalia: secondo Padoa-Schioppa ha liquidità fino a maggio, secondo Bianchi, ministro dei trasporti, per tutto il 2008. Due ministri di uno stesso governo che si contraddicono a vicenda non su qualche astratta teoria, ma su dei numeri. Una cosa che farebbe quasi venire voglia di dare ragione a Calderoli.
Insomma, a volte viene il dubbio che tutta questa confusione sia solo una specie di copertura architettata per nascondere il fatto che in realtà nessuno ha niente da dire.
Sarà che il tempo stringe, le elezioni si avvicinano, il profluvio di sondaggi più o meno attendibili dilaga, ma ultimamente le cose sono un po' cambiate. C'è più aggressività: in tv, nei talk show (ah, che nostalgia per le vecchie e noiose - ma tranquille - tribune elettorali di una volta), sui giornali. Insomma la tranquillità iniziale pare finita.
E così abbiamo la Santanché che litiga con la Mussolini, il tanto strombazzato faccia a faccia televisivo tra i leader delle due maggiori coalizioni che salta tra le reciproche invettive, Michele Placido (Michele Placido?) e Raffaele Lombardo (candidato Pdl in Sicilia) che si scannano in diretta tv, il cavaliere che dà a Uòlter del "vecchio comunista riciclato", Uòlter che risponde per le rime, i sindacati sul piede di guerra per le recenti dichiarazioni del cavaliere in tema di pensioni e via a seguire.
Di questo clima ne risentono, di riflesso, anche le dichiarazioni sui programmi, contribuendo ad alimentare la triste gara a chi la spara più grossa. Dichiarazioni e diatribe inutili su programmi che sostanzialmente si equivalgono, e che quindi danno il via a reciproche accuse di plagio e presunti scopiazzamenti. Inevitabili, visto che tutti, chi più chi meno, toccano pensioni, ICI, famiglia, precari: insomma, detta così sembra che chiunque vada al governo abbia pronto il miracolo.
In mezzo ci siamo noi, quelli che il 13 aprile dovranno (dovrebbero) andare al seggio con le idee chiare su chi votare, consci invece che le idee chiare è impossibile averle visto che questi fanno a gara a rintuzzarsi le reciproche dichiarazione e a coprirsi a vicenda le voci (e di ridicolo). Come si fa ad avere le idee chiare se uno dice una cosa e un altro un'altra? Prendete il caso Alitalia: secondo Padoa-Schioppa ha liquidità fino a maggio, secondo Bianchi, ministro dei trasporti, per tutto il 2008. Due ministri di uno stesso governo che si contraddicono a vicenda non su qualche astratta teoria, ma su dei numeri. Una cosa che farebbe quasi venire voglia di dare ragione a Calderoli.
Insomma, a volte viene il dubbio che tutta questa confusione sia solo una specie di copertura architettata per nascondere il fatto che in realtà nessuno ha niente da dire.
mercoledì 26 marzo 2008
Fatti privati e manie di protagonismo
Non avevo in programma di scrivere qualcosa sulla vicenda del battesimo amministrato da Ratzinger al giornalista Magdi Allam la notte di Pasqua. Per il semplice fatto che la cosa mi interessa relativamente poco, preferisco parlare di altri argomenti.
Tuttavia mi ha sorpreso - anche se forse era da mettere in conto - il seguito mediatico che ha avuto, e che ha tuttora, la vicenda. Mi ha sorpreso perché a mio modesto parere cambiare religione non è una di quelle cose da sbandierare a media unificati. Io, se fossi stato al posto del giornalista (ipotesi molto remota visto che ho poco da spartire con tutto ciò che ha a che fare con la religione) avrei consumato la cosa nel silenzio, senza clamore.
Non mi metto ovviamente a discettare sul fatto se una conversione mediatica di questo tipo danneggi o meno il dialogo Islam/Cristianesimo, mi limito solo a mettere l'accento sul fatto che una conversione dovrebbe comunque essere una cosa privata. Tutto qua. Insomma, alla fine vedo un po' il tutto unicamente come un prepotente desiderio di protagonismo da parte del giornalista.
Tuttavia mi ha sorpreso - anche se forse era da mettere in conto - il seguito mediatico che ha avuto, e che ha tuttora, la vicenda. Mi ha sorpreso perché a mio modesto parere cambiare religione non è una di quelle cose da sbandierare a media unificati. Io, se fossi stato al posto del giornalista (ipotesi molto remota visto che ho poco da spartire con tutto ciò che ha a che fare con la religione) avrei consumato la cosa nel silenzio, senza clamore.
Non mi metto ovviamente a discettare sul fatto se una conversione mediatica di questo tipo danneggi o meno il dialogo Islam/Cristianesimo, mi limito solo a mettere l'accento sul fatto che una conversione dovrebbe comunque essere una cosa privata. Tutto qua. Insomma, alla fine vedo un po' il tutto unicamente come un prepotente desiderio di protagonismo da parte del giornalista.
martedì 25 marzo 2008
Nonostante tutto non mi dispiace
Un ragazzo di 19 anni è morto ieri per overdose in un rave party. Non è la prima volta che accade una cosa del genere e probabilmente, purtroppo, non sarà neanche l'ultima. Questa notizia è stata riportata anche dai vari tiggì il giorno di Pasqua, quando il giovane pur essendo in coma non era ancora passato a miglior vita.
Casualmente io e Chiara abbiamo appreso la notizia da due tiggì differenti e in orari diversi, io prima e lei dopo. Nell'apprendere la notizia, io istintivamente ho pensato - forse un po' cinicamente - che in fondo se l'era andata a cercare, che in qualche modo quella fine se la fosse meritata, insomma, e la cosa è morta lì. Poi mi sono accorto che anche Chiara, nell'apprendere la notizia successivamente, ha commentato esprimendo esattamente quello che avevo inizialmente pensato io.
Ne deduco quindi che sia io che lei siamo due cinici insensibili, emotivamente indifferenti davanti a fatti di questo genere. Naturalmente ho cercato di guardare la questione sotto diverse angolazioni. Se notate, quando accadono queste cose si usa solitamente tirare in ballo una lunga serie di fattori e concause, tipo la famiglia assente, i valori che se ne vanno a ramengo, giovani che vengono su senza ideali, senza passioni, senza riferimenti, senza - perché no - qualcuno o qualcosa a cui rendere conto del proprio operato.
Ho cercato quindi di mettere insieme il tutto, di inquadrare quanto accaduto sotto l'ottica di uno di questi fattori, ma niente: quanto successo non riesce a dispiacermi. O meglio, non riesce a valicare il normale rammarico "fisiologico" determinato dal tipo di evento.
Probabilmente ciò è dovuto al fatto che né io né Chiara abbiamo mai pensato che il giovane non sapesse a cosa andava incontro comportandosi così, cosa che avrebbe al limite potuto rappresentare una seppur debole scusante. Ma se scartiamo questa ipotesi ne rimane solo una: che abbia deliberatamente accettato il rischio di andare al creatore pur di "godersi" tre giorni di sballo. E' così remota questa ipotesi? E in caso fosse vera, dobbiamo dispiacerci per il tragico epilogo?
Mi dispiace, non ci riesco.
Casualmente io e Chiara abbiamo appreso la notizia da due tiggì differenti e in orari diversi, io prima e lei dopo. Nell'apprendere la notizia, io istintivamente ho pensato - forse un po' cinicamente - che in fondo se l'era andata a cercare, che in qualche modo quella fine se la fosse meritata, insomma, e la cosa è morta lì. Poi mi sono accorto che anche Chiara, nell'apprendere la notizia successivamente, ha commentato esprimendo esattamente quello che avevo inizialmente pensato io.
Ne deduco quindi che sia io che lei siamo due cinici insensibili, emotivamente indifferenti davanti a fatti di questo genere. Naturalmente ho cercato di guardare la questione sotto diverse angolazioni. Se notate, quando accadono queste cose si usa solitamente tirare in ballo una lunga serie di fattori e concause, tipo la famiglia assente, i valori che se ne vanno a ramengo, giovani che vengono su senza ideali, senza passioni, senza riferimenti, senza - perché no - qualcuno o qualcosa a cui rendere conto del proprio operato.
Ho cercato quindi di mettere insieme il tutto, di inquadrare quanto accaduto sotto l'ottica di uno di questi fattori, ma niente: quanto successo non riesce a dispiacermi. O meglio, non riesce a valicare il normale rammarico "fisiologico" determinato dal tipo di evento.
Probabilmente ciò è dovuto al fatto che né io né Chiara abbiamo mai pensato che il giovane non sapesse a cosa andava incontro comportandosi così, cosa che avrebbe al limite potuto rappresentare una seppur debole scusante. Ma se scartiamo questa ipotesi ne rimane solo una: che abbia deliberatamente accettato il rischio di andare al creatore pur di "godersi" tre giorni di sballo. E' così remota questa ipotesi? E in caso fosse vera, dobbiamo dispiacerci per il tragico epilogo?
Mi dispiace, non ci riesco.
lunedì 24 marzo 2008
The show must go on
"The show must go on" (lo spettacolo deve andare avanti) è una canzone dei Queen. Ho amato profondamente, e amo tuttora, la loro musica, e questo pur non avendone la discografia completa ma solo alcuni album e una raccolta.
Di canzoni memorabili Freddie Mercury e soci ne hanno scritte a bizzeffe, ma questa ha qualcosa di particolare che la rende quasi unica: è pomposa, regale, maestosa, a tratti epica. Sensazione resa particolarmente evidente dall'intreccio tra la parte melodica e armonica (il passaggio dal minore al perfetto maggiore sul secondo "show must go on" del ritornello è qualcosa che apre il cuore).
Questa canzone è stata spesso erroneamente considerata come una sorta di testamento di Freddie Mercury, il quale è morto di Aids nello stesso anno - il 1991 - in cui è stata pubblicata, mentre invece si trattava semplicemente di una poesia scritta dal chitarrista del gruppo Brian May.
