Non capisco tutto il clamore che sta suscitando in questi giorni la nuova pubblicità dei due stilisti (stilisti... vabbè), che ha addirittura provocato gli anatemi della CGIL (la quale, per la verità, dovrebbe avere in questo periodo ben altri motivi di preoccupazione).
L'immagine dello spot, che mostra una ragazza che tenta di divincolarsi da un uomo che la tiene bloccata a terra sotto lo sguardo compiacente di altri uomini, è sì - se vogliamo - un pò forte, ma niente che non si veda già spiattellato ogni giorno su tv, telegiornali, cronache, ecc...
Non sono queste le cose di cui bisognerebbe scandalizzarsi (o almeno non solo queste), a mio parere. Bisognerebbe semmai scandalizzarsi per tutto ciò che D & G rappresenta: l'apologia del vuoto, dell'effimero, del sembrare, del superfluo, dell'apparire. Di capi di vestiario dai costi vergognosi solo perché hanno stampigliato sopra le due magiche letterine. Che poi lo spot sia permeato da un neanche tanto nascosto velo di misoginia, beh, mi pare tutto sommato comprensibile, conoscendo i due.
La CGIL avrà anche altre preoccupazioni, però fa bene a preoccuparsi anche di questo! (Non sono iscritto CGIL)
RispondiElimina> (Non sono iscritto CGIL)
RispondiEliminaNeanche io. :-)