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giovedì 19 aprile 2007

DRM e vinile

L'aumento delle vendite dei vecchi dischi in vinile viene interpretato da molti come un ulteriore segnale che la gente non ne può più del DRM

Chi, come me, viaggia abbondantemente oltre la trentina, ricorderà che prima dell'avvento del cd il supporto principe per la diffusione della musica era il vinile, il caro vecchio 33 (e 45) giri.

Non voglio sembrare un nostalgico, ma ricordo con un certo rimpianto i tempi in cui da giovane, il sabato pomeriggio, andavo giù a Rimini con gli amici alla mitica Dimar, uno dei più grossi negozi di dischi della città. Per un appassionato di musica come me, entrare in questa specie di tempio della musica (3 piani di dischi e musicassette) era qualcosa di difficilmente descrivibile.

Si mettevano da parte i soldi durante la settimana e il sabato si acquistava l'agognato disco (spesso a turno: uno lo comprava e gli altri lo registravano su cassetta). Il vinile aveva un suo fascino che i cd non hanno (e non hanno mai avuto): era grande e ingombrante, ma bello; i testi delle canzoni erano scritti in un formato decente e non serviva il microscopio per leggerli, come succede oggi col compact disc.

C'era poi il non trascurabile aspetto che nessuno aveva ancora inventato l'aberrante concetto del DRM (anche perché essendo il vinile un supporto di tipo analogico...). Il vinile lo potevi infatti suonare su qualsiasi giradischi, potevi riversarlo sulle mitiche musicassette magnetiche tutte le volte che volevi, e l'industria discografica aveva ben altro a cui pensare che rompere le balle alla gente con la scusa della salvaguardia del copyright e dei diritti digitali.

E c'è ancora oggi chi sostiene che la resa sonora fosse migliore rispetto agli attuali cd (tra questi gli audiofili, quelli veri, che viaggiano ancora a giradischi e amplificatori valvolari ritenendo il cd una bestemmia).

Oggi apprendiamo che l'anno scorso i dischi in vinile hanno avuto un'aumento delle vendite del 10%. E tutto questo mentre, come è noto, la vendita dei cd è da tempo in caduta libera. Molti interpretano questo fenomeno come un'ulteriore conferma (se mai ce ne fosse ancora bisogno) che la gente è stanca delle limitazioni e delle restrizioni a cui è costretta dai nuovi standard di protezione della musica digitale. Non ne può più di acquistare brani ascoltabili solo sull'apposito player e masterizzabili un numero limitato di volte: piuttosto se li scarica in mp3 da eMule o BitTorrent, oppure (ri)comincia col vinile.

5 commenti:

  1. Ciao Andrea

    Due brevissime considerazioni:
    Tutti i supporti fisici sono in netto calo calo come volume di vendite, anche i dischi in vinile mentre i volumi di musica scaricata da Internet hanno subito un aumento del 168%!!!. Dati RIAA riguardanti l'anno 2005.

    Se sino a qualche anno fà il vinile poteva ancora risultare vincente come qualità sonora, attualmente con l'evoluzione del digitale e la creazione di CD Player sempre più sofisticati la situazione si è pareggiata se non rovesciata. Questo a mio modesto parere. Metti un semplice CD su un EMM LABS o su un Esoteric, tanto per citartene due "no compromise" e sbalordisci!!!

    Ciao
    Alfredo

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  2. In genere quando leggo di apparecchi "no compromise" rimango stupefatto dal... prezzo!

    Scherzo, naturalmente, ricordo però che un mio vecchio amico (che per la verità ho un pò perso di vista) mi diceva meraviglie del suo giradischi e del suo vecchio ampli a valvole, e non voleva assolutamente sentire parlare di cd: ecco perché ho scritto questa cosa nel post.

    Non metto ovviamente in dubbio che l'evoluzione dell'high tech nel campo audio abbia fatto passi da gigante da parecchio tempo a questa a parte, e che quindi i moderni player di cd abbiano una resa sonora uguale o migliore dei vinili.

    Temo solo che il mio orecchio, poco allenato a certe sfumatore (sono musicista anch'io, ma più esperto di ciò che riguarda melodia e armonia), non sia in grado i cogliere la differenza.

    Ciao Alfredo.

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  3. qui si dice che per lo meno si equivalgono, anche se nella maggior parte dei casi è una questione di gusto personale...
    Se vai verso il mercato "audiophile" i prezzi sono esorbitanti, ma ti garantisco che anche la soddisfazione nell'ascolto è paragonabile...
    @alfredo
    ti garantisco che spendendo più di 8000 dollari per la sorgente (analogica o digitale) e disponendo di una catena adeguata (preamplificatore, finale, cavi, diffusori) di almeno 20000 dollari messo nel giusto ambiente, sbalordisci qualunque cosa tu stia suonando...

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  4. Arrivo dal futuro (2018) per dirvi che i vinili sono in impennata, finalmente il "popolo" si sta accorgendo che il digitale ammazza la qualità e, anche nei casi migliori in cui c'è effettivamente qualità massima senza degradazioni, comunque il digitale paga lo scotto di essere un "messaggio cifrato in codice binario" e non un pezzo di realtà che suona. Questo in soldoni significa che il solco del vinile è REALE, esiste nella realtà, perciò quando la testina del giradischi ci passa dentro, riproduce il suono in modo continuo e più che mai fedele alla realtà visto che È la realtà. Al contrario il digitale è una RIPRODUZIONE della realtà che quindi potrà avvicinarsi molto ma non potrà mai essere la realtà. Pensate a una luce al neon messa a confronto con una vecchia cara lampadina a incandescenza: gli scienziati ci spiegano facilmente che la lampadina vecchia ha tutto lo spettro della luce, mentre quella nuova al neon solo i tre canali verde blu e rosso, perciò è luce artificiale. Stessa cosa con il cinema: le pellicole avevano la grana ed erano pastose, magari avevano i buchi certo, ma erano LUCE impressa sul nitrato d'argento e ritrasmessa con l'omotetia, un processo che si svolgeva interamente nella realtà. Col digitale invece si parla di pixel, il concetto di LUCE è sparito.... ecco perché secondo molti il cinema non esiste più bensì si parla di "grosso televisore" in pubblico. LUNGA VITA ALL'ANALOGICO.

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