Che Microsoft da tempo ormai non faccia più il bello e il cattivo tempo era cosa nota. Ulteriore - e forse definitiva - conferma l'abbiamo avuta ieri con l'annuncio da parte della software house di Redmond di apportare alcune modifiche alle funzionalità di desktop search di Windows Vista.
La notizia è apparsa ieri su TheRegister, e la decisione, frutto tra le altre delle pressioni esercitate da Google e da altri motori di ricerca, sembra più orientata ad evitare ulteriori grane giudiziarie con l'antitrust americana ed europea (dovrebbe già averne a sufficienza), che per reale intenzione di venire incontro alle richieste di trasparenza e apertura avanzate dalla concorrenza.
In pratica, secondo i termini dell'accordo, Windows Vista dovrebbe integrare un meccanismo che permetta agli utenti di scegliere un programma di ricerca di proprio gradimento, un pò come avviene già per i browser e i media player (ogni utente può abilitare di default quello che più gli piace). La notizia, al di là dell'aspetto puramente tecnico, ha una certa rilevanza e segna incontrovertibilmente, come dicevo prima, un cambiamento di trend e di strategia da parte di Microsoft non indifferente.
Windows, finora, è stato il sistema operativo che ha dettato le regole. Non era lui ad adattarsi all'evoluzione dell'informatica, ma l'evoluzione dell'informatica si è sempre adattata a lui in virtù del monopolio che detiene nel campo dei sistemi operativi per pc. I produttori hardware rilasciano i driver per windows, le software house scrivono programmi fatti per girare su Windows, o che comunque sono ottimizzati in tal senso. Ecco perché il fatto che Microsoft sia sia dovuta "piegare" ai voleri del più grande motore di ricerca del mondo è una notizia di un certo spessore: perché conferma un trend che è già iniziato da tempo.
Al tempo stesso, però, questa vicenda pone degli interrogativi piuttosto inquietanti, tipo: quanto è potente Google? Dove vuole arrivare?
Sappiamo già che il colosso di Mountain View non è semplicemente un motore di ricerca, almeno non più rispetto agli esordi. Rappresenta ormai l'onnipresenza in rete, con programmi e servizi che abbracciano ogni ramo di attività della rete. Google gestisce GMail, Blogger (questo su cui sto scrivendo), Mappe. Ha addirittura una funzione che tiene traccia di tutte le ricerche effettuate da un singolo utente. Con Google non c'è quasi più nemmeno bisogno di nessuna suite da ufficio, perché ce l'ha integrata.
Insomma, Google fa tutto ed è dappertutto, nel bene e nel male. Per adesso forse più nel bene: andando avanto non so.
Avevo letto di questa notizia. Paradossalmente, in passato Microsoft ne ha combinate di peggio secondo il mio parere, e l'ha scampata liscia. Qui ci poteva quasi stare: il sistema è suo e lo configura come crede, chi può impedirglielo? Un giudice? Non mi intendo però di cose legali, questa precisazione la faccio, ma ripeto che a me sembra che in confronto ad altre questa fosse una bazzecola.
RispondiEliminaMi chiedo due cose quindi: se appunto come dici c'entro il fatto che Google sia ormai troppo potente perché Billino possa ostacolarla senza correre dei rischi. Oppure, mi chiedo anche se alla fine più che ai rischi legali abbia ceduto anche ai propri clienti: forse non tutti sono più disposti ad accettare Windows senza se e senza ma, e a molti forse quel sistema di ricerca su desktop faceva comodo e se ne sono lamentati per l'assenza (io con Mac lo farei sicuramente se non sono soddisfatto, ed è per questo che ho un Mac così non devo mai scrivere a nessuno, tranne una volta che è successo). Il cliente ha sempre ragione, spero che almeno questo Billo lo sappia.
Però devo dirti che non so se condivido totalmente questa analisi "storica" che hai proposto, almeno per come è formulata (anche se sospetto che la pensiamo in modo simile):
"Non era lui ad adattarsi all'evoluzione dell'informatica, ma l'evoluzione dell'informatica si è sempre adattata a lui in virtù del monopolio che detiene nel campo dei sistemi operativi per pc"
Io direi che il bello e il cattivo tempo l'ha fatto a livello di mercato, più che (o non solo di) informatica. Il mondo dell'informatica, anzi e per fortuna, è andato avanti senza di lui, anche nei momenti di monopolio più sfacciato. Non di rado quel che Microsoft ha fatto (a parte alcuni casi in cui ha mostrato originalità) è stato spesso di importare un certo sistema di programma o filosofia di programma, modificarlo a dovere e metterci su l'etichetta proprietaria. Con modifiche sufficienti per renderlo esclusivo, ma senza stravolgere la fisionomia di fondo (non ha fatto così con Java, Explorer, le stesse icone, eccetera?).
