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lunedì 14 maggio 2007

Microsoft vs Linux su Repubblica

Un paio di lettori mi hanno segnalato questo articolo apparso oggi su Repubblica (riferito originariamente a questo della CNN). Ho un pò da fare, ma visto che a qualcuno interessa il mio parere in proposito, due parole le dico. Non la tiro per le lunghe: commento solo alcune delle cose più "interessanti" dell'articolo.

"Viviamo in un mondo che rispetta la proprietà intellettuale, e la comunità open source deve stare alle regole del gioco. Il cosiddetto free software infrange 235 brevetti appartenenti alla Microsoft. Questa situazione deve finire"

Bella questa frase (ogni tanto rifà capolino: l'ultima volta a novembre): un richiamo forte al rispetto delle "regole del gioco". Peccato che a pronunciarle sia Steve Ballmer, vice presidente dell'azienda che è attualmente sotto processo, negli Stati Uniti e in Europa, per concorrenza sleale e violazione sistematica delle leggi antitrust e della libera concorrenza (non mi dilungo: se vi va googlate "antitrust Microsoft" e vi si apriranno pagine a bizzeffe).

Invece di scappare fuori ogni tanto con questa storiella, in cui si vagheggia di presunte violazioni di copyright da parte del software libero, li elencasse uno per uno una volta per tutte in modo da poter risolvere la questione. Ma l'impressione è che sia un pretesto e sotto ci sia ben altro.

"L'open source è sempre stato il rivale più temibile per il colosso di Redmond. Linux, in particolare, è cresciuto moltissimo negli ultimi anni, togliendo a Windows, il sistema operativo della Microsoft, importanti quote di mercato. Nel 2004 Linux era installato sul 25% dei server e il 3% dei computer desktop, e gli analisti si aspettano che il giro d'affari totale generato dal software "open source" raggiunga i 36 miliardi di dollari entro il 2008."

Ecco, questo potrebbe essere il "ben altro" a cui mi riferivo. Il software open source si sta progressivamente affermando non solo tra l'utenza privata, ma anche tra le amministrazioni, gli enti, i governi, che cominciano a non vedere di buon occhio il fatto che i propri documenti e lavori siano archiviati sotto file proprietari e chiusi, con un livello di interoperabilità con altri software ridicolo. Zio Bill si sta acorgendo che non c'è solo lui e che oggi Microsoft non può più fare il bello e il cattivo tempo.

Vi dice niente ad esempio il fatto che Dell da questo mese preinstalli Linux sui propri laptop a chi ne fa richiesta?

Per adesso mi fermo qui. Sono le 10 e mezza e mi "cala la palpebra". Mi piacerebbe continuare, ma sono sempre le stesse cose che puntualmente ogni tanto zio Bill tira fuori. Adesso per il 2007 siamo a posto, se ne dovrebbe riparlare nel 2008.

5 commenti:

  1. Grande andrea.

    franco

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  2. Mi scuso in anticipo per l'off-topic (ma non troppo), perché voglio chiederti una cosa che riguarda proprio il web.
    Giorni fa, digitando su google il mio nome e il mio cognome (non per vanità, ma per vedere se c'erano alcuni miei articoli di filosofia pubblicati su un sito della materia), ho scoperto appunto il mio nome completo di cognome sotto questa forma:
    http://nome-cognome.dohwb.info
    Digitando ho trovato una specie di sito rudimentale con il mio nome gigante in alto, e con qualche riferimento ad alcuni miei articoli, ma anche con altre informazioni che non c'entravano nulla, compresi nomi di siti assai strani, siti-spazzatura.

    Ma il peggio è che questa specie di sito a mio nome è presente in innumerevoli altri siti stranissimi, che a loro volta sono raccolte confuse di una miriade di siti assurdi (si tratta forse di spam engine?). Alcuni sono anche stranieri.
    Ho segnalato la cosa a google, attraverso l'apposito form.

    Non c'è modo di bloccare l'uso del proprio nome da parte di terzi? Sembra di no, almeno così ho letto da varie parti.
    A me dà fastidio perché alcune volte, su questi siti-spazzatura, ho visto il mio nome vicino a quello di siti di pessimo gusto (porno). Poniamo che qualcuno che io conosco lo veda, che figura faccio? Mi secca molto.
    Siccome tu te ne intendi, sono molto sfacciata e ti chiedo se magari, in futuro e ovviamente quando avrai tempo, puoi scrivere un post su questi temi per spiegare il fenomeno a noi "ignoranti". Grazie e scusami. Prometto che non andrò più off-topic.