Ecco il testo tradotto in italiano:
Spazi desolati, per cosa viviamo?
Luoghi abbandonati, forse noi conosciamo già la partitura
Avanti e ancora avanti
C'è qualcuno che sa cosa stiamo cercando?
Un altro eroe, un altro crimine inutile
Dietro il sipario, nella pantomima
Resistere
Qualcuno ce la fa ancora?
Lo spettacolo deve continuare
Mi si spezza il cuore
Il trucco si sta sciogliendo ma io continuo a sorridere
Qualunque cosa succeda, abbandonerò tutto al caso
Ancora dolore, un'altra storia finita
Avanti e ancora avanti
Qualcuno sa per cosa viviamo?
Credo di iniziare a capire
Dovrei essere più gentile presto girerò l'angolo
Fuori inizia ad albeggiare
Ma dentro, nell'oscurità, desidero fermamente essere libero
Lo spettacolo deve continuare
Mi si spezza il cuore il trucco si sta sciogliendo
Ma io continuo a sorridere
La mia anima è colorata come la ali delle farfalle
Le fiabe di ieri crescono ma non moriranno mai
Posso volare, amici miei
Lo spettacolo deve continuare
Lo affronterò con un largo sorriso non mi arrenderò mai
Avanti con lo spettacolo
Sarò l'attrazione principale
Sarò uno schianto
Devo trovare la volontà di andare avanti
Avanti con lo spettacolo
Lo spettacolo deve continuare
Ed ecco il video:
Di canzoni memorabili Freddie Mercury e soci ne hanno scritte a bizzeffe, ma questa ha qualcosa di particolare che la rende quasi unica: è pomposa, regale, maestosa, a tratti epica. Sensazione resa particolarmente evidente dall'intreccio tra la parte melodica e armonica (il passaggio dal minore al perfetto maggiore sul secondo "show must go on" del ritornello è qualcosa che apre il cuore).
Questa canzone è stata spesso erroneamente considerata come una sorta di testamento di Freddie Mercury, il quale è morto di Aids nello stesso anno - il 1991 - in cui è stata pubblicata, mentre invece si trattava semplicemente di una poesia scritta dal chitarrista del gruppo Brian May.
Ecco il testo tradotto in italiano:
Spazi desolati, per cosa viviamo?
Luoghi abbandonati, forse noi conosciamo già la partitura
Avanti e ancora avanti
C'è qualcuno che sa cosa stiamo cercando?
Un altro eroe, un altro crimine inutile
Dietro il sipario, nella pantomima
Resistere
Qualcuno ce la fa ancora?
Lo spettacolo deve continuare
Mi si spezza il cuore
Il trucco si sta sciogliendo ma io continuo a sorridere
Qualunque cosa succeda, abbandonerò tutto al caso
Ancora dolore, un'altra storia finita
Avanti e ancora avanti
Qualcuno sa per cosa viviamo?
Credo di iniziare a capire
Dovrei essere più gentile presto girerò l'angolo
Fuori inizia ad albeggiare
Ma dentro, nell'oscurità, desidero fermamente essere libero
Lo spettacolo deve continuare
Mi si spezza il cuore il trucco si sta sciogliendo
Ma io continuo a sorridere
La mia anima è colorata come la ali delle farfalle
Le fiabe di ieri crescono ma non moriranno mai
Posso volare, amici miei
Lo spettacolo deve continuare
Lo affronterò con un largo sorriso non mi arrenderò mai
Avanti con lo spettacolo
Sarò l'attrazione principale
Sarò uno schianto
Devo trovare la volontà di andare avanti
Avanti con lo spettacolo
Lo spettacolo deve continuare
Ed ecco il video:
domenica 23 marzo 2008
Pasqua con rexbin.com
Cosa si fa in una domenica di Pasqua come questa?
Si sta in casa, e può capitare che tra una cosa e l'altra si giochi anche col pc. Ho trovato girovagando qua e là un sito molto interessante, pieno di giochi in flash che è possibile utilizzare online tramite il browser senza installare niente nel pc.
Beh, di siti simili pullula internet, non è una novità, ma in questo è possibile trovare dei cloni quasi perfetti di molti giochi arcade tipici degli anni '80.
Riconoscete qualcuno di questi?
Si sta in casa, e può capitare che tra una cosa e l'altra si giochi anche col pc. Ho trovato girovagando qua e là un sito molto interessante, pieno di giochi in flash che è possibile utilizzare online tramite il browser senza installare niente nel pc.
Beh, di siti simili pullula internet, non è una novità, ma in questo è possibile trovare dei cloni quasi perfetti di molti giochi arcade tipici degli anni '80.
Riconoscete qualcuno di questi?
sabato 22 marzo 2008
Ah, dimenticavo... Buona Pasqua
Veramente questo post dovevo scriverlo ieri sera, ma ho terminato tardi quello su Napolitano e alla fine la stanchezza ha preso il sopravvento. Vabbè, rimedio adesso.
Non so cosa farete di bello voi in questi due giorni di festa. Io più o meno il solito: famiglia, figli, parenti, massicce dosi di sonno ristoratore (ne ho bisogno), e alcune cose da sistemare nei miei appunti e lavori.
Approfitto di questo post anche per contraccambiare gli auguri che mi sono arrivati ieri via e-mail, sia da parte di amici che di lettori (che poi in definitiva sono amici anche loro).
Buona Pasqua!
Non so cosa farete di bello voi in questi due giorni di festa. Io più o meno il solito: famiglia, figli, parenti, massicce dosi di sonno ristoratore (ne ho bisogno), e alcune cose da sistemare nei miei appunti e lavori.
Approfitto di questo post anche per contraccambiare gli auguri che mi sono arrivati ieri via e-mail, sia da parte di amici che di lettori (che poi in definitiva sono amici anche loro).
Buona Pasqua!
Napolitano e i (deputati) fannulloni
Il buon Napolitano (foto), quello dei discorsi soporiferi di fine anno, se n'è andato per 5 giorni in Cile. Da lì, com'è tradizione ogni volta che si reca in vacanza a spese del contribuente in visita ufficiale in qualche paese straniero, ci ha deliziato con uno dei suoi leggendari sermoni. Più che un sermone oserei dire un accorata e appassionata arringa in difesa della politica in genere e dei politici in particolare, a suo dire povere vittime innocenti del dilagante populismo di stampo grillesco e di una altrettanto dilagante e pericolosa ondata di antipolitica e disaffezione popolare.
I discorsi di Napolitano sono belli. Se non altro perché sono innocui: non fanno male, non pungono, non dicono niente di "sovversivo", tendono solamente a sottolineare l'ovvio, quello che si sa già. Insomma, niente che non sia politically correct, come si suol dire. Ecco il motivo per cui sono anche - ovviamente a mio giudizio - terribilmente "istituzionali", noiosi, prolissi, inconsistenti, evanescenti, impalpabili quasi. Insomma due palle così. Qualcosa che se c'è o non c'è non cambia niente. Ma vediamo qualche interessante frase dell'ultimo pistolotto così come ce lo racconta Repubblica.
E' chiaro che il voto non è mai inutile.
Questa frase, che Repubblica - notoriamente pro-Veltroni - interpreta come una risposta del capo dello stato ai pressanti appelli del cavaliere a non disperdere il voto nei partitini (e quindi a votare per lui), è assolutamente campata per aria. Il voto, come ho già spiegato in tremila post su questo blog, per come è concepito è perfettamente inutile per noi (mentre al contrario è molto utile per "loro"). E lo è da quel giorno del '94 in cui è entrata in vigore la legge elettorale che ha abolito il voto di preferenza. In questo modo le liste sono bloccate e l'elettore non può scegliersi un candidato, il quale è invece scelto a totale discrezione delle segreterie di partito. Segreterie che a loro altrettanto esclusivo e insindacabile giudizio scelgono i nomi dei candidati e relative circoscrizioni. Io, elettore, ho le mani legate e quindi il mio voto è perfettamente inutile, checché ne dica Napolitano.
Napolitano ha definito quindi "qualunquismo" l'atteggiamento di chi definisce il Parlamento "una corporazione di avidi fannulloni" (...) una cosa che "inocula nelle menti il distacco dalla politica".
Ora, naturalmente, mettiamo pure al bando i qualunquismi e le generalizzazioni e prendiamo per buono il fatto che all'interno della casta ci siano realmente politici che si impegnano seriamente e coscienziosamente nella propria missione al servizio dei cittadini e del paese. E mettiamo pure che non siano avidi. A questo punto rimane "fannulloni". Certo, si può tentare di guardare la questione da varie angolazioni, ma difficilmente si può prescindere dall'affibbiare questo epiteto a una categoria di "lavoratori" la cui settimana lavorativa inizia il martedì e finisce il giovedì. Se poi la confrontiamo ad esempio con la mia, che inizia la domenica notte alle tre e termina il sabato successivo a mezzogiorno, vedete che il "fannulloni" di cui parlavo prima non stona affatto, anzi. Su questo punto direi quindi di soprassedere (cosa che avrebbe dovuto fare anche Napolitano). Se a qualcuno può interessare, suggerisco in proposito di dare un'occhiata a queste dichiarazioni di Roberto Poletti, candidato uscente dei Verdi. Ma proseguiamo.
Così, ha proseguito, "ci sarà chi penserà che tanto vale chiuderlo [il parlamento, ndr], anche se non sarà chi scrive queste cose".
Oddio, chiuderlo forse è una parola grossa. Certo però che se vogliamo inquadrare il tutto nell'ottica costi/benefici, beh... insomma...
Il presidente della Repubblica ha esortato quindi "coloro che fanno politica concretamente, a qualsiasi schieramento appartengano", a "compiere uno sforzo per comprendere le ragioni della disaffezione, del disincanto verso la politica e per gettare un ponte di comunicazione e di dialogo con le nuove generazioni".
