La recente questione - che sta tenendo banco parecchio in rete in questi giorni - della inutile crociata lanciata da Epolis per tentare di censurare un sito tedesco inneggiante al partito dei pedofili - che in realtà, oltre a non raggiungere il suo scopo ha contribuito a dargli ancora più visibilità -, è uno di quei moltissimi casi in cui pensando di agire nel giusto, si rischia in realtà di ottenere l'effetto opposto a quello cercato e di distogliere l'attenzione da quello che è il nocciolo del problema.
Sia ben chiaro, a me sta benissimo che un sito con palesi contenuti (immagini comprese) di questo tipo venga oscurato: solo che è inutile. Il caso di Epolis, poi, è ancora più controverso, in quanto il sito in questione non è palesemente pedofilo, né contiene al suo interno immagini o contenuti che possano automaticamente far pensare alla pedofilia intesa nel senso "classico".
Le mie figlie fino a qualche anno fa giocavano con una specie di coperta di plastica verde alimentata a batteria, dalla quale, dai vari buchi presenti sulla superficie, usciva - mi pare - una specie di fungo di plastica che andava colpito con un piccolo martelletto per farlo rientrare nel proprio buco. Una volta chiuso un buco lui rispuntava da un altro e così via. Era questione di velocità e riflessi. La questione del tentativo di oscuramento del sito di cui parlavo prima mi pare per analogia come quel gioco. In internet esistono circa 4.000.000 di pagine web che in modo più o meno esplicito e a vari livelli fanno riferimento a contenuti pedo-pornografici. Ha senso quindi oscurare un sito solo?
Ma non è di questo in particolare che volevo parlare (se non altro perché non avrei niente di nuovo da aggiungere al fiume di parole scritte al riguardo su ogni sito in questi giorni), quanto, come dicevo prima, al fatto che episodi come questi rischiano di sviare l'attenzione dal vero nocciolo del problema: e cioè che la pedofilia è un problema che non riguarda solo internet. Anzi. Dati alla mano, infatti, è ormai assodato che la maggior parte delle atrocità di questo tipo avviene fuori da internet, nel mondo reale, spesso addirittura in ambito familiare.
Quindi, va bene cercare di contrastare il più possibile il fenomeno anche in rete, ma facendolo in modo serio e con cognizione di causa assieme ad un minimo di conoscenza delle dinamiche della rete, non oscurando un sito per due giorni finché non viene ospitato su un altro server diventando nuovamente visibile. Infatti, mentre leggiamo su La Stampa che il ministro Gentiloni - in vena di caccia alle streghe su internet - si felicita con la Polizia Postale per l'oscuramento del sito (sito che sarà nuovamente visibile dall'Italia due giorni dopo e che comunque è parzialmente sempre rimasto conservato nella cache di Google), i pedofili, quelli veri, continuano tranquillamente nella loro aberrante attività, online e fuori.
A tal proposito, sempre La Stampa pubblica oggi un articolo sull'argomento dal quale veniamo a sapere che l'equivalente di una città italiana di 80.000 abitanti, ogni anno prende il suo bell'aereo e si reca in America Latina o nel sudest asiatico a comprare per pochi euro bambini per i propri capricci sessuali. Ovviamente senza nessun bisogno di internet: è sufficiente l'aereo. Tra questi la "crema" della nostra società: padri di famiglia con figli (ovviamente non al seguito), imprenditori, medici, architetti, insegnanti, ecc.
L'articolo de La Stampa fa riferimento a una conferenza, che si è tenuta a Milano giovedì scorso, in cui Daniela Bernacchi, direttore generale di Intervita, ha fatto un pò il (triste) resoconto di uno studio svolto dall'associazione sul tema dello sfruttamento sessuale infantile nel mondo: "Vite Invisibili". I dettagli non li sto a riportare, se volete li trovate nella pagina che ho linkato.
Rimane il fatto difficilmente contestabile che purtroppo la pedofilia, pur servendosi ampiamente della rete per "organizzarsi" (siti, chat line, ecc...) è un fenomeno che affonda le sue radici nella vita reale: ed è lì, maggiormente, che va combattuto. Cominciando ad esempio a stare alle costole di questi 80.000 signori, mandando la polizia in quelle imprese che con la scusa del turismo offrono in realtà veri e propri tour sessuali.
Oscurare un sito (per quanto, ripeto, giusto sia), di fronte a queste situazioni ha la stessa valenza che chiudere un foro in uno scolapasta.
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