L'evoluzione dell'informatica (io intendo il software non tanto l'hardware) più che adattarsi a lui ha cercato di rincorrere i clienti in fuga, ma rimanendo (per fortuna) saldamente attaccata ai propri principi di sviluppo in ricerca del progresso e proponendo una visione precisa e originale (che si sia trattato di grosse case, come Apple, di piccoli, o dell'open source). Così pian piano (ci vorrà ancora del tempo) di Windows resterà vincente ciò che di Windows funziona, del resto del mondo informatico invece ciò che funziona ancora meglio. E questi ultimi forse sono segnali da parte di Windows (questo qui, OpenOffice, FireFox e altre cose piccole e grandi) che si stanno rendendo conto che il cliente vuole le cose che funzionano, e non quelle che hanno un bollino sopra. E forse comincia a non essere più disposto ad accettare la pappa così come gli viene presentata. O almeno, una parte della fetta di mercato così comincia a ragionare, si vede.
> il sistema è suo e lo configura come crede, chi può impedirglielo? Un giudice?
RispondiEliminaCerto, un giudice. "Il sistema è suo e se lo configura come gli pare" è un atteggiamento che stona in un mercato dove vige (o almeno dovrebbe) il rispetto delle regole nella libera concorrenza. Beh, Microsoft queste regole le ha sistematicamente violate: a partire dalla nota questione Windows Media Player fino alle varie condanne dall'antitrust europeo e americano per abuso di posizione dominante.
Mi dispiace, ma non voglio lavorare con un sistema operativo che si è affermato sul mercato con questi metodi.
Per il resto, più o meno, condivido la tua visione della questione. Zio Bill, finché ha potuto, ha fatto letteralmente ciò che gli pareva, visto che il 98 e passa per cento di pc al mondo usavano i suoi sistemi operativi.
Fortunatamente l'utenza sta cominciando a rendersi conto che un pc non è automaticamente sinonimo di windows, e quel 98 e passa per cento si sta lentamente ma inesorabilmente ridimensionando. E qui zio Bill non può fare niente. Può solo tentare di adeguarsi alle richieste degli utenti per tentare di salvare il salvabile. Vista avrebbe potuto rappresentare un'occasione forse irripetibile per tentare di recuperare un pò il terreno che sta perdendo, e invece cos'ha fatto? Ha sfornato un sistema ultra lucchettato che oltretutto richiede un pc dai requisiti assurdi per girare con un minimo di decenza. In più la tanto strombazzata sicurezza che avrebbe dovuto implementare dov'è?
Sicuramente non farà testo, ma un mio caro amico e collega di lavoro che usa Vista sta litigando da un paio di giorno con un virus che non ne vuole sapere di andarsene.
Mi dispiace, anche Vista è un'occasione persa.
Ok, certo, avevo precisato che non mi intendo di leggi. Ma la distinzione la facevo tra l'impedire che il sistema operativo consenta l'utilizzo di un certo software quando l'utente cerca di accedere ad un servizio (un filmato per esempio) di un terzo (il sito visitato), e l'utilizzo di un certo programma per (di Google) per fare delle ricerche all'interno del proprio stesso sistema operativo. Poi che entrambe le situazioni siano una violazione della libera concorrenza di mercato ci può stare, ma non è che sono proprio identiche, e facevo notare questo.
RispondiEliminaPoi resta il fatto che (ancora non capisco come sia stato possibile) Microsoft la passò liscia (almeno negli USA) quando forzò altre situazioni che a me sembrano ben peggiori delle due precedenti: per esempio vincolare un fornitore di hardware all'uso esclusivo di Windows, o l'obbligare l'utente ad acquistare un altro Prodotto Microsoft (tipo IE) quando vuole acquistare solo ed esclusivamente il sistema operativo.
"Mi dispiace, ma non voglio lavorare con un sistema operativo che si è affermato sul mercato con questi metodi".
Nemmeno io! E infatti posso vantarmi di non averci mai lavorato...