Lo sforzo non è titanico, giuro. Penso che ci potrebbe arrivare con una certa facilità anche uno di quei parlamentari che non sanno cos'è la Consob o il Darfur. Certo, dovrebbero documentarsi un pochino, ma visto che qualche giorno libero durante la settimana ce l'hanno, non dovrebbe essere un impegno troppo gravoso. Qualche ipotesi sui motivi di questa disaffezione l'ho segnalata anch'io ogni tanto qua e là nel mio blog: non so, qualche motivo potrebbe ad esempio essere che l'età media dei nostri parlamentari è la più alta d'Europa; segno di saggezza, indubbiamente, ma anche segno di un pervicace e ostinato attaccamento alla poltrona, che viene perseguito con qualsiasi mezzo e che trasforma la politica da servizio in mestiere. E, si sa, quando una cosa non la si fa più per passione ma per professione le cose cambiano (generalmente in peggio). Così, giusto per fare un esempio, i due leader di maggioranza e opposizione della scorsa legislatura viaggiavano sopra i 70 anni. Zapatero, attuale presidente del governo in Spagna è nato nel '60.
I nostri politici, oltretutto, è un dato di fatto, eccetto qualche mosca bianca non capiscono un beneamato di tecnologia. Nel terzo millennio non sanno niente di nuovi media, web, comunicazione digitale veloce, interattività. Non sanno cosa sia un blog, un social network qualsiasi, non capiscono internet e cercano così di imbrigliarla al loro volere con leggi ridicole e anacronistiche tipo il decreto Urbani, o con vere e proprie aberrazioni, tipo quella di Frattini o tipo la proposta di schedare i blog, che ci è valsa tra l'altro una di quelle figure a livello planetario alle quali siamo in verità già abbondantemente abituati da tempo (una più o una meno). Con queste credenziali Napolitano dice che la politica deve gettare un ponte di comunicazione con le nuove generazioni. Io, più che gettare un ponte, getterei qualcuno dal suddetto ponte, ma ovviamente non si può.
Questi, naturalmente, sono solo un paio di motivi che spiegano in parte questa disaffezione, specie tra i giovani, ma se ne potrebbero citare tanti: la giustizia più uguale per qualcuno, i benefit e i privilegi, gli stipendi (che si aumentano a loro discrezione e nel contempo "consigliano" a noi di tirare la cinghia), le clientele, i favoritismi, le raccomandazioni, l'immobilismo, i corrotti accertati in ogni grado di giudizio che continuano a legiferare, il voler cambiare tutto (a parole) affinché niente cambi (nei fatti). Ma ovviamente non si può approfondire tutto, ci vorrebbe un blog dedicato e non basterebbe neanche. E poi a parlare di queste cose c'è sempre il rischio di cadere nella facile retorica e nelle generalizzazioni.
Rischio che tutto sommato, però, sono sincero, corro volentieri.
I discorsi di Napolitano sono belli. Se non altro perché sono innocui: non fanno male, non pungono, non dicono niente di "sovversivo", tendono solamente a sottolineare l'ovvio, quello che si sa già. Insomma, niente che non sia politically correct, come si suol dire. Ecco il motivo per cui sono anche - ovviamente a mio giudizio - terribilmente "istituzionali", noiosi, prolissi, inconsistenti, evanescenti, impalpabili quasi. Insomma due palle così. Qualcosa che se c'è o non c'è non cambia niente. Ma vediamo qualche interessante frase dell'ultimo pistolotto così come ce lo racconta Repubblica.
E' chiaro che il voto non è mai inutile.
Questa frase, che Repubblica - notoriamente pro-Veltroni - interpreta come una risposta del capo dello stato ai pressanti appelli del cavaliere a non disperdere il voto nei partitini (e quindi a votare per lui), è assolutamente campata per aria. Il voto, come ho già spiegato in tremila post su questo blog, per come è concepito è perfettamente inutile per noi (mentre al contrario è molto utile per "loro"). E lo è da quel giorno del '94 in cui è entrata in vigore la legge elettorale che ha abolito il voto di preferenza. In questo modo le liste sono bloccate e l'elettore non può scegliersi un candidato, il quale è invece scelto a totale discrezione delle segreterie di partito. Segreterie che a loro altrettanto esclusivo e insindacabile giudizio scelgono i nomi dei candidati e relative circoscrizioni. Io, elettore, ho le mani legate e quindi il mio voto è perfettamente inutile, checché ne dica Napolitano.
Napolitano ha definito quindi "qualunquismo" l'atteggiamento di chi definisce il Parlamento "una corporazione di avidi fannulloni" (...) una cosa che "inocula nelle menti il distacco dalla politica".
Ora, naturalmente, mettiamo pure al bando i qualunquismi e le generalizzazioni e prendiamo per buono il fatto che all'interno della casta ci siano realmente politici che si impegnano seriamente e coscienziosamente nella propria missione al servizio dei cittadini e del paese. E mettiamo pure che non siano avidi. A questo punto rimane "fannulloni". Certo, si può tentare di guardare la questione da varie angolazioni, ma difficilmente si può prescindere dall'affibbiare questo epiteto a una categoria di "lavoratori" la cui settimana lavorativa inizia il martedì e finisce il giovedì. Se poi la confrontiamo ad esempio con la mia, che inizia la domenica notte alle tre e termina il sabato successivo a mezzogiorno, vedete che il "fannulloni" di cui parlavo prima non stona affatto, anzi. Su questo punto direi quindi di soprassedere (cosa che avrebbe dovuto fare anche Napolitano). Se a qualcuno può interessare, suggerisco in proposito di dare un'occhiata a queste dichiarazioni di Roberto Poletti, candidato uscente dei Verdi. Ma proseguiamo.
Così, ha proseguito, "ci sarà chi penserà che tanto vale chiuderlo [il parlamento, ndr], anche se non sarà chi scrive queste cose".
Oddio, chiuderlo forse è una parola grossa. Certo però che se vogliamo inquadrare il tutto nell'ottica costi/benefici, beh... insomma...
Il presidente della Repubblica ha esortato quindi "coloro che fanno politica concretamente, a qualsiasi schieramento appartengano", a "compiere uno sforzo per comprendere le ragioni della disaffezione, del disincanto verso la politica e per gettare un ponte di comunicazione e di dialogo con le nuove generazioni".
Lo sforzo non è titanico, giuro. Penso che ci potrebbe arrivare con una certa facilità anche uno di quei parlamentari che non sanno cos'è la Consob o il Darfur. Certo, dovrebbero documentarsi un pochino, ma visto che qualche giorno libero durante la settimana ce l'hanno, non dovrebbe essere un impegno troppo gravoso. Qualche ipotesi sui motivi di questa disaffezione l'ho segnalata anch'io ogni tanto qua e là nel mio blog: non so, qualche motivo potrebbe ad esempio essere che l'età media dei nostri parlamentari è la più alta d'Europa; segno di saggezza, indubbiamente, ma anche segno di un pervicace e ostinato attaccamento alla poltrona, che viene perseguito con qualsiasi mezzo e che trasforma la politica da servizio in mestiere. E, si sa, quando una cosa non la si fa più per passione ma per professione le cose cambiano (generalmente in peggio). Così, giusto per fare un esempio, i due leader di maggioranza e opposizione della scorsa legislatura viaggiavano sopra i 70 anni. Zapatero, attuale presidente del governo in Spagna è nato nel '60.
I nostri politici, oltretutto, è un dato di fatto, eccetto qualche mosca bianca non capiscono un beneamato di tecnologia. Nel terzo millennio non sanno niente di nuovi media, web, comunicazione digitale veloce, interattività. Non sanno cosa sia un blog, un social network qualsiasi, non capiscono internet e cercano così di imbrigliarla al loro volere con leggi ridicole e anacronistiche tipo il decreto Urbani, o con vere e proprie aberrazioni, tipo quella di Frattini o tipo la proposta di schedare i blog, che ci è valsa tra l'altro una di quelle figure a livello planetario alle quali siamo in verità già abbondantemente abituati da tempo (una più o una meno). Con queste credenziali Napolitano dice che la politica deve gettare un ponte di comunicazione con le nuove generazioni. Io, più che gettare un ponte, getterei qualcuno dal suddetto ponte, ma ovviamente non si può.
Questi, naturalmente, sono solo un paio di motivi che spiegano in parte questa disaffezione, specie tra i giovani, ma se ne potrebbero citare tanti: la giustizia più uguale per qualcuno, i benefit e i privilegi, gli stipendi (che si aumentano a loro discrezione e nel contempo "consigliano" a noi di tirare la cinghia), le clientele, i favoritismi, le raccomandazioni, l'immobilismo, i corrotti accertati in ogni grado di giudizio che continuano a legiferare, il voler cambiare tutto (a parole) affinché niente cambi (nei fatti). Ma ovviamente non si può approfondire tutto, ci vorrebbe un blog dedicato e non basterebbe neanche. E poi a parlare di queste cose c'è sempre il rischio di cadere nella facile retorica e nelle generalizzazioni.
Rischio che tutto sommato, però, sono sincero, corro volentieri.
venerdì 21 marzo 2008
Il canone? Non ne sappiamo niente
La vicenda canone rai, da tempo arenata sull'annosa questione di quali siano gli apparecchi, oltre alla tv, per i quali è fatto obbligo pagarlo e quali no (nel dubbio continuiamo tranquillamente a pagarlo tutti), si è arricchita di un nuovo capitolo (l'ultima puntata della telenovela é qui).
L'Agenzia delle Entrate, infatti, interpellata dalla Rai prima e dall'Aduc dopo, scrollandosi per un attimo dal suo leggendario torpore ha detto finalmente la sua. Una risposta definitiva e inequivocabile, riassunta in queste poche parole che riporto pari pari da questa pagina del sito dell'Aduc (il neretto è mio):
"Dopo alcuni mesi, vista l'assenza di qualsiasi risposta, abbiamo inoltrato un interpello all'Agenzia delle Entrate, che oggi ci risponde dicendoci di rivolgerci al ministero delle Comunicazioni, il quale si e' gia' rifiutato di rispondere."
