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sabato 11 agosto 2007

Requisiti minimi per il successo: la mediocrità

Domenica scorsa, a Montefiore Conca, bellissimo paesino dell'entroterra romagnolo, Luciano Moggi ha tenuto una specie di incontro pubblico sulla piazzetta del paese durante il quale ha cercato di spiegare "la sua verità" (non so se ci avete fatto caso: ogni volta che un personaggio pubblico risulta impelagato in fatti giudiziari deve sempre raccontare la sua verità. Vabbè...).

Leggo sull'articolo del Carlino che ho linkato sopra:
"Alla fine, 'Lucianone' ne è uscito da vincitore, applauditissimo, reclamato per una foto e un autografo, strattonato da chi lo vuole presidente del consiglio e star assoluta."
Curioso questo atteggiamento della stampa e della gente in generale: prima, subito dopo l'esplosione dello scandalo, è stato crocifisso dai media come responsabile di tutti i mali del calcio italiano. Ora che le acque si sono un pò calmate è partito invece il processo di beatificazione: acclamato, applaudito, manca solo che gli si chieda scusa per il disturbo.

Quello che dà fastidio non è tanto la vicenda in sé, né il fatto che Moggi sia stato rinviato a giudizio per associazione a delinquere e frode sportiva assieme ai suoi degni compari (in fondo se la legge è uguale per tutti anche lui è innocente fino a sentenza definitiva), quanto il fatto che se ne parli, che le cronache continuino a occuparsi di lui. Che quando il potente cade siano tutti pronti a dargli contro e appena rialza un pò la testa sia di nuovo osannato e idolatrato.

Non ne posso più di leggere nella prime pagine "Moggi ha fatto questo, Moggi ha fatto quest'altro". Possibile che l'attenzione dei media debba essere monopolizzata da questa gente? Possibile che le cronache si debbano occupare di cosa combinano Lele Mora, Corona e Fiorani? Possibile - in definitiva - che la gente sia così attratta da personaggi mediocri, nulli, privi si spessore e di "consistenza"?

Mi pare che stiamo assistendo a un upgrade: la mediocrità elevata al rango di eccellenza.

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