    (Vorrei non aver mai scritto articoli su internet! Sono proprio pentita)

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  3. Aggiungo, perché sopra non l'ho scritto, che gli articoli di filosofia ci sono tutti e al posto giusto, sul sito regolare. Quello che ti ho segnalato è una cosa in più, del tutto inaspettata.

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  4. Dunque, da come mi descrivi la cosa, pare proprio che si tratti di spam engine. Si tratta della nuova frontiera dello spam (quello delle e-mail evidentemente non bastava), ossia lo spam dei motori di ricerca.

    Si dice che Google indicizzi attualmente qualcosa come 8.000.000.000 (8 miliardi) di pagine web. Il problema é: quante di queste offrono veramente dei contenuti?

    Il meccanismo più o meno è questo: i motori di ricerca indicizzano le pagine web analizzando il testo della singola pagina, oltre che gli appositi tag contenuti nel codice html. Molti webmaster, scorrettamente, manipolando opportunamente il testo, ingannano i motori di ricerca facendogli credere che una pagina mostri più testi di quelli realmente esistenti.

    Quando con questa tecnica al testo viene "abbinato" un messaggio pubblicitario, o un sito intero creato appositamente, ecco che abbiamo quello che è successo a te (e non solo a te). Quindi, per farla breve, si tratta di siti che fanno spam (uno dei più noti, come segnalato da Giorgio Tave, è questo). In ogni caso lo spam engine è tuttora piuttosto difficile da inquadrare bene (anche a me alcuni aspetti del suo funzionamento sfuggono), probabilmente perché si tratta di un fenomeno relativamente nuovo.

    In definitiva, comunque, si tratta dell'utilizzo del tuo nome a fini pubblicitari (che nella maggior parte dei casi ha ben poco a che vedere coi tuoi articoli di filosofia).

    Purtoppo allo stato attuale c'è poco da fare. Se hai già segnalato a Google la cosa hai fatto bene, ma temo purtroppo che servirà a ben poco (almeno da quello che ho letto in giro). So che lo spam tradizionale (e-mail) in molti paesi (ad esempio America e Australia) è un reato. Lo spam engine invece non mi risulta (almeno non ho trovato niente al riguardo).

    In ogni caso, anche se comprendo perfettamente che la cosa possa dare fastidio, bisogna mettere in conto che chi ha una qualsiasi attività su internet (e specialmente chi ci scrive) deve un pò rassegnarsi a queste cose. Anche a me capita spesso di trovare miei articoli ripubblicati chissà dove senza rispettare la cc sotto la quale possono essere ripubblicati. Ma cosa faccio? Mi metto a litigare con tutti?

    Quindi, allo stato attuale, a meno che tu non voglia trascinare google in tribunale (^^), ho paura che ci sia poco da fare.

    Se al limite mi dai l'indirizzo esatto del sito col tuo nome che mi hai citato, posso provare a vedere se è possibile contattarli in qualche modo, magari passando dalle informazioni circa il server su cui è hostato, ma non garantisco.

    Ciao.

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  5. Grazie mille per la risposta.
    No, a me non dispiace che qualcuno usi i miei articoli di filosofia,anzi ne sono lieta: sono su un sito gratuito, senza fini di lucro, e hanno puro scopo divulgativo. Non m'interessano i diritti.
    Mi dà solo fastidio vedere il mio nome associato a siti-spazzatura e, in qualche caso, pornografici, perché qualcuno, leggendo, può pensare che io mi sia data a chissà quali attività. E' imbarazzante.
    Ma ho letto anch'io che non si può fare niente e non lo pretendo; però ero curiosa di conoscere anche il parere di uno molto più esperto di me. E certamente non posso e trascinare google in tribunale. :P

    Comunque, ho visto che c'è il tuo indirizzo e-mail sulla home page (me ne sono accorta adesso, chiedo venia). T'invierò in privato alcuni dettagli a scopo informativo, visto che queste cose t'interessano.
    Ti ringrazio ancora molto per la disponibilità.
    ciao.

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