Cioè, se non fosse sufficientemente chiaro, l'Aduc, una delle associazioni di consumatori più battagliere su questo fronte, è stata invitata dall'Agenzia delle Entrate a rivolgersi al Ministero delle Comunicazioni per ottenere chiarimenti. Il bello è che il suddetto ministero, assieme a quello delle finanze e dell'economia, è già stato interpellato a ottobre 2007. Interpellanza tuttora senza ancora uno straccio di risposta.
Alla fine, quindi, quali siano i famosi apparecchi oltre alla tv per i quali va pagato il canone non è dato di saperlo. Non sono riusciti a sciogliere il dubbio, nell'ordine: Ministero delle Comunicazioni, delle Finanze e dell'Economia, Agenzia delle Entrate, Rai e 4 interrogazioni parlamentari.
"La verità è che (...) il Canone RAI è una imposta di cui nessun organismo istituzionale vuole assumersi la responsabilità", scriveva ieri PI. Possiamo dargli torto?
Ci vediamo alla prossima puntata.
L'Agenzia delle Entrate, infatti, interpellata dalla Rai prima e dall'Aduc dopo, scrollandosi per un attimo dal suo leggendario torpore ha detto finalmente la sua. Una risposta definitiva e inequivocabile, riassunta in queste poche parole che riporto pari pari da questa pagina del sito dell'Aduc (il neretto è mio):
"Dopo alcuni mesi, vista l'assenza di qualsiasi risposta, abbiamo inoltrato un interpello all'Agenzia delle Entrate, che oggi ci risponde dicendoci di rivolgerci al ministero delle Comunicazioni, il quale si e' gia' rifiutato di rispondere."
Cioè, se non fosse sufficientemente chiaro, l'Aduc, una delle associazioni di consumatori più battagliere su questo fronte, è stata invitata dall'Agenzia delle Entrate a rivolgersi al Ministero delle Comunicazioni per ottenere chiarimenti. Il bello è che il suddetto ministero, assieme a quello delle finanze e dell'economia, è già stato interpellato a ottobre 2007. Interpellanza tuttora senza ancora uno straccio di risposta.
Alla fine, quindi, quali siano i famosi apparecchi oltre alla tv per i quali va pagato il canone non è dato di saperlo. Non sono riusciti a sciogliere il dubbio, nell'ordine: Ministero delle Comunicazioni, delle Finanze e dell'Economia, Agenzia delle Entrate, Rai e 4 interrogazioni parlamentari.
"La verità è che (...) il Canone RAI è una imposta di cui nessun organismo istituzionale vuole assumersi la responsabilità", scriveva ieri PI. Possiamo dargli torto?
Ci vediamo alla prossima puntata.
giovedì 20 marzo 2008
Festa del papà (con disegno)
Ieri era la festa del papà e alle scuola elementari che frequenta Francesca se ne sono giustamente ricordati. Sì, è vero, ultimamente mi sono lasciato crescere la barba, fattore questo che deve aver influito non poco nella composizione del disegno che vedete qui sotto ^^:
Comunque, tutto sommato, mi pare abbastanza rassomigliante. :-)
Grazie Franci!
Comunque, tutto sommato, mi pare abbastanza rassomigliante. :-)
Grazie Franci!
mercoledì 19 marzo 2008
Di Pietro non c'entra
Il 22 febbraio scorso, sia Il Giornale che Panorama (qui l'home page del quotidiano milanese), se ne uscivano con titoloni a tutta pagina e mega articoli a 4 colonne sul presunto coinvolgimento del segretario dell'Italia dei Valori (foto) in una storia di appropriazione indebita, truffa aggravata ai danni dello stato e altre cosette.
Niente da dire, per carità, è prassi consolidata (e fondamentalmente giusta) che i giornali riportino notizie di indagini su personaggi in vista del mondo della politica, dello spettacolo, ecc... Nel caso specifico, per la verità, ho come avuto l'impressione che la pomposità con cui era stata riportata la cosa avesse un secondo fine (la campagna elettorale era già iniziata, per la cronaca), ma questa è opinione mia personale. E comunque non sarebbe certo stata una novità, almeno per come funziona l'informazione in generale nel nostro paese.
In ogni caso, in riferimento appunto a questa vicenda, lo stesso Di Pietro scriveva questo post sul suo blog del quale riporto l'estratto qui sotto (il neretto è mio):
Ovviamente mi sarei aspettato una pomposità uguale, nel riportare questa notizia, ma vabbè, sarà per la prossima volta.
Niente da dire, per carità, è prassi consolidata (e fondamentalmente giusta) che i giornali riportino notizie di indagini su personaggi in vista del mondo della politica, dello spettacolo, ecc... Nel caso specifico, per la verità, ho come avuto l'impressione che la pomposità con cui era stata riportata la cosa avesse un secondo fine (la campagna elettorale era già iniziata, per la cronaca), ma questa è opinione mia personale. E comunque non sarebbe certo stata una novità, almeno per come funziona l'informazione in generale nel nostro paese.
In ogni caso, in riferimento appunto a questa vicenda, lo stesso Di Pietro scriveva questo post sul suo blog del quale riporto l'estratto qui sotto (il neretto è mio):
"l Giornale di Berlusconi insieme a Panorama, sempre del gruppo Berlusconi, spara la notizia “Di Pietro indagato” con una sfilza di reati che più ne ha, più ne metta. Sembrerebbe che stiano facendo chissà quale indagine nei miei confronti e chissà quali reati avrei commesso assieme ad altri dirigenti dell’Italia dei Valori in riferimento a contributi pubblici ricevuti.Oggi, guarda un po', tra le pieghe dell'informazione (ovviamente per non disturbare troppo) si legge che il gip ha deciso di archiviare l'indagine a carico del leader dell'IDV per l'insussistenza delle prove a suo carico.
I fatti in questione derivano da una serie di denunce presentate da uno dei simpatizzanti e soci aderenti all’Italia dei Valori che ha deciso di andare via perché non condivideva più la nostra politica, e ha messo in piedi un’infinita sfilza d’atti giudiziari, ben 13 in sede civile ed uno in sede penale. Tutte le cause in sede civile sono terminate e hanno visto soccombente e condannato alle spese processuali. Questo soggetto non ha nemmeno pagato le spese processuali a cui era stato condannato dai vari tribunali, ben 13, e gli è stata sequestrata e messa in vendita la casa, proprio perché non adempiva ai provvedimenti del giudice con riferimento alle sue false affermazioni negli atti di citazione proposti."
Ovviamente mi sarei aspettato una pomposità uguale, nel riportare questa notizia, ma vabbè, sarà per la prossima volta.
Può passare oltre, grazie
Cioè, giusto per capirci: uno torna a casa dal lavoro, stanco, dopo che è in piedi dalle 3 di notte, e cosa trova nella cassetta delle lettere?
Ma questo non sarebbe neanche niente. Aprendo l'opuscolo, infatti, in mezzo alla solite boiate propagandistico/favolistiche ci sono alcune premurose indicazioni su come dovrei comportarmi una volta dentro il seggio elettorale (neanche fossi deficiente). Che carini!
Ma come? L'articolo 1 della Costituzione Italiana (qui per chi se lo fosse dimenticato) dice che io sono sovrano, e come sovrano non posso neppure indicare chi voglio che mi rappresenti? Ma che sovrano sono?
Se per qualche oscuro miracolo qualcuno dei signori che pagano per riempire le cassette altrui di immondizia dovesse leggere questo blog, sappia che in caso il 13 aprile non abbia di meglio da fare e mi rechi quindi al seggio (ipotesi comunque molto remota), farò esattamente il contrario di quanto amabilmente suggerito nell'opuscolo.
E il simpatico signore che se ne va in giro riempiendo le cassette non sue di questa robaccia, la prossima volta che si trova davanti al mio cancello è gentilmente invitato a contare fino a 10 e passare oltre.
Ma questo non sarebbe neanche niente. Aprendo l'opuscolo, infatti, in mezzo alla solite boiate propagandistico/favolistiche ci sono alcune premurose indicazioni su come dovrei comportarmi una volta dentro il seggio elettorale (neanche fossi deficiente). Che carini!
Ma come? L'articolo 1 della Costituzione Italiana (qui per chi se lo fosse dimenticato) dice che io sono sovrano, e come sovrano non posso neppure indicare chi voglio che mi rappresenti? Ma che sovrano sono?
Se per qualche oscuro miracolo qualcuno dei signori che pagano per riempire le cassette altrui di immondizia dovesse leggere questo blog, sappia che in caso il 13 aprile non abbia di meglio da fare e mi rechi quindi al seggio (ipotesi comunque molto remota), farò esattamente il contrario di quanto amabilmente suggerito nell'opuscolo.
E il simpatico signore che se ne va in giro riempiendo le cassette non sue di questa robaccia, la prossima volta che si trova davanti al mio cancello è gentilmente invitato a contare fino a 10 e passare oltre.
martedì 18 marzo 2008
Giocare a Pacman con Firefox
Ricordate il mitico Pacman, il mangia puntini giallo a caccia di fantasmi? Se volete giocarci con Firefox è disponibile anche come estensione (una delle tante del celebre browser).
Per installarlo andate qui e cliccate su install now:
Una volta installato, riavviate Firefox e cominciate a giocare seguendo il percorso strumenti > pacman:
Come impostazione predefinita lo svolgimento del gioco è un po' lento; per accelerarlo è sufficiente cliccare nel menù in alto su new game e selezionare l'opzione fast o insane.
Per installarlo andate qui e cliccate su install now:
Una volta installato, riavviate Firefox e cominciate a giocare seguendo il percorso strumenti > pacman:
Come impostazione predefinita lo svolgimento del gioco è un po' lento; per accelerarlo è sufficiente cliccare nel menù in alto su new game e selezionare l'opzione fast o insane.
Evoluzioni di pensiero
Lo so, nel marasma e nel bombardamento mediatico, tipico del periodo preelettorale, è difficile stare dietro alle sparate e alle dichiarazioni di tutti, ma l'evoluzione dei detti (e contraddetti) del cavaliere nel recente periodo merita sicuramente attenzione.
