Perché questo preambolo? Occorre fare un passo indietro. Se avete seguito un pò gli avvenimenti di questo ultimo periodo, vi sarete accorti che i giornali hanno dato un certo risalto a questo articolo pubblicato qualche giorno fa dal New York Times. Qui viene fatta un'analisi piuttosto impietosa del "sistema Italia". Il nostro viene sostanzialmente presentato come un paese in declino, in cui c'è malessere diffuso, e vengono elencate tutta una serie di situazioni - di cui peraltro siamo già a perfetta conoscenza - tipo i costi della politica, la disaffezione della gente verso la stessa, la fuga dei cervelli, l'economia caludicante, i trentenni e quarantenni ancora coi genitori, ecc...
Nel suddetto articolo, alcuni paragrafi vengono anche dedicati a Beppe Grillo, il quale viene dipinto come l'alfiere dell'antipolitica (si parla anche del V-Day e delle firme raccolte). Ecco il paragrafo relativo così com'è pubblicato dal NYT:
“Basta! Basta! Basta!” Beppe Grillo, a 59-year-old comic and blogger with swooping gray hair, howled in an interview. The word means “enough,” and he repeated it to make his point to Italy’s political class clear.
In recent months, Mr. Grillo has become the defining personification of Italy’s foul mood. On Sept. 8, he gave that mood a loud voice when he called for a day of rage, to scream across Piazza Maggiore in Bologna an obscenity politely translated as “Take a hike!”
A few thousand people were expected. But 50,000 jammed into the piazza, and 250,000 signed a petition for changes like term limits and the direct election of lawmakers. (Voters now cast their ballots for parties, which then choose who serves in Parliament, without the voters’ consent.)
His message was enough inaction and excess (Italian lawmakers are the best paid in Europe, driven around by the Continent’s largest fleet of chauffeured cars), enough convicted criminals in Parliament (there are 24), enough of the same, tired old faces.
“The whole kettle of fish stinks to high heaven!” he yelled. “The stench rises from the sewers and swirls around and you can’t cope.”
Mr. Grillo leans to the political left, but he spares neither side in his sold-out shows and popular blog. The problem, he said, is the system itself.
Ed ecco come ne hanno parlato Repubblica (qui):
Che, invece, ha allineato [l'articolo del NYT, ndr] una sequenza di elementi a noi tutti molto noti. L'invecchiamento della popolazione, il calo demografico, i cervelli costretti a emigrare, il sistema politico bloccato, la fatica di fare riforme, il peso del debito pubblico, il distacco dei cittadini dalla classe politica, simbolizzato da Beppe Grillo.
E Corriere (qui):
Un malessere che spiega, secondo il giornale americano, l'ascesa di Beppe Grillo «il personaggio che più di ogni altro identifica lo stato d'animo degli italiani»
Insomma, mi pare che sia Repubblica che Corriere abbiano interpretato correttamente ciò che ha voluto dire il prestigioso giornale americano. Ovviamente di ciò hanno parlato anche alcuni telegiornali, e, tra questi, uno si è particolarmente distinto. Il video del servizio, al momento ancora su youtube, è qui.
Ora, ognuno può trarre le conclusioni che vuole. Conclusioni che comunque la si pensi non possono prescindere da elementi inoppugnabili, tra cui un articolo ancora presente in rete (quello del NYT) e un servizio televisivo (presente in rete anch'esso).
Faccio a questo punto due brevissime considerazioni. Attraverso la rete (Grillo ne ha parlato qui) è piuttosto facile venire a conoscenza di queste cose. E' facile cioè scoprire magagne e cose che qualcuno vuole darci da intendere che magari non corrispondono a realtà. La rete è trasparente. Se una cosa che sentiamo raccontare ci puzza, è sufficiente un minuto di ricerca per scoprire come stanno realmente le cose.
Ora, però, mettiamoci nei panni di chi non la utilizza. Prendiamo ad esempio il simpatico vecchietto in pensione, che non ha il pc e che prende da decenni il telegiornale come fosse la bibbia (magari paga pure il canone). Cosa apprende da un servizio simile? Che gli italiani hanno messo i politici (Beppe Grillo compreso) sotto accusa ritenendoli i maggiori responsabili del declino del paese. Due castronerie in una: (a) Beppe Grillo un politico e (b) corresponsabile del famoso declino.
Il nostro amico pensionato (che non ha altre fonti a cui attingere) potrebbe quindi pensare: "Guarda un po' quel Grillo: pareva il liberatore della patria e invece neppure gli italiani hanno fiducia in lui...". Attenzione non sto dicendo che non sia vera questa cosa, non fraintendetemi. Può darsi benissimo, infatti, che veramente - a parte quelli che hanno partecipato al V-day - la maggioranza della popolazione non si fidi di Grillo, ma non è questo il punto. Il punto è che un telegiornale (e non uno qualsiasi) ha distorto (volutamente?) una notizia.
Mi chiedo quindi - e chiudo - due cose: quante sono le notizie e i fatti che ci vengono presentati "modificati" rispetto alla realtà? E' verosimile che si debba applicare ad essi (i tiggì) il principio che ciò che raccontano sono bufale fino a prova contraria?
In definitiva, come rispondereste voi al titolo di questo post?
Assolutamente no, l'unico modo è smettere di guardarli e affidarsi solo alla rete come fonte di notizie... Ovviamente per chi può gli altri verranno irrimediabilmente e inconsapevolmente "plagiati"
RispondiEliminaOppure si affidano agli organi di stampa (pochi, ma ci sono) ancora liberi.
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