All'inizio era questo:
Poi questo:
E infine questo:
Non so a voi, ma a me tutto ciò dà come l'impressione di un film già visto.
All'inizio era questo:
Poi questo:
E infine questo:
Non so a voi, ma a me tutto ciò dà come l'impressione di un film già visto.
lunedì 17 marzo 2008
Prima (Windows Xp) e dopo (Linux)/2
Qualche giorno fa, come ricorderete, ho installato nel pc che utilizzano Chiara e le mie figlie un sistema operativo Linux, e precisamente Ubuntu 7.10. Come ho già scritto nel post precedente, l'approccio, pur con qualche naturale diffidenza iniziale, è stato buono e il passaggio sostanzialmente indolore. Questo, naturalmente, anche perché ho cercato di ottimizzare le impostazioni del nuovo sistema in modo che risultasse il più possibile simile all'Xp a cui erano abituate (comprese le cartelle sul desktop nella medesima posizione ^^).
Beh, devo dire che pur non essendo trascorsa neppure una settimana dall'operazione, di Xp si sono già dimenticate! Tutte le normali operazioni che svolgevano prima continuano a svolgerle tranquillamente sul nuovo sistema come se niente (o quasi) fosse. Solo a Francesca, la più piccola delle mie figlie, ogni tanto piace tornare di là, ma questo è dovuto sostanzialmente al fatto che per lei il pc è soprattutto sinonimo di giochi, tasto ancora piuttosto dolente per Linux. Chiara e Michela, invece, che utilizzano prevalentemente il pc per internet, video, musica e applicazioni office, nessun problema.
Naturalmente ci tengo a precisare - onde evitare che qualcuno pensi che io sia un padre despota e snaturato (^^) - che io non ho imposto niente a nessuno. Ho sì installato Linux sul loro pc e dato qualche breve spiegazione sul suo utilizzo, ma fin da subito ho fatto presente che Xp c'era ancora e che potevano all'occorrenza caricarlo tranquillamente al posto di Linux, poi hanno scelto loro.
Una nota interessante, invece, riguarda la stampante, questa. Per installarla su Xp è notoriamente necessario il cd di installazione, o, in mancanza di questo, reperire i driver dal sito del produttore e installarli manualmente. Con Linux è bastato accenderla: è stata immediatamente riconosciuta e una piccola finestrella sulla barra in alto mi ha immediatamente avvisato che era pronta per stampare. Alla faccia di chi ancora pensa che Linux dia noie con le periferiche!
Per quanto riguarda i giochi, invece, ho parzialmente risolto con un software di emulazione, Virtualbox (ne ho già parlato qui), tramite il quale ho installato un Xp virtuale su una partizione altrettanto virtuale. Una volta avviata l'applicazione, il sistema Windows viene visto come un normale processo di Linux.
Ecco alcune schermate dell'operazione:
Piccola curiosità: molti dei giochi che utilizzano Michela e Francesca sono delle versioni per pc dei classici arcade (Tetris, Pacman, Crazy Kong, ecc...) che imperversavano nelle sale giochi e nei bar negli anni '80 (chi ha la mia età sa di cosa parlo). Bene, per farli girare sui moderni pc vengono utilizzati dei particolari emulatori chiamati MAME (acronimo di Multiple Arcade Machine Emulator), i quali in pratica "trasformano" il pc in una consolle di gioco degli anni '80. Come vedete dall'immagine sopra, per farli funzionare si scarica dalla rete il relativo archivio .zip contenente i file del gioco e si apre trascinandolo sull'emulatore.
Nell'immagine qui sotto vedete ad esempio PBobble in azione:
In pratica abbiamo un gioco che gira su una consolle virtuale, installata su un sistema operativo virtuale su una partizione virtuale. E funziona anche...
Per ora mi fermo qui. Altre eventuali novità o aggiornamenti nei prossimi post. Vorrei chiudere con una battuta, per quelli che ancora pensano che Linux sia difficile:
"Difficile? Ma se lo usano anche i bambini..." :-)
Beh, devo dire che pur non essendo trascorsa neppure una settimana dall'operazione, di Xp si sono già dimenticate! Tutte le normali operazioni che svolgevano prima continuano a svolgerle tranquillamente sul nuovo sistema come se niente (o quasi) fosse. Solo a Francesca, la più piccola delle mie figlie, ogni tanto piace tornare di là, ma questo è dovuto sostanzialmente al fatto che per lei il pc è soprattutto sinonimo di giochi, tasto ancora piuttosto dolente per Linux. Chiara e Michela, invece, che utilizzano prevalentemente il pc per internet, video, musica e applicazioni office, nessun problema.
Naturalmente ci tengo a precisare - onde evitare che qualcuno pensi che io sia un padre despota e snaturato (^^) - che io non ho imposto niente a nessuno. Ho sì installato Linux sul loro pc e dato qualche breve spiegazione sul suo utilizzo, ma fin da subito ho fatto presente che Xp c'era ancora e che potevano all'occorrenza caricarlo tranquillamente al posto di Linux, poi hanno scelto loro.
Una nota interessante, invece, riguarda la stampante, questa. Per installarla su Xp è notoriamente necessario il cd di installazione, o, in mancanza di questo, reperire i driver dal sito del produttore e installarli manualmente. Con Linux è bastato accenderla: è stata immediatamente riconosciuta e una piccola finestrella sulla barra in alto mi ha immediatamente avvisato che era pronta per stampare. Alla faccia di chi ancora pensa che Linux dia noie con le periferiche!
Per quanto riguarda i giochi, invece, ho parzialmente risolto con un software di emulazione, Virtualbox (ne ho già parlato qui), tramite il quale ho installato un Xp virtuale su una partizione altrettanto virtuale. Una volta avviata l'applicazione, il sistema Windows viene visto come un normale processo di Linux.
Ecco alcune schermate dell'operazione:
Piccola curiosità: molti dei giochi che utilizzano Michela e Francesca sono delle versioni per pc dei classici arcade (Tetris, Pacman, Crazy Kong, ecc...) che imperversavano nelle sale giochi e nei bar negli anni '80 (chi ha la mia età sa di cosa parlo). Bene, per farli girare sui moderni pc vengono utilizzati dei particolari emulatori chiamati MAME (acronimo di Multiple Arcade Machine Emulator), i quali in pratica "trasformano" il pc in una consolle di gioco degli anni '80. Come vedete dall'immagine sopra, per farli funzionare si scarica dalla rete il relativo archivio .zip contenente i file del gioco e si apre trascinandolo sull'emulatore.
Nell'immagine qui sotto vedete ad esempio PBobble in azione:
In pratica abbiamo un gioco che gira su una consolle virtuale, installata su un sistema operativo virtuale su una partizione virtuale. E funziona anche...
Per ora mi fermo qui. Altre eventuali novità o aggiornamenti nei prossimi post. Vorrei chiudere con una battuta, per quelli che ancora pensano che Linux sia difficile:
"Difficile? Ma se lo usano anche i bambini..." :-)
domenica 16 marzo 2008
Tibet e Nomadi
Il Tibet è di nuovo al centro dell'attenzione mediatica. Una attenzione che ricompare più o meno ciclicamente ogni volta che la Cina decide di dar vita a nuove angherie e soprusi nei confronti di questo popolo, sotto occupazione.
Un popolo che non ha né alleati né petrolio e che non è mai stato allineato a nessuna superpotenza, e che quindi non si fila nessuno. Un paese sotto oppressione militare da più di un cinquantennio nel silenzio e nel disinteresse generale. Il Tibet è anche uno dei paesi fondatori dell'ONU, ma avete mai visto uno straccio di risoluzione in suo favore? No, quelle vengono destinate generalmente a paesi più "interessanti", tipo Iraq e Kuwait, ad esempio.
E così, tra gli aggiornamenti sull'andamento dello slalom speciale a Bormio e le ultime novità sull'uccisione di Meredith, i giornali, in pieno stile da estrazione dei numeri del lotto, ci comunicano pateticamente il consueto balletto di cifre
sull'entità del numero di vittime dell'ultima propaggine di un genocidio sistematico, che si protrae indisturbato dal 1950 e che conta finora qualche milionata di morti, più o meno (se a qualcuno può interessare la storia è qui).
Bene (si fa per dire), cosa c'entrano i Nomadi in tutto ciò? Beh, chi mi conosce da tempo sa che sono un loro accanitissimo fan, e, sembrerà paradossale, molte cose sulla vicenda di cui ho parlato in questo post le ho imparate da loro, invece che dai giornali, semplicemente andando ai loro concerti (di uno di questi ho messo tempo fa qualche foto sul mio sito).
Da circa 15 anni - ben prima che diventasse una moda, come è oggi - il gruppo di Novellara ha infatti affiancato alla normale attività musicale un'intensa attività di impegno sociale, denuncia, divulgazione e di azioni di solidarietà. I loro concerti da allora non più solo un'occasione per ascoltare (ottima) musica, ma anche per parlare di solidarietà e temi sociali.
L'immagine che vedete qui sopra, ad esempio (fonte: nomadi.it), ritrae Beppe Carletti, leader e fondatore del gruppo, durante l'incontro col Dalai Lama avvenuto nel 1995 a Dharamshala, in India, su espressa richiesta del capo spirituale tibetano. Incontro durante il quale sono stati consegnati i proventi del cd Tributo ad Augusto per i bambini tibetani che vivono nel monastero indiano di Sera Je.
I Nomadi fanno in media 150 concerti l'anno, spesso anche negli angoli più sperduti della penisola. Se avete occasione fateci un salto, vi garantisco che sono soldi ben spesi.
Vi lascio col video della canzone "Contro", un brano per il quale non servono grosse spiegazioni, è sufficiente ascoltarlo. Appartiene all'omonimo album, postumo, pubblicato nel 1993, un anno dopo la morte dell'indimenticato Augusto Daolio.
Buona Domenica.
Un popolo che non ha né alleati né petrolio e che non è mai stato allineato a nessuna superpotenza, e che quindi non si fila nessuno. Un paese sotto oppressione militare da più di un cinquantennio nel silenzio e nel disinteresse generale. Il Tibet è anche uno dei paesi fondatori dell'ONU, ma avete mai visto uno straccio di risoluzione in suo favore? No, quelle vengono destinate generalmente a paesi più "interessanti", tipo Iraq e Kuwait, ad esempio.
E così, tra gli aggiornamenti sull'andamento dello slalom speciale a Bormio e le ultime novità sull'uccisione di Meredith, i giornali, in pieno stile da estrazione dei numeri del lotto, ci comunicano pateticamente il consueto balletto di cifre
sull'entità del numero di vittime dell'ultima propaggine di un genocidio sistematico, che si protrae indisturbato dal 1950 e che conta finora qualche milionata di morti, più o meno (se a qualcuno può interessare la storia è qui).
Bene (si fa per dire), cosa c'entrano i Nomadi in tutto ciò? Beh, chi mi conosce da tempo sa che sono un loro accanitissimo fan, e, sembrerà paradossale, molte cose sulla vicenda di cui ho parlato in questo post le ho imparate da loro, invece che dai giornali, semplicemente andando ai loro concerti (di uno di questi ho messo tempo fa qualche foto sul mio sito).
Da circa 15 anni - ben prima che diventasse una moda, come è oggi - il gruppo di Novellara ha infatti affiancato alla normale attività musicale un'intensa attività di impegno sociale, denuncia, divulgazione e di azioni di solidarietà. I loro concerti da allora non più solo un'occasione per ascoltare (ottima) musica, ma anche per parlare di solidarietà e temi sociali.
L'immagine che vedete qui sopra, ad esempio (fonte: nomadi.it), ritrae Beppe Carletti, leader e fondatore del gruppo, durante l'incontro col Dalai Lama avvenuto nel 1995 a Dharamshala, in India, su espressa richiesta del capo spirituale tibetano. Incontro durante il quale sono stati consegnati i proventi del cd Tributo ad Augusto per i bambini tibetani che vivono nel monastero indiano di Sera Je.
I Nomadi fanno in media 150 concerti l'anno, spesso anche negli angoli più sperduti della penisola. Se avete occasione fateci un salto, vi garantisco che sono soldi ben spesi.
Vi lascio col video della canzone "Contro", un brano per il quale non servono grosse spiegazioni, è sufficiente ascoltarlo. Appartiene all'omonimo album, postumo, pubblicato nel 1993, un anno dopo la morte dell'indimenticato Augusto Daolio.
Buona Domenica.
sabato 15 marzo 2008
Basta "grande fratello" sul traffico p2p e nuova ondata di siti web infetti
Sul fronte tecnologico/informatico/legislativo, sono accaduti in questi giorni un paio di fatti piuttosto interessanti che ho pensato di segnalare in un unico post per evitare di essere troppo dispersivo.
La pronuncia del Garante della Privacy
Il primo di questi riguarda - probabilmente alcuni di voi ne saranno già al corrente - la recente pronuncia del Garante della Privacy in merito al noto caso Peppermint, la casa discografica che a maggio dell'anno scorso si è avvalsa di sua iniziativa della consulenza di una società informatica specializzata per monitorare il traffico p2p e risalire così alle generalità degli utenti. Vicenda che ha sollevato, com'era prevedibile, non poche polemiche. In pratica il garante, a conclusione dell'istruttoria avviata sulla suddetta vicenda, ha sentenziato che le richieste della casa discografica sono illegittime.
Si legge infatti su Zeus News:
[...] Il Garante inoltre ha confermato la decisione dei giudici del Tribunale di Roma, confermando che "i fornitori di servizi di comunicazione elettronica, allo stato della legislazione vigente, non possono comunicare i nominativi degli interessati ritenuti responsabili di violazioni del diritto d'autore".
I dati in possesso dei provider, insomma, devono essere consegnati solo in caso di "indagini penali o di tutela della pubblica sicurezza e della difesa nazionale", conformemente a quanto stabilito dalla Corte di giustizia europea chiamata a pronunciarsi su una questione simile. [...]
Siccome pronunciamenti tipo questo hanno solitamente il potere di allentare in molti utenti certi freni inibitori e nel contempo generare strane idee, tipo quella che si sia automaticamente autorizzati a scaricare allegramente a destra e a manca di tutto e di più, vale sempre la pena ricordare che scaricare o condividere file protetti da diritto d'autore è illegale, e può comportare conseguenze anche piuttosto spiacevoli.
Ennesima ondata di siti web infetti
La notizia ha fatto capolino ieri dal blog di McAfee, una delle maggiori aziende specializzate in sicurezza informatica. Secondo questa, alcuni aggressori informatici sarebbero riusciti a mettere in circolazione uno script dannoso che avrebbe infettato almeno 10.000 pagine web.
Brevemente, uno script è generalmente un programma piuttosto semplice e privo di una propria interfaccia grafica. Nel caso in questione è composto da alcune linee di codice che vengono arbitrariamente inserite nell'html di una pagina web, le quali hanno lo scopo di reindirizzare il browser verso siti malevoli appositamente progettati per infettare il pc (Windows) una volta visualizzata la pagina, come riporta anche PI:
"Le pagine Web sono state modificate con un codice che reindirizza in automatico i visitatori a un altro sito web contenente un cocktail di malware che tenta di entrare nel PC dell'utente. I redirect e i tentativi di violazione del PC avvengono senza che il navigatore possa rendersene conto". (...) "Le pagine Web manomesse includono siti comuni, come quelli di viaggi, istituzionali o dedicati al tempo libero. A seguito di questo attacco è importante richiamare l'attenzione di tutti sul fatto che persino i siti web affidabili possono risultare poco sicuri e celare malware".
Ovviamente attacchi di questo tipo non sono una novità. Non si tratta del primo e non sarà certo l'ultimo. Ma questo è interessante per un motivo in particolare, e cioè per il fatto che la vulnerabilità che sfrutta lo script in questione è stata corretta da Microsoft addirittura ad aprile 2006 (MS06-014). Questo dimostra, una volta di più, una cosa risaputa: molti utenti hanno di meglio da fare che tenere aggiornato il proprio sistema operativo. E, come dicevo, questo è già noto da tempo.
I motivi possono essere più di uno: si sono ad esempio verificati casi in cui l'installazione di una patch ha creato più problemi di quelli che doveva risolvere, altri in cui si è resa responsabile di inspiegabili rallentamenti del pc. Molti utenti temono anche una sorta di effetto "grande fratello", immaginando che queste patch vengano utilizzate da Microsoft per intrufolarsi nei pc degli utenti, ignari che invece a zio Bill del contenuto del pc di un utente medio non può fregare di meno.
E così, spesso (troppo spesso), il povero Windows Update se ne sta lì inutilizzato, dando carta bianca ad attacchi informatici come quello di cui sopra che potrebbero essere tranquillamente evitati con un minimo sforzo e un po' più di buon senso. Ma questa è storia nota.
La pronuncia del Garante della Privacy
Il primo di questi riguarda - probabilmente alcuni di voi ne saranno già al corrente - la recente pronuncia del Garante della Privacy in merito al noto caso Peppermint, la casa discografica che a maggio dell'anno scorso si è avvalsa di sua iniziativa della consulenza di una società informatica specializzata per monitorare il traffico p2p e risalire così alle generalità degli utenti. Vicenda che ha sollevato, com'era prevedibile, non poche polemiche. In pratica il garante, a conclusione dell'istruttoria avviata sulla suddetta vicenda, ha sentenziato che le richieste della casa discografica sono illegittime.
Si legge infatti su Zeus News:
[...] Il Garante inoltre ha confermato la decisione dei giudici del Tribunale di Roma, confermando che "i fornitori di servizi di comunicazione elettronica, allo stato della legislazione vigente, non possono comunicare i nominativi degli interessati ritenuti responsabili di violazioni del diritto d'autore".
I dati in possesso dei provider, insomma, devono essere consegnati solo in caso di "indagini penali o di tutela della pubblica sicurezza e della difesa nazionale", conformemente a quanto stabilito dalla Corte di giustizia europea chiamata a pronunciarsi su una questione simile. [...]
Siccome pronunciamenti tipo questo hanno solitamente il potere di allentare in molti utenti certi freni inibitori e nel contempo generare strane idee, tipo quella che si sia automaticamente autorizzati a scaricare allegramente a destra e a manca di tutto e di più, vale sempre la pena ricordare che scaricare o condividere file protetti da diritto d'autore è illegale, e può comportare conseguenze anche piuttosto spiacevoli.
Ennesima ondata di siti web infetti
La notizia ha fatto capolino ieri dal blog di McAfee, una delle maggiori aziende specializzate in sicurezza informatica. Secondo questa, alcuni aggressori informatici sarebbero riusciti a mettere in circolazione uno script dannoso che avrebbe infettato almeno 10.000 pagine web.
Brevemente, uno script è generalmente un programma piuttosto semplice e privo di una propria interfaccia grafica. Nel caso in questione è composto da alcune linee di codice che vengono arbitrariamente inserite nell'html di una pagina web, le quali hanno lo scopo di reindirizzare il browser verso siti malevoli appositamente progettati per infettare il pc (Windows) una volta visualizzata la pagina, come riporta anche PI:
"Le pagine Web sono state modificate con un codice che reindirizza in automatico i visitatori a un altro sito web contenente un cocktail di malware che tenta di entrare nel PC dell'utente. I redirect e i tentativi di violazione del PC avvengono senza che il navigatore possa rendersene conto". (...) "Le pagine Web manomesse includono siti comuni, come quelli di viaggi, istituzionali o dedicati al tempo libero. A seguito di questo attacco è importante richiamare l'attenzione di tutti sul fatto che persino i siti web affidabili possono risultare poco sicuri e celare malware".
Ovviamente attacchi di questo tipo non sono una novità. Non si tratta del primo e non sarà certo l'ultimo. Ma questo è interessante per un motivo in particolare, e cioè per il fatto che la vulnerabilità che sfrutta lo script in questione è stata corretta da Microsoft addirittura ad aprile 2006 (MS06-014). Questo dimostra, una volta di più, una cosa risaputa: molti utenti hanno di meglio da fare che tenere aggiornato il proprio sistema operativo. E, come dicevo, questo è già noto da tempo.
I motivi possono essere più di uno: si sono ad esempio verificati casi in cui l'installazione di una patch ha creato più problemi di quelli che doveva risolvere, altri in cui si è resa responsabile di inspiegabili rallentamenti del pc. Molti utenti temono anche una sorta di effetto "grande fratello", immaginando che queste patch vengano utilizzate da Microsoft per intrufolarsi nei pc degli utenti, ignari che invece a zio Bill del contenuto del pc di un utente medio non può fregare di meno.
E così, spesso (troppo spesso), il povero Windows Update se ne sta lì inutilizzato, dando carta bianca ad attacchi informatici come quello di cui sopra che potrebbero essere tranquillamente evitati con un minimo sforzo e un po' più di buon senso. Ma questa è storia nota.
venerdì 14 marzo 2008
Fumo negli occhi
Ho espresso spesso, anche in altre occasioni, il mio convincimento personale sul fatto che l'eccessivo risalto dato a notizie inutili e fuorvianti, da parte dei media, sia dettato da un preciso disegno. La giornata di ieri mi pare sia stata una di quelle emblematiche in questo senso. Un paio di esempi.
Tutti hanno scritto articoloni di pagine e pagine, con relativa coda di polemiche e strumentalizzazioni, tipiche di ogni campagna elettorale che si rispetti, sulla battuta del cavaliere riguardo i giovani e il precariato (per combatterlo [il precariato] è sufficiente sposare un milionario). Insomma, che si trattasse di una battuta (idiota, certo, ma dov'è la novità visto il soggetto?) era lapalissiano. Era quindi necessario montarci su un caso? E' chiaro e più che comprensibile che a un precario possano girare le scatole davanti a un'idiozia simile, ma darle tutto questo peso mediatico, come è stato fatto, non fa altro che peggiorare le cose, dandogliene oltretutto ancora di più di quello che merita (e cioè niente). Possibile che i media sguazzino in queste cose e si gettino a pesce ogni volta che un politico apre bocca solo per dare aria?
Ancora: il caso Ciarrapico. Dopo due giorni di polemiche inutili, sterili, tristi e sconfortanti sui presunti legami, prima affermati poi smentiti, tra l'imprenditore e il fascismo (dei quali alle persone con un po' di raziocinio non potrebbe fregare di meno), il tutto emigra e la polemica si sposta a Bruxelles, evidentemente a corto di cose più urgenti a cui pensare. Bene, anche qui non c'è stato nessuno che abbia detto l'unico motivo per cui sarebbe stato più giusto, eventualmente, polemizzare. Questo:
E quindi avanti così. Si evita accuratamente di dire che i politici trombati, o che comunque non si ripresenteranno alla prossima tornata elettorale, avranno una sorta di bonus per il reinserimento sociale che a un operaio in fabbrica non spetta neppure dopo una vita di lavoro, e si accenna appena al fatto che l'Italia è ormai sull'orlo del baratro, del punto di non ritorno. In compenso, però, siamo "cullati" da una marea di notizie altrettanto utili: tipo la diatriba Moratti/Mancini, il prof a scuola che si fuma uno spinello, il telegiornale fatto da conduttrici seminude, la vicenda delle dimissioni del governatore puttaniere di New York, George Clooney che tifa Obama, ecc...
Queste sì che sono le notizie che ci servono...
Tutti hanno scritto articoloni di pagine e pagine, con relativa coda di polemiche e strumentalizzazioni, tipiche di ogni campagna elettorale che si rispetti, sulla battuta del cavaliere riguardo i giovani e il precariato (per combatterlo [il precariato] è sufficiente sposare un milionario). Insomma, che si trattasse di una battuta (idiota, certo, ma dov'è la novità visto il soggetto?) era lapalissiano. Era quindi necessario montarci su un caso? E' chiaro e più che comprensibile che a un precario possano girare le scatole davanti a un'idiozia simile, ma darle tutto questo peso mediatico, come è stato fatto, non fa altro che peggiorare le cose, dandogliene oltretutto ancora di più di quello che merita (e cioè niente). Possibile che i media sguazzino in queste cose e si gettino a pesce ogni volta che un politico apre bocca solo per dare aria?
Ancora: il caso Ciarrapico. Dopo due giorni di polemiche inutili, sterili, tristi e sconfortanti sui presunti legami, prima affermati poi smentiti, tra l'imprenditore e il fascismo (dei quali alle persone con un po' di raziocinio non potrebbe fregare di meno), il tutto emigra e la polemica si sposta a Bruxelles, evidentemente a corto di cose più urgenti a cui pensare. Bene, anche qui non c'è stato nessuno che abbia detto l'unico motivo per cui sarebbe stato più giusto, eventualmente, polemizzare. Questo:
...le condanne definitive [di Ciarrapico, ndr], confermate dalla Cassazione, sono quattro, per reati che vanno dalla bancarotta fraudolenta alla ricettazione fallimentare, dallo sfruttamento del lavoro minorile alla truffa pluriaggravata, ma potrebbero presto aumentare: in primo grado, il camerata pregiudicato è stato di recente condannato per truffa e violazione della legge sulle trasfusioni in una delle sue cliniche.Insomma, alla fine fa più rumore una polemica perfettamente inutile, su un politico altrettanto inutile (parole dello stesso cavaliere), rispetto alla notizia - questa sì - di una palese violazione di quanto promesso in questo caso dal centrodestra agli elettori: la non candidatura di personaggi con problemi giudiziari. Ora, io posso capire che certe notizie potrebbero dare fastidio in campagna elettorale; capisco che se a queste fosse dato il risalto che meritano (al posto delle polemiche idiote propinateci finora) qualcuno potrebbe magari svegliarsi dal torpore e dallo stordimento indotto dal bombardamento asfissiante quotidiano con notizie gossippare prive di senso, ma mi pare che il limite della decenza sia stato abbondantemente superato. E poi, insomma, diciamola tutta, non si può correre il rischio che l'elettore si svegli e capisca: potrebbe ad esempio indignarsi, decidere di non andare a votare: meglio evitare.
E quindi avanti così. Si evita accuratamente di dire che i politici trombati, o che comunque non si ripresenteranno alla prossima tornata elettorale, avranno una sorta di bonus per il reinserimento sociale che a un operaio in fabbrica non spetta neppure dopo una vita di lavoro, e si accenna appena al fatto che l'Italia è ormai sull'orlo del baratro, del punto di non ritorno. In compenso, però, siamo "cullati" da una marea di notizie altrettanto utili: tipo la diatriba Moratti/Mancini, il prof a scuola che si fuma uno spinello, il telegiornale fatto da conduttrici seminude, la vicenda delle dimissioni del governatore puttaniere di New York, George Clooney che tifa Obama, ecc...
Queste sì che sono le notizie che ci servono...
giovedì 13 marzo 2008
Salutiamolo anche noi con affetto
Mastella, come è noto, se n'è andato. Non si ricandiderà. Ci uniamo idealmente al saluto ossequioso del padrone di casa di Porta a Porta e auguriamo all'ex guardasigilli di riuscire a reinserirsi pienamente nella società, scavalcando con baldanzoso impeto (e un piccolo doveroso aiutino) i tanti problemi che incontrerà nel difficile cammino del suo reinserimento sociale.
Ma vaff...
mercoledì 12 marzo 2008
10 domande: fate la vostra ai prossimi candidati premier
Probabilmente molti di voi saranno già al corrente della cosa, ma per chi ancora ne fosse all'oscuro segnalo la recente iniziativa del Sole 24 Ore: 10 domande.
Si tratta in sostanza dell'espressione più genuina della democrazia partecipativa in rete. In pratica chi ha una o più domande da rivolgere ai candidati premier attualmente in campagna elettorale, non deve fare altro che registrare un breve filmato in cui esprimere il proprio quesito e caricarlo nell'apposita sezione messa a disposizione dal sito del Sole 24 Ore.
I video (e quindi le domande) più interessanti vengono quindi via via votati da tutti gli altri utenti generando in questo modo una gerarchia assolutamente democratica di quelle più "sentite" (un concetto che sarebbe interessante spiegare a Bruno Vespa). Le prime 10 verranno quindi rivolte ai candidati premier e le eventuali risposte pubblicate online.
Purtroppo non ho una videocamera e la mia webcam mi dà problemi sia con Windows che con Linux, vedrò comunque di risolvere nei prossimi giorni.
Ah, dimenticavo, l'home page di tutto il progetto è qui e le domande possono inviate fino al 23/03/2008.
G-Archiver vuole i tuoi dati personali?
"It has come to our attention that a flaw in the coding of G-Archiver may have revealed customer's Gmail account usernames and passwords. It is urgent that you remove the current version of G-Archiver from your computer, and change your Gmail account password right away.
What happened was that a member of our development team had inserted coding used for testing G-Archiver in the debug version and forgot to delete it in the final release version. We sincerely apologize and assure you that this coding mishap was in no way intentional.
We'll be releasing a new version that corrects the flaw in version 1.0. The new version will be available very soon."
L'avviso che ho riportato qui sopra è pubblicato (al momento in cui scrivo) in questa pagina del sito ufficiale di G-Archiver.
G-Archiver è un'applicazione destinata agli utenti di posta elettronica Gmail, di Google, ed ha lo scopo di archiviarla in modo sicuro e al riparo da occhi indiscreti sul disco fisso del pc. Ha solo un piccolo difetto: trasmette le password personali di accesso alla casella di posta elettronica all'autore del programma.
La notizia sta facendo in queste ore rapidamente il giro della rete (ne parlano tra gli altri ZdNet e PI), e al momento in cui scrivo, quasi tutti i link reperibili via Google che reindirizzano ai server da cui è possibile scaricare il programma risultano già inattivi.
La scoperta è stata fatta da un altro programmatore, tale Dustin Brooks, che dopo aver utilizzato il suddetto programma ha deciso di dare un'occhiatina al codice sorgente, scoprendo appunto che al suo interno l'autore aveva lasciato il proprio indirizzo di posta elettronica al quale il programma, diligentemente, inviava le credenziali di accesso di quelli che utilizzavano il software, come si vede nell'immagine qui sotto:
Dal sito ufficiale di G-Archiver, per ora, si limitano a consigliare vivamente a chi avesse utilizzato il software di cambiare subito i parametri di accesso al proprio account Gmail, assicurando che verrà al più presto rilasciata una nuova versione del software riveduta e corretta.
Mi pare che ci sia poco da aggiungere: un programma che doveva garantire la riservatezza e la sicurezza dei propri documenti personali in realtà garantiva esattamente il contrario. E quindi la domanda sorge spontanea: fino a che punto possiamo fidarci nell'affidare i nostri dati personali a un software?
What happened was that a member of our development team had inserted coding used for testing G-Archiver in the debug version and forgot to delete it in the final release version. We sincerely apologize and assure you that this coding mishap was in no way intentional.
We'll be releasing a new version that corrects the flaw in version 1.0. The new version will be available very soon."
L'avviso che ho riportato qui sopra è pubblicato (al momento in cui scrivo) in questa pagina del sito ufficiale di G-Archiver.
G-Archiver è un'applicazione destinata agli utenti di posta elettronica Gmail, di Google, ed ha lo scopo di archiviarla in modo sicuro e al riparo da occhi indiscreti sul disco fisso del pc. Ha solo un piccolo difetto: trasmette le password personali di accesso alla casella di posta elettronica all'autore del programma.
La notizia sta facendo in queste ore rapidamente il giro della rete (ne parlano tra gli altri ZdNet e PI), e al momento in cui scrivo, quasi tutti i link reperibili via Google che reindirizzano ai server da cui è possibile scaricare il programma risultano già inattivi.
La scoperta è stata fatta da un altro programmatore, tale Dustin Brooks, che dopo aver utilizzato il suddetto programma ha deciso di dare un'occhiatina al codice sorgente, scoprendo appunto che al suo interno l'autore aveva lasciato il proprio indirizzo di posta elettronica al quale il programma, diligentemente, inviava le credenziali di accesso di quelli che utilizzavano il software, come si vede nell'immagine qui sotto:
(fonte immagine: codinghorror.com)
Dal sito ufficiale di G-Archiver, per ora, si limitano a consigliare vivamente a chi avesse utilizzato il software di cambiare subito i parametri di accesso al proprio account Gmail, assicurando che verrà al più presto rilasciata una nuova versione del software riveduta e corretta.
Mi pare che ci sia poco da aggiungere: un programma che doveva garantire la riservatezza e la sicurezza dei propri documenti personali in realtà garantiva esattamente il contrario. E quindi la domanda sorge spontanea: fino a che punto possiamo fidarci nell'affidare i nostri dati personali a un software?
martedì 11 marzo 2008
Ciarra... chi?
Tra il profluvio di notizie e dichiarazioni che caratterizzano questa campagna elettorale in pieno stile bagaglino, tiene banco da ieri la questione Ciarrapico, l'imprenditore, ex proprietario delle Terme di Fiuggi ed ex presidente della Roma Calcio, che il Pdl vorrebbe candidare nelle sue file per la prossima tornata elettorale.
La candidatura del soggetto in questione ha, come era prevedibile, creato qualche mal di pancia, sia all'interno del Pdl che ovviamente del Pd. E ciò, pare, principalmente a causa di alcune sue dichiarazioni pubbliche in cui afferma di non aver mai rinnegato il fascismo. Dichiarazioni su cui naturalmente i media dirottano l'attenzione, evitando quasi tutti, accuratamente, di menzionare quale sia in realtà il vero nodo di tutta la questione.
Nodo che viene fuori facendo una piccola comparazione tra gli estratti di questi due articoli:
Come dire: cominciamo bene...
La candidatura del soggetto in questione ha, come era prevedibile, creato qualche mal di pancia, sia all'interno del Pdl che ovviamente del Pd. E ciò, pare, principalmente a causa di alcune sue dichiarazioni pubbliche in cui afferma di non aver mai rinnegato il fascismo. Dichiarazioni su cui naturalmente i media dirottano l'attenzione, evitando quasi tutti, accuratamente, di menzionare quale sia in realtà il vero nodo di tutta la questione.
Nodo che viene fuori facendo una piccola comparazione tra gli estratti di questi due articoli:
1 - "Dopo il pressing di Fini e della Lega, arriva il via libera di Forza Italia alle "liste pulite". Nel Popolo delle libertà, alle prossime elezioni, non sarà candidato chi ha procedimenti penali in corso. La conferma arriva dalla lettera che Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia, ha inviato ai coordinatori regionali, ai membri del comitato candidature e al presidente Silvio Berlusconi." (fonte)
2 - "Ciarrapico è stato condannato a due anni di reclusione l'8 marzo del 1993, per gli sviluppi della vicenda «Casina Valadier». Il 18 marzo è stato spiccato nei suoi confronti un mandato di custodia cautelare. E' entrato a Regina Coeli il 21 marzo e il 24 aprile gli sono stati concessi gli arresti domiciliari. L'11 maggio viene revocato il mandato di custodia cautelare ma la libertà è breve perché Ciarrapico è di nuovo arrestato e trasferito a Milano, con l'accusa di finanziamento illecito ai partiti. Dopo sette anni, quindi nel 2000, l'affarista fu definitivamente condannato. Tuttavia venne affidato in ragione della sua età, ai Servizi Sociali. Condannato anche nel processo relativo al crack del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. Non ha mai risarcito i danni alle parti civili cambiando continuamente residenza." (fonte)Ora, se ricordate, qualche giorno fa ho messo in una cartella del mio pc i programmi di governo delle due maggiori coalizioni, per controllare, una volta che una delle due sarà al governo, se manterrà quanto promesso in campagna elettorale. Il problema è che ancora nessuna delle due è al governo.
Come dire: cominciamo bene...
lunedì 10 marzo 2008
Governo e rete (secondo Vespa)
Prima (Windows Xp) e dopo (Linux)
Linux avanza. E non solo nel mondo, tra amministrazioni, enti e governi, ma anche in casa Sacchini. Ieri pomeriggio ho infatti approfittato di un paio d'ore in cui ero in casa da solo, per installare, quatto quatto, Ubuntu 7.10 sul pc che utilizzano Chiara e le mie figlie abitualmente.
Ed ecco il pc dopo essere stato opportunamente "trattato".
Prima:
e dopo:
Il passaggio è stato tutto sommato indolore, a parte la sorpresa iniziale di Francesca quando è andata ad accendere il pc dopo essere tornata a casa. E' stato indolore principalmente perché l'unica cosa ad essere cambiata è stato l'ambiente, ma le applicazioni che si sono trovate sul nuovo Linux sono le stesse che utilizzavano prima su Windows:
L'operazione si è resa necessaria principalmente per un motivo di ordine pratico. Gestire un computer con su Windows, come ben sapete, significa spendere una certa quantità di tempo per tenerlo "in ordine": antivirus da aggiornare, file temporanei da eliminare, deframmentazioni, scansioni di ogni tipo (antispyware, antiquello, antiquell'altro e compagnia bella), ecc... Tutte cose che ho ovviamente spiegato a moglie e figlie, ma che sostanzialmente sono sempre rimaste lettera morta e alle quali dovevo quindi provvedere io, che notoriamente ho ben altro a cui pensare.
Siccome con Linux non è necessario niente di tutto questo, ma si lavora e basta, ecco risolto il problema alla radice. Per ora mi sembra che le prime reazioni siano buone, anche se Michela e Francesca lamentano la mancanza dei giochi che giravano su Windows, per i quali vedrò comunque di rimediare nei prossimi giorni con qualche software di emulazione (e per i quali possono sempre tornare all'occorrenza di là).
Per adesso mi fermo qui; in qualcuno dei prossimi post riporterò eventuali aggiornamenti su come evolve la situazione.
Ed ecco il pc dopo essere stato opportunamente "trattato".
Prima:
e dopo:
Il passaggio è stato tutto sommato indolore, a parte la sorpresa iniziale di Francesca quando è andata ad accendere il pc dopo essere tornata a casa. E' stato indolore principalmente perché l'unica cosa ad essere cambiata è stato l'ambiente, ma le applicazioni che si sono trovate sul nuovo Linux sono le stesse che utilizzavano prima su Windows:
- Openoffice.org per la scuola e per scrivere le loro cose (lettere agli amici, appunti, ecc...)
- Vlc Media Player per vedere film, videoclip musicali e per ascoltare i cd
- Firefox per internet, posta elettronica e messenger (tramite meebo.com)
L'operazione si è resa necessaria principalmente per un motivo di ordine pratico. Gestire un computer con su Windows, come ben sapete, significa spendere una certa quantità di tempo per tenerlo "in ordine": antivirus da aggiornare, file temporanei da eliminare, deframmentazioni, scansioni di ogni tipo (antispyware, antiquello, antiquell'altro e compagnia bella), ecc... Tutte cose che ho ovviamente spiegato a moglie e figlie, ma che sostanzialmente sono sempre rimaste lettera morta e alle quali dovevo quindi provvedere io, che notoriamente ho ben altro a cui pensare.
Siccome con Linux non è necessario niente di tutto questo, ma si lavora e basta, ecco risolto il problema alla radice. Per ora mi sembra che le prime reazioni siano buone, anche se Michela e Francesca lamentano la mancanza dei giochi che giravano su Windows, per i quali vedrò comunque di rimediare nei prossimi giorni con qualche software di emulazione (e per i quali possono sempre tornare all'occorrenza di là).
Per adesso mi fermo qui; in qualcuno dei prossimi post riporterò eventuali aggiornamenti su come evolve la situazione.